Corriere della Sera, 27 maggio 2016
Girone torna in Italia. L’India ha dato il via libera
Finalmente anche Salvatore Girone può far ritorno a casa. La Corte Suprema indiana ha concesso l’immediata esecuzione dell’ordine del Tribunale arbitrale internazionale dell’Aja, e il marò potrà rientrare in Italia in attesa che si svolga tutto il procedimento arbitrale.
Ci sono voluti quasi quattro anni (Latorre è invece in Italia già dal 2014, subito dopo aver subito un leggero ictus) dall’incidente della petroliera che portò all’arresto dei nostri due marò. Girone sarà in Italia probabilmente alla fine di questa settimana, certamente sarà a Roma per la festa del 2 giugno, anche se è improbabile che sfili durante la parata, come qualcuno ha chiesto apertamente (Giorgia Meloni: «Vogliamo vederli sfilare»). Sarebbe infatti considerata una scelta poco diplomatica: si starebbe comunque studiando una forma perché Girone partecipi alla Festa della Repubblica, sul palco o durante la cerimonia al Quirinale.
«Lasciatemi esprimere la soddisfazione per la decisione delle autorità indiane – ha detto il premier Matteo Renzi —. Girone nelle prossime ore sarà a casa. Confermo la stima e l’amicizia con l’India. Tutto il resto è solo polemica inutile. Su queste cose contano i fatti, i fatti sono questi, non c’è bisogno di aggiungere una sola parola».
Ma nelle file dell’opposizione sono in molti a criticare il governo, pur esprimendo soddisfazione per il ritorno di Girone, perché ci sono voluti ben quattro anni per arrivare a questo risultato. La Corte Suprema indiana intanto ha fissato sette condizioni per il rimpatrio provvisorio del fuciliere. Tra queste c’è la presentazione di garanzie da parte del marò e dell’ambasciatore d’Italia a New Delhi, l’obbligo di consegnare il passaporto, di firmare la presenza ogni mercoledì del mese presso la stazione dei carabinieri di Bari e il divieto di entrare in contatto con persone coinvolte nell’incidente della petroliera.
«Un grande risultato di lavoro di squadra – è stato il commento del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni —. Si chiude la parte più dolorosa di una ferita apertasi anni fa». Per Debora Serracchiani, vicesegretario del Pd e governatore del Friuli Venezia Giulia, «il governo italiano si è impegnato fin dal primo istante, credo onestamente che questo risultato sia il frutto di un’azione diplomatica costante, fatta in questi mesi».
C’è però chi ricorda che sono passati 4 anni, non poco tempo: Forza Italia chiede l’apertura di una commissione d’inchiesta sulla vicenda. Maurizio Lupi, presidente dei deputati Ap, commenta: «Dopo anni di gestione schizofrenica, il caso dei due marò trova uno sbocco positivo. È il segno che quando l’Italia si mette a fare le cose seriamente, i risultati si ottengono».
Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, respinge le polemiche: «I governi precedenti sono stati sostenuti da chi oggi attacca, mi riferisco a Forza Italia-Pdl. Questo invece è il governo che ha risolto e credo che oggi sia solo il caso di fare i complimenti».