2 giugno 2016
Oggi ai Fori la parata per celebrare i 70 anni della Repubblica • Trump nega di conoscere Salvini (ma le mail lo smentiscono) • Captato il segnale delle scatole nere EgyptAir • Gli ultimi 14 minuti di Sara Di Pietrantonio • Testato su tre malati il vaccino antitumori: «La risposta è positiva» • Inaugurato il tunnel ferroviario del Gottardo
2 giugno «Quello di quest’anno è un compleanno molto importante: sono 70 anni di Repubblica italiana, dopo il referendum del 2 giugno». Sono le parole di Sergio Mattarella, al Colle, dopo il concerto che al Quirinale ha riunito tre solisti di eccezione, Salvatore Accardo, Mario Brunello e Beatrice Rana. Il Capo dello Stato ha dato il via alle celebrazioni che oggi avranno il culmine con la sfilata ai Fori Imperiali, una “parata” che quest’anno però avrà un significato particolare: ad aprire il corteo saranno i sindaci di tutta Italia, quattrocento primi cittadini, guidati da Enzo Bianco come presidente del parlamentino dell’Anci. È la prima volta che accade, una piccola “rivoluzione” voluta proprio dal ministero della Difesa, a dare il senso di una festa non soltanto delle Forze armate, che sfileranno con tutti i reparti (assenti come previsto, i due marò Latorre e Girone) (Rosso, Rep).
Trump Nonostante una foto che li ritrae insieme (scattata in Pennsylvania il 25 aprile scorso) Donald Trump ha detto alla rivista The Hollywood Reporter di non aver mai incontrato Matteo Salvini che, anzi, non avrebbe «neppure conosciuto». Il politico italiano, per dimostrare che non si trattò di un selfie rubato, ma di un incontro lungamente preparato, ha scandagliato la sua posta elettronica arretrato tirando fuori varie mail. Ad esempio quella del 23 aprile che parte dalla segretaria di Trump per lo staff del leader del Carroccio: «Lui (Trump, ndr ) è lusingato per il fatto che il signor Salvini abbia chiesto di incontrarlo e gli invia i suoi migliori auguri per la corsa a premier in Italia». In più, conferma il faccia a faccia anche Giancarlo Giorgetti, testimone diretto della trasferta americana, che aggiunge: «Salvini ha avuto accesso all’incontro con Trump coi congressman locali, tra i quali il deputato Tom Marino, rispettando i tipici protocolli e i requisiti di sicurezza per i candidati presidenti Usa». E allora perché la smentita di Trump? Un equivoco dell’intervistatore, un dietrofront di facciata per ragioni di convenienza elettorale o una tardiva resipiscenza per un incontro forse sfuggito di mano? La risposta, al momento, la conosce solo il magnate. Salvini, impegnato a scaldare la piazza di Torino per le ultime battute della campagna per le Comunali, evita di entrare in contraddittorio con Trump. «I repubblicani ci hanno già invitato per la convention di luglio — spiega — Ricordo che anche quando dovevo andare in Israele ci fu chi scrisse che non mi volevano. Poi, infatti, ci sono andato e ho incontrato il leader della destra Lieberman» (Zapperi, Cds).
EgyptAir Dopo giorni di silenzio novità sul jet egiziano. Il primo viene da una rivelazione della tv France 3: tra il 18 e il 19 maggio, ossia alla vigilia della sciagura, avrebbe compiuto tre atterraggi d’emergenza in differenti scali. Ossia, il capitano, in seguito a segnalazioni di anomalie, è stato costretto a rientrare negli aeroporti. Una volta a terra, dopo i controlli, non sarebbero emersi in apparenza problemi e dunque il jet è poi stato autorizzato a ripartire. La seconda novità arriva dalle operazioni di ricerca. La nave francese Laplace ha captato un segnale dal fondo del Mediterraneo, probabilmente emesso da una delle scatole nere in un’area a nord di Alessandria d’Egitto. Ora toccherà alla nave John Lethbridge tentare il recupero. L’unità arriverà il 10 e dovrà mettersi al lavoro di gran fretta con un robot in grado di raggiungere i 3 mila metri di profondità. Le batterie del segnalatore saranno attive al massimo per 2-3 settimane (Olimpio, Cds).
