la Repubblica, 26 maggio 2016
Certi animalisti non conoscono gli animali. A proposito della strage di galline e conigli a Spinea
La natura è meravigliosa, ma non è “buona”. È potente e feroce. Così, quando ho letto che in un’oasi naturalistica nella laguna di Venezia centinaia di galline, conigli e porcellini d’India erano stati scannati, ho subito pensato alla volpe, al cane e alla faina (se non avete mai visto un pollaio dopo l’irruzione della faina, voi non sapete che cos’è una carneficina). Ma il proprietario dell’oasi, un appassionato animalista, denunciava una strage perpetrata da persone cattive, che odiano le bestie. Suscitando immediata e sdegnata campagna social contro gli assassini. Ora risulta, dalle indagini, che a fare strage non sarebbe stato un Charles Manson delle bestie, ma Comare Volpe. Contrariamente a quanto asserito dal gestore dell’oasi, infatti, non è affatto vero che «i predatori uccidono solo quello che devono mangiare». I predatori possono uccidere per fare scuola ai cuccioli, o perché l’odore del sangue li eccita, o per altre spigolature della loro complicata etologia. Tra l’altro, concentrare in pochissimo spazio galline, conigli e porcellini d’India è come aprire un supermarket gratuito per i molti predatori che vivono tra noi. Ho la fortuna di vivere nella natura da quasi tutta la vita. Posso assicurare che gli animali non sono animalisti. Mi dispiace aggiungere che – come in questo caso – molti animalisti non conoscono gli animali.