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 2016  giugno 02 Giovedì calendario

Previsioni su economia e inflazione al board viennese di Draghi. I numeri sembrano positivi

Non sono mai scontate, di questi tempi, le riunioni del Consiglio dei governatori della Banca centrale europea. Quella di oggi – che si terrà a Vienna e non a Francoforte – potrebbe però essere meno rilevante di quelle dei mesi scorsi. La maggioranza degli osservatori della Bce ritiene che non dovrebbero essere annunciate misure nuove di politica monetaria: alcune già decise, come l’acquisto sui mercati di titoli delle aziende, diventeranno effettive solo questo mese; più in generale, i governatori vorranno probabilmente vedere gli effetti delle misure prese tra marzo e aprile prima di decidere altro. Saranno però interessanti le previsioni su economia e inflazione, che i tecnici della Bce avranno preparato. Gli analisti ritengono che probabilmente saranno al rialzo rispetto a quelle di marzo, quando furono abbassate, per l’inflazione, all’1,3% nel 2017 e all’1,6% nel 2018 (rispetto al target di quasi il 2%). Il recente rialzo del costo del petrolio dovrebbe fare tornare l’aumento dei prezzi in territorio positivo (in maggio è stato di meno 0,1% su base mensile). Anche la crescita economica dell’area euro sta dando segnali più positivi del previsto. Nella conferenza stampa post riunione, il presidente della Bce Mario Draghi potrà anche valutare quanto di questi possibili mutamenti è da attribuire alla politica monetaria non convenzionale della banca (acquisto di titoli sui mercati per 80 miliardi al mese e tassi d’interesse negativi). Non mancherà però di ribadire che, qualora ce ne fosse bisogno, la Bce è pronta a prendere nuove misure di stimolo. Nei prossimi mesi, inoltre, l’aspettativa sarà per il possibile aumento dei tassi Usa, rispetto al quale arrivano segnali da membri autorevoli della Fed. Ciò potrebbe (potrebbe, perché non è scontato) portare a un indebolimento dell’euro sul dollaro e le valute legate: un aiuto alla ripresa dei prezzi nell’eurozona, con il costo dell’import che sale, e un sostegno alle esportazioni, grazie alla valuta più debole.