Sara 1 L’autopsia svolta dal professor Giorgio Bolino ha ricostruito gli ultimi minuti di Sara Di Pietrantonio, la studentessa di 22 anni uccisa a Roma la notte di domenica scorsa: l’ex fidanzato Vincenzo Paduano l’ha rincorsa, afferrata per i capelli, braccata stringendole il braccio intorno alla gola, fino a stordirla. E poi, quando era ormai in fin di vita, totalmente incosciente, le ha dato fuoco. Nei polmoni di Sara sono state trovati «residui carbonosi». Le tracce sono minime, soltanto le analisi sulla presenza di monossido che saranno svolte lunedì potranno fornire ulteriori elementi. Ma già questo basta a dimostrare, secondo il professor Bolino, «che ha respirato il fumo, sia pur nel momento in cui era in limine mortis». E dunque a ipotizzare la dinamica del delitto. I due litigano nell’auto di lei. Lui spruzza l’alcol nell’abitacolo e poi addosso alla ragazza. Lei fugge in preda al terrore, cerca di rifugiarsi in un boschetto che si trova poco distante. Corre per circa 150 metri. Sara ha un fisico minuto, è alta un metro e cinquanta centimetri, pesa meno di 50 chili. Non ha alcuna forza per opporsi alla furia che le si scatena addosso. E infatti non ha scampo. Lui le afferra i capelli e la immobilizza. Sara ha una frattura sull’osso ioideo causata da una pressione forte. «L’ha afferrata da dietro e l’ha stretta con il braccio», ipotizza il medico «fino a quando lei si è accasciata». Sulle mani di Sara non ci sono ustioni, dunque non si è difesa evidentemente perché era già priva di sensi. Ha però alcune escoriazioni sul ginocchio e su un fianco. Paduano potrebbe averla afferrata e spostata prima di darle fuoco. Oppure l’ha semplicemente abbandonata, ha spruzzato altro alcol e poi ha accesso la fiamma (Sarzanini, Cds).
Sara 2 Sulla base dei primi elementi raccolti, il giudice non ha riconosciuto la premeditazione. Vincenzo avrebbe ucciso di istinto, non con un piano. Al delitto d’impeto però, invece non credono il pm Maria Gabriella Fazi e il procuratore aggiunto Maria Monteleone, che continuano a contestargli anche la premeditazione. Le testimonianze, il traffico telefonico (in attesa di leggere i messaggi ricevuti da Sara) i primi dati dell’autopsia e l’esame dei video — tutti elementi racconti in queste ore con il lavoro della squadra mobile e dunque non ancora a disposizione del gip al momento di motivare la sua ordinanza — portano in quella direzione. Il giudice per le indagini preliminari aggiunge infine un ultimo tassello per giustificare il carcere: il pericolo che Vincenzo fugga. La freddezza con cui dopo il delitto della 22enne è tornato in ufficio a completare il turno — sicuro di non essere visto da nessuno e mentre il suo telefono era «irraggiungibile» nella guardiola all’Eur — provano che voleva crearsi un alibi (Fiano, Cds).
