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 2016  giugno 03 Venerdì calendario

Lui le fa bere la soda caustica per farla abortire ma né lei né il bambino sono morti

Per mesi, il compagno aveva tentato di convincerla ad abortire. Ma lei, 45 anni, sapeva di non avere un’altra possibilità e voleva portare a termine quella gravidanza inattesa. Poi, all’improvviso, martedì sera è stata ricoverata in gravissime condizioni all’ospedale Maggiore di Bologna per un sospetto avvelenamento da soda caustica. La causa, una bevanda gassata alla quale inspiegabilmente era stata aggiunta una sostanza chimica. Escluso fin da subito il tentativo di suicidio, gli inquirenti in un primo tempo erano stati indotti a pensare al gesto di un avvelenatore casuale, che intendeva colpire nel mucchio, seminando terrore fra la popolazione. Perciò, dopo il ricovero della donna, erano state sequestrate tutte le bottigliette in vendita al supermercato dove era stata acquistata la confezione da quattro. Dalle analisi svolte dai Nas dei carabinieri, tuttavia, era emerso che non c’erano fori o segni di manomissione sulla bottiglia. Qualcuno, non un estraneo, doveva essere intervenuto dopo averla aperta.
Qualcosa di strano era accaduto, ma all’interno della casa di lei. E non casualmente. Lui, un uomo di dieci anni più giovane, l’unica persona presente al momento in cui la donna ha ingerito la bevanda, ieri sera è stato arrestato per lesioni gravissime, in seguito a un provvedimento di fermo disposto dal pubblico ministero di Bologna Giuseppe Di Giorgio, che ha coordinato le indagini dei carabinieri. L’uomo, che non conviveva con la compagna, era stato fin dall’inizio il principale sospettato, in particolare dopo che erano state ascoltate le testimonianze dei vicini e dei parenti della donna. Interrogato, ha tentato dapprima di sostenere la tesi dell’incidente, ma si è contraddetto più volte per poi crollare, ammettendo di avere versato nella bottiglia una sostanza irritante. A incastrarlo, anche la messinscena che aveva tentato una volta arrivato in ospedale con la compagna, chiedendo di essere visitato perché asseriva di aver bevuto un sorso dalla stessa bottiglia. Ma nessuna lesione o abrasione era stata riscontrata sui suoi organi.
Solo la mamma e il bimbo hanno rischiato di morire, ma ora vi sono buone speranze sulla loro sopravvivenza. Lei, incinta di sette mesi, rimane ricoverata in rianimazione in prognosi riservata e dovrà essere sottoposta ad alcuni interventi, in quanto ha riportato lesioni all’esofago e allo stomaco. Il feto, come hanno riscontrato i medici, è in vita. Fra poche settimane potrebbe venire alla luce, scampando al tentativo di eliminazione. Al Maggiore la donna, originaria della Toscana ma residente a Bazzano, era arrivata in condizioni critiche. Poco prima era stata soccorsa in casa dalla pubblica assistenza di Castello di Serravalle ma quando i sanitari si erano resi conto della gravità della situazione avevano subito disposto il trasferimento a Bologna, dove la paziente è stata sottoposta a una lavanda gastrica e, almeno inizialmente, era stata presa in considerazione l’ipotesi di far nascere il bambino. Nelle prossime ore il pm chiederà la convalida del fermo al gip e della custodia cautelare in carcere.