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 2016  giugno 01 Mercoledì calendario

Il presunto pedofilo di Caviano ha ingoiato una lametta

Atto dimostrativo di Raimondo Caputo, colui che è accusato dell’uccisione della piccola Fortuna Loffredo morta il 24 giugno del 2014 nel Parco Verde di Caivano (Napoli): ieri, durante i colloqui nel carcere napoletano di Poggioreale dove è detenuto, ha ingoiato una lametta da barba. L’episodio viene confermato dal direttore della casa circondariale Antonio Fullone. Caputo, potrebbe avere messo in bocca la lametta prima di entrare nella sala colloqui. Subito è stato soccorso e portato in infermeria. Secondo quanto si apprende le sue condizioni di salute non sarebbero gravi. Qualche settimana fa la direzione del carcere ha chiesto il trasferimento di Caputo in un’altra casa circondariale. Richiesta che anche il detenuto ha sollecitato più volte.
Un mese fa Caputo aveva subito un vero e proprio linciaggio in cella. L’uomo era stato aggredito e picchiato nella cella al terzo piano del padiglione Roma del carcere di Poggioreale dagli stessi detenuti che con lui dividevano la stanza. Il fatto è accaduto lo stesso giorno in cui il presunto assassino della bimba di sei anni era stato tradotto in carcere. Ad evitare che il dramma si trasformasse in tragedia sono stati due agenti della Polizia Penitenziaria, che hanno sottratto alla furia degli aggressori il 43enne.
L’AGGRESSIONE
I detenuti del padiglione del più sovraffollato e antiquato carcere italiano, hanno decretato la loro sentenza nei confronti di Caputo: colpevole. E non hanno aspettato per eseguirla: l’uomo è stato violentemente pestato dai suoi stessi compagni di cella. Tra loro c’è anche il giovane che un anno fa venne arrestato per le sevizie commesse ai danni di un ragazzino a Pianura.
Anche la sua compagna, Marianna Fabozzi, detenuta nel carcere femminile di Pozzuoli, lo scorso 19 maggio aveva tentato il suicidio. La donna ha tentato di togliersi la vita poco dopo aver assistito all’incidente probatorio ad Aversa (Caserta) nel corso del quale sono state ascoltate le sue tre figlie, che hanno confermato le accuse rivolte a Caputo in merito all’omicidio di Fortuna e alle violenze sessuali nei loro confronti e nei confronti della bimba uccisa il 24 giugno 2014 nel Parco Verde di Caivano.
Una settimana fa Caputo aveva scaricato le colpe sulla sua compagna. «Non sono stato io a gettare Chicca di sotto, è stata Marianna Fabozzi», avrebbe detto al suo avvocato secondo la trasmissione Chi l’ha visto.