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 2016  maggio 31 Martedì calendario

La vulnerabilità della Russia e la sua inesauribile fame di territorio

Saprebbe spiegare come è sia stato possibile che, in tutta la sua storia (a eccezione di Gengis Khan), nonostante il suo immenso territorio, la Russia non sia mai stata invasa da Stati stranieri?
Giulio Portolan
Pordenone

Caro Portolan,
Un russo le risponderebbe che il suo Paese è stato ripetutamente invaso da bellicosi vicini: non soltanto i mongoli dell’Orda d’Oro e i tatari, ma anche i cavalieri teutonici all’epoca del Granducato di Moscovia, i polacchi sino alla nascita della dinastia dei Romanov nel 1613, gli svedesi sino alla sconfitta di Carlo XII a Poltava nel 1709, i francesi di Napoleone nel 1812, i giapponesi nel 1904, i polacchi nel 1920, la Germania di Hitler nel giugno 1941. I russi ebbero le loro responsabilità e furono quasi sempre non meno bellicosi dei loro aggressori. Ma la storia del loro Paese è quella di uno Stato contrassegnato da confini incerti e mutevoli, difficilmente difendibili.
Vi è certamente uno stretto rapporto fra la vulnerabilità della Russia e la sua inesauribile fame di territorio. Quanto più le sue terre erano esposte alla minaccia di forze straniere, tanto più gli zar, a Mosca, si ritenevano obbligati ad allungare la distanza che separava la capitale dal mondo esterno. Per due secoli, dal Settecento all’inizio del Novecento, ebbero la fortuna di essere circondati da imperi troppo vecchi e stanchi – la Turchia, la Cina, la Persia – per conservare tutto ciò che avevano conquistato nei secoli precedenti. Nell’Ottocento, mentre i maggiori Stati europei si spartivano l’Africa, la Russia accelerò bruscamente la sua marcia attraverso il Caucaso, il Caspio, e i fiumi siberiani verso il Mediterraneo, le steppe dell’Asia centrale, le terre cinesi a sud dell’Amur e la Manciuria. In un libro pubblicato da Adelphi qualche anno fa ( Il grande gioco ), uno scrittore e viaggiatore inglese, Peter Hopkirk, ha calcolato che per quattro secoli «l’Impero russo si è venuto ampliando al ritmo di circa 150 km quadrati al giorno, più di 50.000 mila all’anno».
L’Europa e la Russia, caro Portolano, sono divise dalle loro rispettive visioni storiche. Mentre l’Europa ricorda la grande avanzata della Russia verso Occidente, dopo la Conferenza di Yalta e la fine della Seconda guerra mondiale, la Russia constata la continua avanzata della Nato, oggi ormai pronta a inserire anche il Montenegro nella sua organizzazione.