26 maggio 2016
Una voragine sul Lungarno a Firenze inghiotte decine di auto • In Italia negli ultimi 35 anni si sono allargate millequattrocento voragini • Si ribalta un barcone al largo della Libia: salvati 562 migranti • In Italia arrivano duemila migranti al giorno • Hillary Clinton nella bufera per lo scandalo email • Trump avrebbe sottratto al fisco cinquanta milioni • In Italia vivono 1,1 milioni di bambini in povertà assoluta • Il ristorante che mette i cellulari sotto chiave
Voragine 1 Una voragine sul Lungarno a Firenze ha inghiottito decine di auto e costretto all’evacuazione alcuni palazzi. Alle 6.15 la voragine — provocata dalla rottura di una o due tubature dell’acqua — si allunga per ottanta metri, si allarga per oltre sette, profonda per quattro. «Sembrava non fermarsi mai e io ho pensato che avrebbe inghiottito tutto il Lungarno Torrigiani», racconta Paola Scottani, una testimone. Il domestico di Palazzo Capponi, una residenza del 1410, si affaccia dalla finestra e terrorizzato avverte la famiglia: «Sta crollando tutto, l’Arno ci divora, come nel ‘66». Decine di migliaia di famiglie restano senza acqua potabile per ore e la prima stima di danni supera i 5 milioni di euro. Fortunatamente, all’ora del crollo nessuno passava in quel tratto frequentatissimo dei Lungarni. E la voragine non si è espansa sino a insinuarsi nelle fondamenta di palazzi storici sulla riva del fiume. Due dei quali sono stati evacuati fino alle 18, ma non corrono pericolo. Il sindaco di Firenze Dario Nardella, puntando il dito contro Publiacqua, la società pubblico-privata che gestisce il servizio idrico fiorentino: «È un errore umano, un colpo al cuore di Firenze, e chi ha sbagliato deve pagare». La Procura ha aperto un’inchiesta (Gasperetti, Cds).
Voragine 2 Il primo allarme scatta a mezzanotte e mezzo, quando Publiacqua registra un calo di pressione nelle tubature. La perdita si individua sul lungarno Torrigiani, anche perché i residenti chiamano il 113 segnalando la strada allagata. Non è ancora il tubone fatale di 70 centimetri: è una condotta più piccola, di 40. S’invia una squadra e alle 3,20 della notte l’intervento è finito: il tubo rotto viene escluso, chiuso. Tutti di nuovo a letto. Poi alle 6.15 il secondo allarme: nuovo calo di pressione. Stavolta è il tubone, una condotta in ghisa anni Cinquanta. E quando scatta l’allarme è troppo tardi: il lungarno è già crollato. Il tempo di mobilitare le idrovore per svuotare dall’acqua la voragine, e scoppia la guerra della ricostruzione tra Palazzo Vecchio e Publiacqua, che ipotizza cause diverse dal tubo rotto. Dove starebbe l’«errore umano»? Secondo Palazzo Vecchio sta nel fatto che, se si esclude un tubo, si aumenta la pressione in quello che resta. Col rischio del “colpo d’ariete”, cioè del botto per troppa pressione (Vanni, Rep).
Voragine 3 Secondo Ispra e Protezione civile, millequattrocento voragini si sono allargate nel nostro paese, negli ultimi 35 anni, per le ragioni più diverse. Gian Vito Graziano, presidente nazionale dei geologi, ha lanciato l’allarme fragilità del suolo italiano: su 700mila frane mappate in Europa, 530mila sono nel nostro paese: «Molte grotte delle città costruite sul vuoto le scopriamo solo quando succede un accidente. Diversi sprofondamenti sono indotti, poi, dalla cattiva manutenzione quotidiana. Una delle cause è il pessimo stato della rete idrica». Gli acquedotti italiani perdono in media il 32 per cento, con punte del 70. L’acqua s’infiltra, dilava, porta via terreno e crea un vero e proprio scavo sul quale prima o poi crolla tutto quello che c’è sopra. «I gestori di acqua, ma anche di gas e luce, si preoccupano molto di quello che corre nelle loro gallerie di servizi», dice il geologo, «ma poco di quello che c’è all’esterno. Rompono, scendono, richiudono male. La legge chiede di lavorare a fianco di un geologo, non la fa nessuno». La spesa necessaria per manutenere la rete idrica italiana è stimata in cinque miliardi l’anno, 80 euro per abitante. Invece si investono solo 34 euro (dodici dove la gestione è affidata ai comuni). In Francia 88 euro per abitante, in Danimarca 129 euro (Zunino, Rep).
