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 2016  giugno 01 Mercoledì calendario

Foxconn, la fabbrica del suicidio, ha sostituito 60mila operai con dei robot


Foxconn, l’impresa di Taiwan subappaltatrice di Apple e di Samsung ha investito nell’intelligenza artificiale e ha annunciato sabato di aver sostituito più di 60 mila operai con dei robot. Una delle sue fabbriche situate nella città di Kunshan, in Cina, ha quasi dimezzato i suoi lavoratori a beneficio delle robot capaci di assemblare i differenti elementi alla catena di montaggio.
Impiegava 110 mila persone. Foxconn non ha fornito dettagli sulle funzioni svolte dai suoi robot, precisando semplicemente che vengono utilizzati nell’attività di assemblaggio.
Poco conosciuta con il proprio marchio Foxconn è un’impresa insostituibile nel settore delle nuove tecnologie. Gli apparecchi più popolari del mercato vengono montati nelle sue fabbriche. Tra i suoi clienti Apple, Sony, Acer, Microsoft Nintendo. Il gruppo di Taiwan impiega più di 1,4 milioni di persone, per la gran parte in Cina, ed è stata più volte criticata per le cattive condizioni di lavoro dei propri dipendenti. Nel 2010, c’era stata un’ondata di suicidi nei suoi stabilimenti per le condizioni di lavoro insopportabili.
Foxconn ha voluto evitare nuovi scandali e ha invitato anche i giornalisti a visitare le proprie fabbriche. È fuori questione dunque quella di passare per un’impresa che si sbarazza dei propri dipendenti a favore dei robot. Intervistata dalla Bbc la società ha negato di aver messo decine di migliaia di suoi lavoratori in dispoccupazione. Piuttosto, Foxconn ha spiegato che i robot sono andati a sostituire i lavoratori nei passaggi più ripetitivi del lavoro. E ha fatto sapere che gli operai sostituiti verranno riqualificati e verranno loro affidate mansioni più complesse come la ricerca, lo sviluppo e il controllo di qualità.
La questione è cruciale nella fabbrica di Kunshan, in Cina, dominata dalla classe operaia. Quasi il 46% della superficie della città è occupata dalle fabbriche e la sua popolazione è costituita per due terzi da operai.
Le autorità cinesi non sono imbarazzate per la decisione di Foxconn di ridurre i costi del lavoro con i robot. Del resto, non è la sola che di fronte al rallentamento dell’economia cinese si riconverte verso la robotizzazione per ridurre i costi sul lungo periodo. Più di 4 miliardi di yuan (545,8 milioni di euro, all’incirca) sono stati investiti da 35 imprese taiwanesi nell’intelligenza artificiale e la robotica nel 2015. Ma la Cina non è la sola: circa 240 mila robot industriali sono stati installati nel mondo nel 2015.