Corriere della Sera, 3 giugno 2016
Il mondo secondo la sceicca del Qatar. Intervista
«La leadership del Papa, con le sue parole e le sue azioni, ha ispirato la gente di tutto il mondo e io credo che il suo messaggio di unità e di amicizia a tutti i popoli e le fedi sia oggi più importante che mai». La sceicca Mozah bint Nasser Al Missned, madre dell’attuale sceicco del Qatar incontrerà oggi il premier Matteo Renzi e domani papa Francesco per parlare di istruzione. «Da oltre vent’anni il fulcro del mio lavoro è fornire istruzione di qualità in Qatar e nel mondo: in questi due incontri, voglio discutere di alcuni progetti educativi. La questione più urgente è offrire istruzione ai rifugiati», dice la sceicca al Corriere in un’intervista scritta, la prima concessa a un giornale italiano.
Incoronata da Forbes una delle 100 donne più potenti del mondo, è diventata a 18 anni (seconda) moglie del monarca poligamo del Qatar, Paese ricchissimo di gas naturale e con proprietà in tutto il mondo (incluso il quartiere dei grattacieli a Milano). Si è ritagliata una visibilità impensabile per altre First lady del Golfo: laurea in Sociologia, un master, viaggia in eleganti abiti occidentali adattati alla tradizione, ha creato un campus a Doha che ospita le più prestigiose università Usa. Tre anni fa il marito ha abdicato in favore del secondogenito. La sceicca evita solo due domande: una sulle scelte della First lady siriana Asma Assad; l’altra sul padre, dissidente, esiliato dall’allora sceicco (padre di suo marito e da quest’ultimo rovesciato).
Lei ha appoggiato importanti iniziative per l’istruzione dei rifugiati siriani, pensa che potranno tornare a casa se Assad resta al potere?
«Non sono un funzionario del governo, non voglio parlare di politica. Ma è chiaro che dobbiamo creare una Siria sicura e pacifica, con un governo rappresentativo, cosicché i siriani possano ricostruire le loro vite. L’istruzione è importantissima per i rifugiati, ma è sotto attacco: 6.000 scuole sono state distrutte in Siria, gli insegnanti assassinati. Dal 2009 scuole, università, studenti e insegnanti sono stati attaccati deliberatamente in 30 paesi. È ora di rispondere e di punire i responsabili attraverso le leggi internazionali e le risoluzioni Onu. La mia fondazione Education Above All fornisce istruzione primaria a 7 milioni di bambini e saranno presto 10 milioni, tra cui 1 milione di rifugiati siriani. Ma se non li proteggiamo, ciò che costruiamo per anni può essere distrutto in pochi minuti».
Le relazioni del Qatar sono state danneggiate dalla pubblicità negativa legata alla Coppa del Mondo, al trattamento dei migranti e allo scandalo Fifa? Per il vostro ministero degli Esteri le accuse sono razziste...
«Quando siamo partiti per ospitare la Coppa del Mondo 2022 sapevamo che non sarebbe stato facile. Ma abbiamo messo insieme la proposta migliore. È un’opportunità per mostrare il Qatar al mondo e sviluppare il nostro Paese. La Qatar Foundation sta svolgendo un ruolo leader per stabilire standard obbligatori, in linea con le migliori pratiche internazionali, che devono essere rispettati da tutti i costruttori. E stiamo formando ispettori del lavoro».
C’è chi dice che l’estremismo del Califfato dovrebbe farci riflettere sul bisogno di riforme all’interno dell’Islam...
«Non c’è bisogno di riformare l’Islam, dobbiamo riformare noi stessi in modo da vivere secondo i principi centrali dell’Islam: giustizia, tolleranza e compassione. L’estremismo è alimentato dalla mancanza di speranza, che è spesso il prodotto del caos causato da interventi militari o da tentativi di sopprimere i movimenti giovanili. Non dimentichiamo che l’estremismo non risiede solo in Medio Oriente. Esiste in tutto il mondo, in Africa e in Asia. L’istruzione è la via migliore per contrastare e sconfiggere l’ideologia estremista. Se falliamo, la situazione peggiorerà».
C’è uno scontro di civiltà fra l’Islam e l’Europa?
«Assolutamente no. È una tesi stanca e, credo, screditata. Le nostre culture hanno una lunga storia di pace, amicizia, collaborazione. L’Europa ha radici multiculturali. Condividiamo la filosofia, le scienze e la letteratura greche e romane. Un tempo la fusione di stili europei e islamici in Sicilia ha creato l’architettura più bella mai vista. Oggi cristiani e musulmani assistono insieme i profughi».
Perché il Qatar compra così tante opere d’arte internazionali?
«Non sono coinvolta nelle decisioni sugli investimenti. Ma come molti qatarini, amo l’arte. Per questo visitiamo città come Roma, Firenze, Parigi e Londra».
Entrambe le sue figlie hanno un ruolo pubblico. La loro generazione di donne è diversa dalle precedenti?
«Sono orgogliosa. Stanno facendo la differenza – Mayassa guidando Qatar Museums e Hind come amministratore delegato di Qatar Foundation – e il loro successo mostra alle giovani dove si può arrivare. La storia di questa regione è piena di donne potenti e dinamiche. La mia speranza come madre è che le mie figlie continuino a guidare e ispirare le donne nello stesso modo».