Migranti 1 Un barcone con a bordo circa 600 immigrati si è ribaltato al largo della Libia. L’intervento delle navi della Marina Italiana ha evitato che la tragedia assumesse i contorni ancora più drammatici: il bilancio è di 5 morti (il numero però potrebbe salire) ma 562 persone sono state salvate. Tra queste una bimba di 9 mesi che ha perso la mamma in mare (Cavallaro, Cds).
Migranti 2 Martedì scorso nel tratto di mare che separa la Libia dall’Italia erano in navigazione quindici gommoni carichi di persone. In tre giorni sono approdati sulle nostre coste 5.892 migranti, molti altri arriveranno nelle prossime ore, una media di 2.000 ogni 24 ore. Dopo le difficoltà dei mesi scorsi per reperire le imbarcazioni, le bande criminali si sono organizzate e sono riuscite a ottenere decine di mezzi. Uno dei canali di approvvigionamento è Internet, ma sono state scoperte anche «alleanze» che consentono agli scafisti di reperire gommoni cinesi e di assemblarli a vecchi motori acquistati in Qatar. Materiale scadente che comunque serve a «coprire» almeno la prima parte della traversata. Quando la barca va in avaria, scatta la richiesta di aiuto e le navi che pattugliano quel tratto di mare intervengono per il salvataggio (Sarzanini, Cds).
Clinton Hillary Clinton è nuovo nella tempesta per aver sottratto dagli archivi digitali federali, negli anni in cui era al governo, migliaia di email, trasferendole nel suo server privato. L’Ispettore generale del Dipartimento di Stato, un organo indipendente le cui decisioni non sono vincolanti, ha completato l’indagine sul caso e l’ha trasmessa al Congresso. Intanto sulla testa della Clinton continua a pendere l’inchiesta penale dell’Fbi che potrebbe anche concludersi con un’incriminazione. L’ex Segretario di Stato si è resa disponibile per un interrogatorio dall’Fbi che però non è ancora avvenuto. In caso di un’incriminazione, Hillary dovrebbe probabilmente rinunciare a candidarsi (Gaggi, Cds).
Trump Secondo un’inchiesta appena pubblicata dal Daily Telegraph, Donald Trump avrebbe concluso un affare da 50 milioni di dollari con una società islandese concepito in modo da evadere decine di milioni di tasse dovute al Fisco americano. Se la storia, sulla quale il quotidiano britannico ha lavorato per tre mesi, fosse fondata, anche Trump potrebbe rischiare un’incriminazione (ibidem).
Poveri In Italia, secondo l’Istat, vivono 1,1 milioni di bambini in povertà assoluta (Di Vico, Cds).
Ristorante Nell’hamburgeria di Eataly, nel centro di Torino, i clienti durante il pasto possono infilare i loro cellulari nella Black Phone, una cassetta di sicurezza nera, chiusa a chiave. Impossibile rispondere alle chiamate o chattare con gli amici lontani perché le chiavi della scatola le tengono i cassieri fino a che tutti non hanno finito di mangiare. L’idea è venuta a Fabrizio Cardamone, uno dei soci della struttura: «Vedevo coppie che non si scambiavano nemmeno una parola perché attaccate al telefono. Poi alzavano lo sguardo e si raccontavano di aver parlato con amici dall’altra parte del mondo. Mi sono detto, perché non spingerle a parlarsi fra loro?». L’esperimento ha riscosso un successo inaspettato. Ogni sera rinuncia a usare il cellulare per la durata del pasto una persona ogni cinque. E le richieste di chi vorrebbe aderire sono in continuo aumento. Ma per ora le scatole a disposizione sono solo 12. Oltre che alla realizzazione di otto nuove Black Phone, ordinate per andare incontro alla richiesta dei clienti, il circuito delle hamburgerie di Eataly esporterà la scatola in tutte le altre sette sedi italiane. Chi sceglie di separarsi dal telefono per il tempo di uno spuntino, ottiene anche un regalo. «Nella scatola mettiamo dei biscotti - spiegano al ristorante - se arrivi a fine cena senza volere indietro il cellulare li vinci. Ma alle persone, in realtà, basta avere l’occasione di liberarsi anche solo per poco dalle distrazioni digitali» (Callegaro, Sta).
(a cura di Roberta Mercuri)