Il Messaggero, 1 giugno 2016
Troppi dolci danneggiano il cervello
Torte, pasticcini, biscotti e bibite gassate. Un’overdose di dolcezze non fa solo aumentare di peso. Può anche trasformarsi in un attacco diretto al cervello. Diventando concausa di un deterioramento delle capacità di apprendere e della memoria. Da adolescenti ad anziani.Troppo zucchero manda in tilt la riproduzione delle cellule staminali dell’ippocampo, il nostro centro dei ricordi. Una dieta ad alto contenuto di zuccheri, dunque, si associa a ridotte performance cognitive per l’attenzione, la capacità di apprendimento e la memoria a breve termine. Questa la conclusione di uno degli studi dell’università Cattolica di Roma presentati durante la Giornata per la ricerca.
LE RISERVE
«Lo zucchero è un ottimo carburante per il cervello – spiega Paolo Rossini ordinario di Neurologia alla Cattolica che, insieme a Claudio Grassi docente di Fisiologia, ha coordinato la Giornata – lo utilizza subito come viene ingerito. Ma quando la quantità è eccessiva le nostre riserve vengono minacciate. Sia nel momento della crescita, parlo dell’adolescenza, sia nell’età adulta. Abbiamo evidenze consolidate che il cervello di persone malate di obesità presenta un maggior numero di danni cognitivi rispetto ai coetanei non obesi. Stesso discorso, va ricordato, lo dobbiamo fare per i bambini che, mangiando troppo zucchero, possono seriamente compromettere la loro intelligenza. Ovviamente, tutto questo avviene, con diversi livelli di gravità secondo la suscettibilità dell’organismo della persona».
I TOPI A DIETA
Lo studio è stato pubblicato su Cell Reports, a guidare l’équipe Giovanni Pani e Claudio Grassi. Il primo passo è stato quello di esaminare che cosa avviene in una provetta di laboratorio nel momento in cui le cellule neuronali vengono esposte ad una sovrabbondanza di alimenti dolci. Una condizione, appunto, che blocca l’autorinnovamento delle staminali. «Una dieta povera di calorie – fanno sapere i ricercatori – aumenta il numero di cellule staminali del cervello che danno energia alla memoria e alla capacità di apprendimento. Chi consuma molto zucchero rischia un impatto negativo sulle capacità cognitive». Durante lo studio un gruppo di topi è stato messo a dieta in modo molto rigido per un mese: le cellule neuronali si sono mostrate molto attive, capaci di riprodursi.
LA CIOCCOLATA
Gli zuccheri, secondo un altro studio della Georgetown University Hospital, «scavalcano i meccanismi di ricompensa del cervello». «Ma, mentre stimolare la sensazione di ricompensa cerebrale con una barretta di cioccolato ogni tanto è innocuo – avverte il neuroscienziato Jordan Gaines Lewis – quando questi meccanismi vengono attivati troppo spesso e troppo di frequente iniziano i veri problemi. Attivare questi sistemi di ricompensa in maniera incontrollata provoca una serie di sfortunate conseguenze».L’ultimo nuovo nemico del nostro cervello, dagli esiti dei primi lavori, sembra essere il rame. Contenuto in alcuni alimenti come il fegato, i frutti di mare, cozze comprese, e tutti i cibi ricchi di grassi saturi (carne rossa). Alla Clinica della memoria del Policlinico Gemelli si sta studiando il rapporto tra il livello di rame nell’organismo e le prestazioni intellettive. Questo può giocare un ruolo importante nell’accelerare l’invecchiamento. Alte concentrazioni di rame nel sangue, come ha dimostrato Camillo Marra che guida la Clinica della memoria, «sono presenti già nelle fasi prodromiche della malattia di Alzheimer e costituiscono un indice di progressione del danno cognitivo».