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 2016  giugno 03 Venerdì calendario

Cosa sta succedendo con la Turchia?

Perché la Turchia di Erdogan è tanto importante per l’Europa?
La Turchia oggi è un Paese centrale nel sistema internazionale. Non più soltanto per la sua posizione geopolitica, ma perché si trova al cuore di una serie di problemi determinanti del nostro tempo: questione migranti, confronto fra Occidente e Oriente, dibattito religioso fra mondo cristiano e sfera musulmana, una guerra interna al proprio territorio ( contro i curdi) e una esterna ( in Siria contro il Califfato islamico), oltre al tema dei diritti umani e delle libertà di espressione. Dialogare con la Turchia significa per molti paesi europei confrontarsi con un paese candidato sin dal 2005 all’ingresso nella Ue ma mai accolto: oggi o si viene a patti con Ankara oppure si rompe in maniera definitiva.
Cosa prevede l’accordo fra Unione europea e Turchia sui migranti?
Secondo l’accordo la Turchia regolerà il flusso dei migranti verso l’Europa, mentre la Ue le erogherà una cifra che inizialmente era stata fissata a tre miliardi di euro e poi è salita a sei miliardi su pressione del leader turco. Il patto prevede anche che la Ue liberalizzerà i visti per i cittadini turchi, e riaprirà i negoziati per l’ingresso della Turchia
Quali sono stati finora i risultati dell’accordo?
Dal momento in cui, il 20 marzo scorso, è stata adottata l’intesa il flusso di profughi verso l’Europa è drasticamente diminuito. È vero che i migranti ora cercano altre strade e nuovi approdi. Ma il problema è anche l’enorme massa di rifugiati ospitati nel sud della Turchia, lungo il confine con la Siria. Ankara ha gestito fino a poco tempo fa questi 3 milioni di profughi con le sue sole forze. I ripetuti incontri fra la cancelliera Angela Merkel e il presidente Erdogan hanno portato all’intesa.
La liberalizzazione dei visti non porterà a un’invasione di cittadini turchi in Europa?
Per arrivare al sì stabilito dall’accordo Ankara deve intanto soddisfare 72 criteri richiesti. Finora ha risposto positivamente a 66, e tra quelli mancanti c’è l’adeguamento alle norme antiterrorismo. Si sta consumando un braccio di ferro, perché Ankara pretende una maggiore mano libera a motivo della guerra che sta combattendo con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). I visti dovevano partire il 1 luglio, ma la questione è stata ora spostata a ottobre.
La Turchia sta davvero combattendo lo stato islamico?
Erdogan ha ricevuto molte critiche per avere chiuso più di un occhio dopo la nascita dello Stato Islamico e non aver efficacemente contrastato i jihadisti che percorrevano il suo territorio. Anche gli Usa hanno fatto pressioni perché Ankara si schierasse credibilmente contro il Califfato. Oggi la Turchia ha così due fronti aperti: uno interno contro il Pkk, e uno esterno contro l’Is.
La ue sta chiudendo gli occhi su diritti umani e libertà di espressione in Turchia?
Negli ultimi anni la stretta di Erdogan si è fatta via via più forte. A partire dalla repressione di Gezi Park nel 2013 fino alla recente chiusura dei grandi quotidiani di opposizione, la società civile turca sta soffrendo sotto un governo che non mostra aperture sul tema dei diritti civili e della libertà di espressione. Di fronte a tutto questo, la reazione della Ue è assai blanda. La Turchia è un partner troppo importante su molti fronti per compromettere i rapporti e molti governi preferiscono chiudere gli occhi.