Sara 3 Vincenzo Paduano, detenuto nel carcere di Regina Coeli, nell’interrogatorio di garanzia ha detto che il suo «progetto iniziale era quello di incendiare la macchina di Alessandro». L’ex fidanzato di Sara Di Pietrantonio voleva sfogare, in questo modo, la sua rabbia per essere stato lasciato dalla ragazza. Non specifica quando avrebbe voluto mettere a segno la sua personale vendetta. Non indica come data lo stesso giorno in cui poi ha ammazzato Sara. Ribadisce in sostanza che la bottiglietta di alcool che aveva nella sua macchina, e che poi ha gettato su Sara, l’aveva comprata per quell’obiettivo: dare alle fiamme, prima o poi, l’auto del nuovo ragazzo di Sara. Alessandro è il giovane col quale la sua ex, da appena una settimana, da quando si era lasciata con Vincenzo, aveva iniziato una relazione. Una liaison tra i due che aveva letteralmente fatto uscire fuori di senno Vincenzo. L’ammette il ragazzo accusato di omicidio e stalking. Di fatto, oltre a concepire il piano perfido di incendiare l’auto di Alessandro aveva iniziato, quasi contemporaneamente, a bombardare di chiamate e messaggi al telefonino Sara. È lo stesso Paduano ieri a spiegarlo al pm Maria Gabriella Fazi e al gip Paola Dalla Monica: «Voglio precisare che io non l’ho mai minacciata. È vero, nell’ultimo periodo la chiamavo con insistenza, le mandavo sms al cellulare e controllavo gli orari degli accessi su WhatsApp. Ecco, se questo può definirsi stalking, allora sì …». L’interrogatorio di garanzia è zeppo di «non ricordo», «non l’ho aggredita ». «L’ultima cosa che io ricordo — spiega Paduano — è quando Sara e Alessandro sono arrivati sotto casa di lui». Poi cade l’oblio, nella testa del ragazzo, l’ultima ora è piena di buchi. Il sostituto procuratore Fazi allora cerca di stimolare la memoria del giovane: «Ha aggredito Sara?», gli chiede. E lui risponde: «Io volevo solamente incendiare la sua auto, non volevo dare fuoco a Sara. Non ricordo di averla aggredita, non volevo ucciderla» (Scarpa, Rep).
Tumori Gli studiosi dell’Università Johannes Gutenberg di Mainz (Magonza) hanno sperimentato, con successo, un vaccino universale (non preventivo, ma terapeutico) capace di tenere sotto controllo i tumori. Gli scienziati hanno somministrato, dapprima nei topi e poi in tre malati con melanoma avanzato, nanoparticelle contenenti Rna (materiale genetico) di cellule tumorali, capace di stimolare una risposta immunitaria in grado di aggredire le cellule tumorali. E la risposta, positiva, c’è stata. Il vaccino è costituito da una capsula di molecole di grasso (liposoma) e contiene un cuore genetico, vale a dire un piccolo Rna su cui sono scritte le istruzioni per aggredire le cellule tumorali. Quando viene iniettato endovena, finisce con il raggiungere i distretti immunitari del corpo (milza, linfonodi, midollo osseo) dove riesce ad attivare una forte risposta immunitaria contro il tumore, sostenuta nel tempo (Bazzi, Cds).
Gottardo Renzi, Hollande e Angela Merkel sono intervenuti ieri mattina alla cerimonia di inaugurazione di Alptransit, il tunnel ferroviario del Gottardo, che con i suoi 57,1 chilometri scavati nel cuore delle Alpi è il più lungo del pianeta. I capi dei governi di Italia, Francia e Germania hanno fatto da spalla a Johan Schneider-Amman, presidente della Confederazione elvetica, cui è toccato di tagliare il nastro e di dare il segnale di partenza ai primi due convogli che hanno attraversando la galleria partendo dai due portali opposti (Pollegio a sud, in Canton Ticino ed Ertsfeld a nord). Dopo l’inaugurazione di ieri, infatti, Alptransit entrerà definitivamente in esercizio solo a dicembre, dopo un periodo di collaudo dell’intera tratta. Sui primi due convogli che hanno attraversato la montagna hanno viaggiato 1.000 cittadini elvetici, estratti a sorte tra gli oltre 160mila che si erano fatti avanti (Del Frate, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]
(a cura di Roberta Mercuri)