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 2016  giugno 03 Venerdì calendario

La Germania contro la Turchia sul genocidio degli armeni • Il Louvre chiuso per inondazione • Tre hotspot galleggianti nel piano dell’Italia sui migranti • La stilista trovata impiccata a Milano • La regione dove si coltiva più marijuana è la Calabria • Il robot che interroga e scopre i terroristi


Germania Ieri al Parlamento tedesco, con un voto quasi unanime, è stato definito «genocidio» il massacro degli armeni (tra 800 mila e un milione e mezzo di morti) nel 1915-1916 a opera dell’Impero Ottomano. Era da tempo che il Bundestag voleva discutere di quel massacro, perché i deputati ritenevano importante ammettere anche le responsabilità della Germania, che durante la Prima guerra mondiale era alleata dei turchi, sapeva cosa stava succedendo e non è intervenuta. La Turchia ha richiamato l’ambasciatore da Berlino e ha convocato un rappresentante diplomatico tedesco per protestare. I turchi sostengono che parlare di genocidio è una falsificazione storica. Non negano i massacri, anche se limitano il numero delle vittime, dicono però che usare per le vicende del 1915-1916 lo stesso termine che si usa per l’Olocausto degli ebrei è insostenibile e mette una macchia ingiusta sulla Turchia (Taino, Cds).

Louvre In Francia le inondazioni sono sempre più minacciose. Addirittura il Louvre (9 milioni di visitatori l’anno) oggi resterà chiuso per poter spostare «a titolo preventivo» le opere custodite nelle stanze più basse. Si dovranno portare ai piani superiori 6-7.000 opere esposte e 220mila pezzi tenuti nei depositi. Proprio perché ci sono aree inondabili, è stato deciso il trasferimento definitivo delle opere tenute nei sotterranei in una nuova struttura, che però non sarà pronta prima del 2018. Anche il museo d’Orsay (3,4 milioni di visitatori l’anno) ha preso dei provvedimenti eccezionali: annullamento della visita notturna di ieri sera e chiusura per la giornata di oggi, quando è atteso il livello più alto della piena. Il castello di Chambord, invece, è da mercoledì completamente circondato dall’acqua, che è entrata nel cortile reale e ha danneggiato i circuiti elettrici dell’edificio. Una parte del parco è sommersa (Montefiori, Cds).

Migranti Alla Commissione europea che vuole aprire per l’Italia una procedura di infrazione per la crisi dei migranti, l’Italia risponde con l’intenzione di tre nuovi “hotspot” mobili da aprire in Puglia, Reggio Calabria e Sardegna, centri di smistamento e identificazione dei migranti, che si aggiungono ai cinque già operativi e ai due che entro luglio saranno attivati in Sicilia. Inoltre c’è l’intenzione di ripristinare entro un mese i 1.500 posti nei Cie per chi deve essere espulso «anche se nessuna norma europea prevede questo tipo di obbligo». Il piano ha come contropartita la cooperazione dei rimpatri e il “migration compact” per aiutare i Paesi d’origine degli stranieri. L’ultima proposta prevede l’impiego di 500 milioni di euro, di cui 140 per progetti in Nigeria, Libia, Etiopia, Senegal e gli altri Stati africani che vorranno essere inseriti nel progetto. Secondo i dati aggiornati al 1° giugno sono approdati sulle coste italiane 47.873 migranti e sono oltre 122.550 quelli che vengono assistititi. Circa il 35% ha diritto al riconoscimento dello status di rifugiato. I posti per l’accoglienza sono ormai finiti (Sarzanini, Cds).

Parco Carlotta Benusiglio, 37 anni, mora, alta, molto bella, stilista per il marchio Blume a Milano. Viveva in un loft con i suoi tre gatti che affidava alla vicina ogni volta che doveva partire per lavoro. Fidanzata con uno con cui litigava spesso e che tre volte l’aveva mandata all’ospedale: era seguita anche la denuncia, ma la storia andava ancora avanti, tra alti e bassi. Lunedì con questo ragazzo e un’amica comune andò a pranzo. Poi gli amici la videro di sera, sorridente e determinata come sempre, bere qualcosa nel locale dove aveva lavorato in passato e dove ancora dava una mano nei fine settimana. Alle 6 di mattina di martedì un uomo che passava per una piazza la vide morta con una sciarpa intorno al collo, legata a un ramo di un albero del parco, con i piedi che toccavano terra. In casa sua è stato trovato un computer acceso, con la musica che andava, qualche macchia di sangue sulle lenzuola, una scatola di farmaci contro l’ansia da cui mancano quattro pastiglie. Il fidanzato, interrogato, ha detto di esser passato in casa sua la sera di lunedì, ma poi di essere andato via. Notte tra lunedì 30 e martedì 31 maggio, tra alberi e aiuole di piazza Napoli, Milano.

Coltivazioni Un terzo della marijuana e dell’hashish prodotti in Italia, dicono i sequestri di polizia, è prodotto in Calabria. Nella provincia di Vibo Valentia, che ha solo 163 mila abitanti e comprende cinquanta comuni in tutto, nel 2015 sono state individuate e distrutte 15.519 piante di canapa, a Reggio Calabria 13.132. Solo nella provincia di Reggio, lo scorso aprile carabinieri, polizia e finanza hanno sradicato 670 piante. Le piantagioni avvistate e distrutte sono il 20% del coltivato reale. Marijuana e hashish valgono da sole metà del mercato clandestino italiano delle droghe. E la canapa a chilometro zero, abbattendo il costo di trasporto, finisce sul mercato a 7 euro il grammo quando il “marocchino” è sugli 8-9 euro. Una solo pianta ne vale 400. La seconda terra della marijuana autoctona è la Sicilia: l’anno scorso nella regione sono state eradicate 23.984 piante. L’ultimo sequestro nel Trapanese, a Calatafimi Segesta, valeva 35 milioni di euro. In generale al sud si concentra il 68 per cento dei sequestri. Per esempio tra Castellammare di Stabia, Gragnano, Casola di Napoli e Lettere 20 tonnellate nel solo 2015. La Toscana mostra una singolare diffusione della cannabis, in particolare nelle province di Massa e Prato, terza per sequestri. La piccola Savona registra interventi giudiziari cinquanta volte superiori rispetto alla vicina Genova, Bergamo il doppio di Milano. A Roma, 3.292 piante distrutte nel 2015, il vivaio di riferimento era sotto terra, tra il Quadraro e Tor Pignattara, lungo la vecchia linea metropolitana. La terra migliore per far crescere la marijuana (dalla pianta della canapa) e dell’hashish (dalla sua resina) resta la Sardegna. La canapa, oggi, viene coltivata nei terrazzi delle case dell’Oristanese, negli orti, nei giardini, in anfratti protetti. In provincia di Nuoro i sequestri, nel 2015, sono stati 8.600 (Zunino, Rep).

Robot L’azienda israeliana Suspect Detection Systems Ltd ha messo a punto Cogito, il robot che fa domande ai sospetti terroristi, ne analizza il comportamento e scongiura gli attentati. Ha il 95% di margine di infallibilità ed è già utilizzato in molti Paesi. Funziona come una macchina della verità, però più avanzata. Riesce a osservare tutte le variazioni fisiche dell’interrogato che cerca di mentire: la sudorazione, la voce, il calore eccetera. Il robot prende la temperatura a distanza dei viaggiatori sospetti con una telecamera termica (Piattelli, Sta).

(a cura di Daria Egidi)