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 2016  giugno 01 Mercoledì calendario

Un altro giorno di pioggia al Roland Garros

Scope spatole e rastrelli/ con teloni misti a ombrelli/ interrompon Djokovìc/ per un giorno poco chic/ Goccioloni e goccioline/ fan fuggire le bambine/ mentre Agneska in acqua pesca/ Pironkova la molesta/ e la lascia abbandonata/ tra le braccia di un dottore/ che non crede/ al suo malore/ È una frana la giornata/ vanamente incominciata.
Simile filastrocca è stata composta – col mio aiuto – dalla mia nipotina Lea, alla quale avevo procurato un laborioso invito perché, come ogni anno potesse assistere al gioco del tennis. La giornata odierna, ampiamente anticipata dalle previsioni meteorologiche, ha messo più volte in fuga gli spettatori, costringendoli ad ammassarsi nei corridoi da cui sorgono i piloni in cemento dello Stadio che, nel 1925, non prevedeva l’accesso di 30mila paganti, come oggi.
Tra annunci di vana speranza, pioggerelle, rovesci, ho ammirato più di tutti il lettone Gulbis, un tipo davvero coraggioso nell’abbandonare la sua partita contro Goffin sul 3-0 in proprio favore, mentre l’arbitra Louise Engzell – quella famosa che penalizzò Schiavone – e un paio di giudici lo rincorrevano invano. L’ipotesi di una squalifica si è presto dissolta di fronte al suo superiore buon senso, qualità certo sconosciuta ai testardi e avari organizzatori: i quali hanno tenuto conto della regola “biglietto bucato – incasso assicurato”. È terminato invece, dopo due giorni, l’incontro in cui la favoritissima Agnieszka Radwanska (n.2) è stata alfine sconfitta dalla bulgara Pironkova (n. 102) oltreché dai reumatismi che le hanno danneggiato un polso operato due anni fa. «Sono in collera – ha dichiarato la polacca – non si poteva giocare in condizioni simili». Altra insolita perdente, la Halep (6) contro l’australiana Stosur (21) prossima al ritiro su terreni più asciutti.
Il match ricominciato da un Djokovic in incredibile svantaggio contro lo spagnolo Bautista Agut (16), non è finito, raggiungendo soltanto il terzo set, che ha visto Nole condurre per 4 a 1, dopo uno svantaggio per 4-6 e un pareggio, alla ripresa, con un sofferto 6-4. Quel che si può osservare, in simili cosiddetti match da reumatismi, è stato il rallentamento causato da palle gocciolanti e dalla sabbia ridotta in fanghiglia. Scomparivano, quindi, i colpi vincenti, e anche la regolarità era insidiata dai falsi rimbalzi. Ritengo che, senza implicazioni televisive e contabili, ieri ed oggi non si sarebbe dovuto giocare.