La Gazzetta dello Sport, 2 giugno 2016
Il San Gottardo è un massiccio montuoso delle Alpi svizzere, alto fino a 3.192 metri (Pizzo Rotondo) che bisognò bucare già nel 1882 per rendere più agevoli i viaggi in Europa

Il San Gottardo è un massiccio montuoso delle Alpi svizzere, alto fino a 3.192 metri (Pizzo Rotondo) che bisognò bucare già nel 1882 per rendere più agevoli i viaggi in Europa. Svizzeri, tedeschi e italiani scavarono sette gallerie elicoidali tra Airolo e Göschenen, unendole con 205 ponti e permettendo di scalare, a partire dai 470 metri sul livello del mare, un’altezza di 1.100 metri. Su questa meraviglia piazzarono un solo binario, ma, come scrive Marta Boneschi nel suo bel libro su Milano, «i traffici con l’Europa settentrionale ebbero un tale balzo che nel 1904 il binario dovette essere raddoppiato». Si ricordano queste vecchie glorie perché ieri è stata inaugurata - presenti, oltre agli svizzeri, Renzi, la Merkel e Hollande - la nuova galleria del San Gottardo, casualmente anche la più lunga del mondo, dato che con i suoi 57,1 chilometri supera la giapponese Seikan, di 53,9 chilometri, e anche il tunnel sotto la Manica (54). In questa galleria i treni correranno fino a 250 km all’ora. Le ragioni di fondo sono le stesse del 1882: far prima, e a costi più bassi, soprattutto nel traffico merci. Solo che stavolta non si tratta di agevolare gli scambi in Europa, ma nel mondo. Tra gli effetti del nuovo tubo, c’è infatti anche quello di rinunciare, un certo giorno, alle spedizioni via mare dalla Cina (un mese di tempo) e di portare invece le merci in treno da Pechino, per esempio in Italia, addirittura in una settimana.
• La televisione ha rimarcato il fatto che il lavoro è stato terminato con un anno di anticipo e che alla fine s’è speso meno di quello che era stato preventivato.
Già. Sottolineerei anche il fatto che s’è dato inizio ai lavori solo dopo un referendum, e che si è via via proceduto con altri referendum, l’ultimo lo scorso 28 febbraio. Questo ha creato la base di consenso politico che ha impedito qualunque tipo di contestazione, e mi riferisco volutamente ai tormenti che ci hanno inflitto i No Tav con le lotte in Val di Susa. Gli svizzeri, che adottano, a differenza degli italiani, il referendum propositivo, non prevedono quorum: il paese è abbastanza unito per sentirsi convinto che chi non va a votare ha delegato la decisione a chi va a votare. E non ci sono discussioni.
• Veniamo a questa galleria del San Gottardo.
I lavori sono durati diciassette anni, si sono spesi 11 miliardi di euro, per gli italiani ha lavorato la Pizzarotti & C. di Parma, che ha partecipato alla costruzione di tre lotti, fatturando due miliardi e facendosi carico, quindi, di un 20% dell’opera. Il locomotore, modello Helvetia, di un bel rosso, è opera delle svizzere Slm di Winterthur e della Asea Brown Boveri di Zurigo. Renzi ha colto un punto importante: «In un momento in cui si costruiscono muri, oggi la Svizzera ha fatto una galleria di collegamento e di occasioni di incontro». Ha dimenticato di dire che la Svizzera non fa parte, e direi che non farà mai parte, dell’Unione Europea, anzi considera l’Unione Europea una specie di demonio. Merkel e Hollande hanno insistito su concetti simili, lavorare per le cose che uniscono gli europei, come questa, la libera circolazione delle persone, la volontà di progresso, eccetera.
• Quanti treni ci passeranno?
I treni merci saranno 260 al giorno, i treni passeggeri 65. I treni merci andranno piano, una media di cento chilometri all’ora. I treni passeggeri toccheranno i duecento chilometri. Ieri, nel viaggio inaugurale tra Bodio e Erstfeld, si sono toccati questi famosi duecento kmh. Gli svizzeri sono fortemente impegnati con le gallerie e il traffico ferroviario: con i soliti referendum si sono fatti dare il via libera per bucare il Lötschberg, tra Berna e Vallese (è attivo dal 2007) e per il tunnel del Ceneri, sopra Lugano, che comincerà a funzionare nel 2020. Per queste opere, mettono tasse mirate, cioè i cittadini, dopo aver detto di sì con un voto, accettano di pagare di più il traffico pesante, gli oli minerali e l’Iva. A opere ultimate, queste servitù spariscono. Nessuno, in quel paese, sa chi è il presidente del Consiglio.
• C’è un solo binario, come nel 1882? Se due treni dovessero scontrarsi?
No, è un tunnel a due canne, cioè ci sono due gallerie, una va in un senso e l’altra nel senso opposto. L’idea è di trasferire la merce, per quanto possibile, dai camion alla ferrovia. Meno costi, meno inquinamento. Ma il vantaggio sarà forte anche per i passeggeri. Da Milano a Zurigo, che oggi si percorre in quattro ore, ne basteranno tre.
• Se scoppia un incendio? Se c’è un incidente?
Il treno può fermarsi in galleria e ogni cinquanta metri c’è un segnale verde che indica la via di fuga («Seguire le seguenti indicazioni fino al punto di raccolta d’evacuazione»). È stata anche prevista la possibilità che il treno possa effettuare una conversione a U, passando da una canna all’altra. Tra le altre meraviglie: una stazione sotterranea (in un punto a duemila metri sotto terra), una struttura di aerazione in forma di cilindro che buca la montagna in verticale, 800 metri più sopra. Durante i lavori, gli operai l’hanno adoperata per far su e giù con gli ascensori.