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 2016  giugno 01 Mercoledì calendario

Se Berlino inciampa, la Ue può rovinare a terra

I sistemi politici tradizionali vacillano un po’ tutti in Europa. Crisi diffuse, nervosismo per il futuro ma finora danni limitati. Se però i tremori arrivano anche nella patria della stabilità che sta al cuore del Vecchio Continente, la Germania, le onde si prospettano davvero alte. Il fatto è che potremmo esserci. Per la prima volta nella storia della Repubblica Federale tedesca, un sondaggio dice che la Grosse Koalition, oggi al governo, non raggiunge la maggioranza dei consensi. Se si votasse domenica, i due partiti storici di massa – i cristiano democratici di Angela Merkel e i socialdemocratici, quelli che hanno ricostruito la Germania del dopoguerra – non arriverebbero al 50% sommando i loro voti. Secondo la società Insa che ha realizzato un sondaggio per il quotidiano Bild, l’Unione Cdu-Csu arriverebbe al 30%, la Spd al 19%.
Non siamo al panico esplicito. Alle perdite di consensi dei due grandi partiti popolari – soprattutto della socialdemocrazia, in una crisi che potrebbe rivelarsi esistenziale – corrisponde sì la crescita di un partito illiberale, la AfD, che viene dato tra il 12 e il 14%. Ma si può prevedere che, se alle elezioni dell’autunno 2017 la Grande Coalizione finisse minoritaria, qualche formula di governo che coinvolga anche i Verdi e i Liberali sarà trovata. Ciò aprirà una stagione nuova per la Germania e per le due maggiori famiglie politiche europee. C’è però un problema immediato interno alla coalizione di governo tedesca: la prospettiva di continuare a perdere voti, a destra per l’Unione, a sinistra e a destra per la Spd, ha già reso i partiti di maggioranza nervosi, litigiosi su rifugiati, economia, misure sociali, rapporto con la Russia. Una tendenza che nel prossimo anno e mezzo quasi certamente si intensificherà, provocherà paralisi e non potrà che riverberare sulla Ue. Se Berlino inciampa, la Ue può rovinare a terra.