Libero, 1 giugno 2016
Solo i cinquantenni trovano lavoro. Ecco dove e come
Se leggi che aumenta il tasso di disoccupazione (dall’11,5% di marzo all’11,7% di aprile), ma allo stesso tempo cresce l’occupazione (ad aprile + 51 mila persone su marzo) sei portato a pensare che questa volta gli esperti del nostro istituto di statistica l’abbiano sparata grossa. O, almeno, che i responsabili della comunicazione siano attesi da una ramanzina di quelle memorabili. E invece i due fenomeni che potrebbero sembrare in contraddizione hanno una spiegazione che più razionale non si può: il calo degli inattivi. In pratica: è aumentata la partecipazione al mercato del lavoro perché chi aveva rinunciato a cercarlo ora si è rimesso a caccia.
E ci hanno ripensato in tanti: ad aprile gli inattivi si sono ridotti di 113 mila unità rispetto a marzo e di 292 mila sull’anno precedente.
Insomma, pare strano, ma gli ultimi dati dell’Istat sono moderatamente positivi. E qui arriva l’altra sorpresa. Perché a far la parte del leone troviamo gli occupati over 50, che nell’ultimo anno sono cresciuti di 261 mila unità. Mentre arrancano i lavoratori nella fascia tra i 35 e 49 anni che nello stesso periodo hanno perso 125 mila addetti.
Cosa sta succedendo?
«Il mercato ha avuto bisogno di qualche anno per “digerire” la riforma Fornero – spiega Fabio Costantini, responsabile Randstad Hr Solutions – ma poi si è reso conto che a 55 anni se ne hanno davanti almeno altri 12 di lavoro e quindi si è adeguato». Cosa vuol dire? «Da un lato che le aziende hanno iniziato a guardare con interesse al contributo di esperienza che può apportare un ultracinquantenne, e dall’altro che il lavoratore ha capito che la fiducia del mercato nei suoi confronti stava cambiando e quindi si è rimesso in gioco. Fondamentale per entrambi l’attività di formazione e di reskilling (rinnovo delle competenze tralasciate)». Posizioni ricercate? «Non è affatto raro, comunque, che un’azienda preferisca assumere un over 50 anziché un trentenne, soprattutto per le posizioni impiegatizie. Pesa l’esperienza, certo, ma anche la disponibilità a fare un passo indietro dal punto di vista dell’inquadramento professionale. Succede spesso, per esempio, che quelle stesse persone siano poi riconvertite all’interno dell’azienda in ambito informatico (Sap), ufficio crediti, contabilità e ricerca dei materiali».
Ma non finisce qui. Perché Openjobmetis, l’Agenzia per il Lavoro presente sul mercato Italiano da oltre 14 anni, cerca altre «pantere grigie»: sales manager in Lombardia, direttori acquisti a Treviso, responsabili di produzione nel settore accessori per la moda e responsabili per l’ufficio tecnico a Brescia.
Mentre Giovanni Pedone, Country Manager Lee Hect Harrison, società del Gruppo Adecco, ci segnala che «i settori dove nel 2015 si sono ricollocati maggiormente quadri e dirigenti over 45 sono il metalmeccanico (11%), l’Information and Communications Technology (13%) e i servizi (8%)». Posizioni di grande interesse, certo, ma quello che conta è che questa tendenza continuerà pure nei prossimi anni. Anche perché si sta rafforzando una sorta di patto generazionale. Per cui chi assume (che difficilmente ha meno di 40 anni) preferisce un coetaneo piuttosto che un trentenne con il quale ha meno affinità sia culturali che lavorative.
Non sappiamo se sia nata con queste motivazioni, ma di certo «yourCFO» rappresenta un esempio di 50enni che si (ri)mettono in gioco con successo. L’azienda nata nel 2012 da un’idea Andrea Pietrini non ha fatto altro che creare una rete di professionisti (in passato hanno lavorato in Eni, Telecom, Lehman Brothers, Hsbc, Deloitte, Bayer, Bosh ecc) responsabili di finanza e controllo (pianificazione, ristrutturazione del debito ecc) che vanno in giro per l’Italia a fare da consulenti alle aziende che chiedono i loro servizi. «Nei momenti di crisi – spiega Pietrini – la seniority (anzianità ndr) è molto apprezzata. Prima di far entrare una persona nel nostro network facciamo 6 colloqui e un test di personalità per capire se riesce a sopportare la pressione. E nel giro di pochi anni abbiamo acquisito la professionalità di una cinquantina di persone». Che lavorano in giro per l’Italia. Una decina in Lombardia (prevalentemente a Milano), 5 nel Veneto, 3 in Emilia e Piemonte, 12 nel Lazio, 6 in Campania, 3 in Puglia, 4 tra Marche e Abruzzo, 2 in Sardegna e a Lugano. Insomma, la cosa sta andando talmente bene che Pietrini ha raddoppiato, creando sei mesi fa «yourHR», il network dei responsabili delle risorse umane.
Stesse modalità e soprattutto stesso target di professionisti. I cinquantenni che cercano un nuovo inizio.