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 2016  giugno 02 Giovedì calendario

Goldoni a Parigi

A proposito della fine della Repubblica di Venezia, credo di ricordare che allora uno dei primi a fuggire fu lo scrittore Carlo Goldoni. Per quale motivo scappò in Francia?
Marta Rosati, Padova

Cara Signora,
Goldoni non fuggì da Venezia. Lasciò la città nel febbraio del 1762, dopo un commovente congedo dal suo pubblico nel teatro di San Luca, dove andò in scena, fra lacrime e risate, una commedia intitolata «Una delle ultime sere di carnevale». Partiva perché i Comédiens Italiens du Roi (una vecchia istituzione teatrale della corte francese) gli avevano proposto d’installarsi a Parigi con un allettante contratto. La storia del suo soggiorno in Francia è stata raccontata da uno dei maggiori esperti di storia veneziana, Alvise Zorzi, in Monsieur Goldoni, una biografia pubblicata da Corbaccio nel 1993. Zorzi è recentemente scomparso e il suo libro su Goldoni meriterebbe, a mio avviso, una nuova edizione.
Il soggiorno francese, sino alla rivoluzione, fu tutto sommato felice e proficuo. Goldoni scriveva i suoi testi per i Comédiens du Roi, era di casa all’ambasciata della Repubblica di Venezia, dava lezioni d’italiano ai principi reali (fra cui la madame Elisabetta, sorella del re), aveva molte amicizie nella società parigina ed ebbe la soddisfazione di vedere il suo «Burbero benefico» scritto in francese e rappresentato alla Comédie française come «Le bourru bienfaisant». Continuava a spendere, come era sua abitudine, più di quanto guadagnasse, ma i negozianti del quartiere facevano volentieri credito all’«Avvocato veneziano», come amava essere chiamato, e il re gli dette una generosa pensione.
I guai cominciarono dopo la fuga di Luigi XVI a Varenne, l’assalto della plebe parigina alle Tuileries, i massacri di settembre e la morte, sotto la ghigliottina, di molti dei suoi benefattori. Il colpo più duro venne nel luglio del 1792 quando, come ricorda Zorzi, la Convenzione ordinò al Tesoro d’interrompere il pagamento di tutte le pensioni finanziate della Lista civile del sovrano. Ma quello fu anche il momento in cui Goldoni poté constatare quanto la Francia lo amasse. Molti amici lo aiutarono finanziariamente e la Convenzione, nuovamente interpellata, gli confermò la pensione. Troppo tardi: il giorno prima Carlo Goldoni era morto all’età di 86 anni e la pensione (1.500 lire annue) andò alla vedova. Ma il maggiore omaggio allo scrittore defunto fu la rappresentazione del «Bourru bienfaisant» alla Comédie française subito dopo la svolta di Termidoro e la fine del Terrore. Per uscire dall’incubo dei massacri giacobini la Francia aveva voglia di distrarsi e scelse di sorridere ascoltando la commedia del commediografo italiano che era stato suo ospite per più di trent’anni.