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 2016  giugno 01 Mercoledì calendario

Quattromila liste civiche per 1.300 comuni

Quattromila liste civiche per 1.300 comuni: se è davvero questo il varco per il crimine organizzato, come denuncia l’Antimafia, allora la politica rischia di finire sbranata. Un fenomeno strabordante, che si impone nelle Regioni più popolose d’Italia e coinvolge quasi tutte le forze politiche. Ecco una fotografia ragionata di una tendenza che, a volte, si trasforma in malcostume. Regione per Regione, partito per partito.
SUD LEADER DELLE CIVICHE
Ogni comune del Mezzogiorno presenta in media 3,71 liste senza simbolo di partito. Sono 1.774 “civiche” per 477. Un calcolo al ribasso, in realtà, perché molti altri contenitori sono civici senza presentare questa dicitura. Il trend, in continua ascesa, non ha paragoni nel resto d’Italia. Al Centro, per dire, la media scende a 3 liste per ogni città al voto: sono 742 per 247 contese elettorali. Risalendo la Penisola, i numeri calano ancora, visto che al Nord corrono 1.394 “civiche” per 577 Comuni. In media, sono 2,41 per ogni comune.
PUGLIA IN VETTA
È la Regione in vetta alla classifica, in mano un record quasi imbattibile: 5,52 liste per ogni comune. E i numeri assoluti fanno impressione: ben 326 liste locali per i 59 comuni chiamati al voto. Con casi “esaltanti”, se si trattasse di una conta virtuosa: nel Comune di Adelfia, 17 mila abitanti, sono in campo ben 20 civiche. A tallonare la Puglia sono Lazio (a cui va dedicato un capitolo a parte) e Campania: lì l’elenco comprende 544 liste per 144 comuni al voto. Segue la Calabria, con una media di 3,57 civiche e qualche caso limite come Rossano: 36 mila abitanti abitanti e ben 18 liste in campo. Meno di Roma, per intenderci, dove il conteggio si ferma a 17. La Sicilia, invece, è un capitolo a parte: anche sull’Isola sono tantissime, ma una media sarebbe forviante perché il conteggio – affidato alla Regione – non usa gli stessi criteri del sito del Viminale.
ANOMALIA LAZIO
È un caso limite. Supera di parecchio il dato medio del centro Italia, con 3,89 liste per comune e 425 civiche in 109 centri. Con picchi che inevitabilmente fanno drizzare le antenne: 22 liste a Cassino, 18 a Nettuno e Latina, 16 a Sora. E 18 pure ad Alatri, con meno di 30 mila votanti.
ABRUZZO IL PIÙ VIRTUOSO
La Regione più virtuosa, se vale il criterio delle liste cittadine, è l’Abruzzo. La media è di 1,77 per comune al voto: in tutto 128 per 72 comuni. E se la cavano bene anche la Liguria (2,24 per città), Piemonte (2,27) e Lombardia (2,36). Sopra la media del Settentrione è invece il Veneto: 2,75 di media, con la Lega spesso costretta in solitudine a scontrarsi contro alleanze civiche.
TUTTI CIVICI NEL CASERTANO
Un boom anomalo è quello della provincia di Caserta. Le civiche sono straordinariamente presenti: si contano 18 civiche su 25 a Santa Maria Capua Vetere, 16 su 22 a Caserta, 15 su 21 ad Aversa, 15 su 18 a Sessa Aurunca, 13 su 17 a Marcianise. A Capua sono 15 su 17: praticamente tutte.
COSENZA CITTÀ DEI RECORD
È Cosenza, dove sembra che corrano quasi solo liste civiche: sono addirittura 27. E pure Crotone non scherza: 18 per una città da 62 mila abitanti.
LA MAPPA DEI PARTITI
Il dato delle civiche alleate alle forze politiche è un calcolo scivoloso. Intanto perché nei piccoli centri i partiti non presentano il simbolo. E poi perché Forza Italia non corre in molti comuni – anche di media grandezza – e sceglie di trasformarsi essa stessa in forza civica. Dove si presenta, comunque, è alleata con 92 liste cittadine. In tutto, il centrodestra va a braccetto con 247 civiche. Il Pd, invece, mostra quasi ovunque il proprio simbolo. Ha siglato intese con 311 contenitori senza insegne di partito. Quanto al Movimento cinque stelle, si presenta da solo ovunque.