La Stampa, 1 giugno 2016
Veneto Banca nelle mani di Atlante, ma solo se avrà la maggioranza assoluta
Atlante entra anche in Veneto Banca, con la condizione di prendere almeno la maggioranza assoluta dell’istituto (50,1%). Dopo un cda fiume che, la notte scorsa, ha preso atto dell’esito deludente del premarketing (gli incontri con i grandi investitori) in vista dell’aumento di capitale da un miliardo e della quotazione in Borsa, la giornata di ieri è stata la volta del negoziato con il fondo salvabanche.
Le banche del consorzio dopo oltre 250 incontri non hanno potuto far altro che prendere atto dei troppi problemi che l’istituto ha per presentarsi sul mercato. C’è il problema reputazionale per le vicende della gestione Consoli, i rischi legali per le operazioni spericolate compiute negli anni scorsi, la fuga dei depositi, il tema della liquidità da ripristinare, la bassa dotazione di capitale, un piano industriale che non ha convinto affatto gli investitori, riferiscono alcune fonti.
La forchetta di prezzo indicativa – tra 10 e 50 centesimi di euro per azione – valorizza il capitale attuale tra 12 e 60 milioni di euro, contro i cinque miliardi del picco di capitalizzazione, con il conseguente azzeramento di fatto dei quasi 88 mila soci attuali.
Il cda terminato nelle prime ore della mattinata di ieri ha anche affrontato altri temi caldi. Dall’azione di responsabilità, con la nomina dei consulenti legali che dovranno portare in tribunale la causa agli ex vertici. Alla situazione delle partecipate Banca Intermobiliare e Bancapulia, per entrambe le quali sono in corso cause con i vecchi soci.
Un consiglio molto acceso, come testimoniato dalle parole del vicepresidente Giovanni Schiavon. Ex presidente del tribunale di Treviso, finito sulla graticola in consiglio dopo che nei giorni scorsi articoli di stampa hanno ricostruito i regali ricevuti dallo stesso Schiavon da parte di Consoli. Una bici da 5000 euro e un orologio d’oro bianco da 11 mila euro, paganti con i soldi della banca. Schiavon ha parlato di “dossieraggi”, precisando che potrebbe presto lasciare l’incarico al quale è arrivato appena un mese fa dopo un duro scontro in assemblea. Ma Schiavon ha anche parlato con durezza della situazione della banca e dei problemi di «fiducia, reputazione e liquidità», beccandosi un duro commento del presidente Stefano Ambrosini, che ha invitato il suo vice al silenzio.
Banca Imi e Atlante hanno dunque firmato nel pomeriggio di ieri l’accordo di sub-underwriting (garanzia) per effetto del quale il fondo, che fa capo a Quaestio Sgr, si farà carico della parte non sottoscritta. Accordo siglato dopo una estenuante trattativa tra le dieci banche del consorzio per il contratto sul quale poi far subentrare Atlante.
L’offerta partirà l’8 giugno e durerà fino alla fine del mese. La speranza, ribadita nel comunicato uscito nella serata di ieri, venti ore dopo la fine del consiglio, è che molti dei soci attuali sottoscrivano l’aumento. Resta comunque alto il rischio, come avvenuto con la Vicenza, che l’obiettivo di quotazione possa saltare: la condizione necessaria è che venga sottoscritto almeno il 25% dell’operazione per garantire la regolare costituzione del flottante.