la Repubblica, 28 maggio 2016
In questo Roland Garros difeso dalla forza pubblica più ottusa del pianeta
L’argomento non è il tennis, e scusate se sciupo alcune righe. In questo Roland Garros difeso dalla forza pubblica più ottusa del pianeta, la iperorganizzazione sta raggiungendo limiti mai immaginati da Campanile o Woodhouse. Sapete come si fa per avere un bicchiere d’acqua calda? Si attende in fila una ventina di minuti, si versa un euro e 50, si ottiene un bicchiere di plastica istoriato dalla firma Lavazza. Si raggiunge così la facoltà si schiacciare un bottoncino della macchina automatica del caffè, si ottiene il bicchiere di acqua calda, la si consuma, si riconsegna il bicchiere vuoto alla cassa, e si riottiene l’euro e 50. Semplice, non vi pare? Quasi altrettanto semplice la visione del tennis interpretata dal croato Karlovic. Mentre tutti i tennisti stipendiano ormai coach e statistici, strateghi e matematici per raggiungere tattiche vincenti, Karlovic ha tentato di inventare un suo sistema che permetterebbe di abolire gli scambi seguenti alla prima. Nonostante il maggiore Wingfield, nel suo regolamento del 1874, avesse consentito l’irresponsabilità a chi cadesse in errore sul primo servizio, Karlovic ha evitato la concessione del perdono, attuando spesso un gioco tanto sintetico da annullare il palleggio.
Nel corso della sua attività Karlovic è conosciuto per aver messo a segno 10.710 prime palle, in gergo aces, assi, che significa prime vincenti, come controlla lo statistico Marianantoni. In una classifica post ‘68, si ritrova così al 1° posto, precedendo le 10131 del suo compaesano Ivanisevic, quello che a Parigi-Bercy venne fischiato per ogni asso dal pubblico, stufo di violenze. Nel corso del match contro un Murray convalescente, vuoi dal torneo di Roma, vuoi dal complesso di Elettra, lo Spaccaservizi ne ha messi in campo solo 14 e, dopo una vana ricerca ai servizi smarriti ha optato per la doccia. La sorpresa del giorno è legata non solo al nome di Petra Kvitova, vincitrice di ben due Wimbledon, ma a quello della sua vincitrice, Shelby Rogers, n.108, purtroppo ignara della notorietà di Ginger, tennista dilettante e danzatrice tanto professionale da affermare «Faccio gli stessi passi di Fred Astair, ma è più difficile con i tacchi».
Detto ciò, mi par giusto segnalare un altro inatteso avvenimento, questa volta verificatosi fuori dal campo, addirittura in ospedale. A furia di lift, il povero Nadal si è logorato il polso sinistro, e così ritirato, con vivo dispiacere del cinico scriba, che non riteneva colpevole il tendine sinistro di una sua futura eliminazione.