Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1916  gennaio 23 Domenica calendario

I libri del giorno. A Parigi durante la guerra. Poesie per soldati. Novelle prima della guerra

Diego Angeli, l’elegante scrittore romano, continua le sue interessantissime lettere da Parigi, nell’ultimo «Quaderni della guerra», la pubblicazione così felicemente ideata ed attuata dalla Casa Treves. È questa la terza raccolta dell’Angeli, dopo «La Francia in guerra» e «L’agonia di Reims».
Se le scene della guerra e dell’invasione, quali furono descritte dall’Angeli in quei due volumi, sono piene di tragico interesse, non meno interessanti per altri riguardi e per un diverso ordine d’osservazioni e d’emozioni, sono i riflessi della guerra nei luoghi dove non si combatte, la vita intensa d’ansia, d’attesa, di resistenza morale della metropoli; le ripercussioni dolorose della guerra nella vita civile, nella vita privata, con nobilissime manifestazioni di generosità, di fede, di patriottismo; gli stretti legami tra la guerra e la politica, la guerra e la chiesa.
Tutti questi aspetti secondari della guerra offrono materia all’Angeli per una serie di capitoli attraentissimi nella loro varietà, pieni di calore e di colore, ricchi di particolari nuovi e caratteristici, osservati con acutezza e resi con sincerità.
L’Angeli ha una viva simpatia per il grande popolo che ha saputo dare una così mirabile prova di fortezza, d’abnegazione e di resistenza. L’ultimo capitolo «Anniversario» ha pagine vibranti d’ammirazione e di fede nei dentini della Francia; ma la sua simpatia non gli fa velo alla sincerità, e la sua schiettezza ha notazioni caustiche e gustose nei capitoli su «Gl’imboscati della vita» e «Mondanità».
Sono poi di particolare interesse gli echi della politica italiana a Parigi, l’ansietà sulla condotta dell’Italia prima della nostra dichiarazione di guerra, il capitolo su «1’Italia monarchica e la Francia repubblicana», quello sul discorso in Campidoglio, che a Parigi ebbe un’eco trionfale, e rese d’un tratto popolare sui boulevards il nome dell’on. Salandra.
La conoscenza secura che il nostro vivace e brillante scrittore ha di Parigi nella sua vita normale e multiforme dà alle sue lettere sullo stato attuale della più fascinosa città d’Europa un valore d’intensa attrazione.
Sulla bocca dei nostri soldati al fronte, nelle lunghe marce, nei treni militari che partono infiorati e acclamati, fioriscono gli stessi canti di guerra che eccitavano gli entusiasmi e animavano i combattimenti dei padri e dei nonni nelle guerre del ’59 e del ’66. Il nemico è lo stesso, – la nuova guerra non è in sostanza che la ripresa e il compimento, dopo mezzo secolo, di quella malamente troncata nel ’66 – e quei canti dimenticati tornano vivi e freschi, vibranti di amor patrio e di fede a traverso due generazioni.
Il professor Arnaldo Monti, uno studioso appassionato e diligente della poesia italiana, raccoglie in un bel volume sotto il titolo: Quadri e Suoni di guerra, quei canti ingenui e fervidi, e le migliori poesie patriottiche dei poeti del Risorgimento, dal Prati al Dall’Ongaro, al Carrer, al Rossetti, al Fusinato, riesumando anche poesie poco note di poeti celebri, come l’animatissimo Fuoco! di Goffredo Mameli.
A quei canti dei padri intramezza molto opportunamente numerose poesie e frammenti di poeti moderni, – Carducci, Pascoli, D’Annunzio – che esaltano le glorie passate e presentono le venture ormai prossime, come la magnifica Torpediniera del D’Annunzio, che è veramente profetica.
Agli inni patriottici si alternano con attraente varietà episodi e visioni di guerra. Brevi note chiariscono il senso ove occorra, spiegano un’allusione, danno un’indicazione storica e geografica. Il bel volume è adorno di un’artistica copertina del pittore Paoletti, ove brilla il tricolore.
Questo libro prezioso in cui è la più schietta e calda espressione d’italianità nei canti del popolo, dei soldati e dei poeti, è il dono migliore che si possa inviare a chi è là, di fronte al nemico, a combattere per noi.
L’infaticabile Luciano Zùccoli, che è uno dei più felici narratori italiani, sia per la vena inesauribile ed abbondante che per lo stile facile e fluente, anche in quest’anno angoscioso ci offre uno dei suoi squisiti volumi. Come il titolo dice Novelle prima della guerra,nel libro non è l’eco delle fucilerie né del sangue che scorre sui campi di battaglia.
Infatti le novelle raccolte in questo volume furono scritte tra il 1913 ed il 1914, in tempo di candida pace e ozio tranquillo, ed erano state preannunziate con altro titolo. Sono scorci della nostra vita – amori, passioni, peccati, frivolezze – d’un tempo che è appena di ieri, e che sembra tanto lontano. Escono ora in tempo di guerra, – fra orrori, lutti ed angoscie, – e la loro aria tra sorridente e ironica potrà sembrare a taluni stonata nel momento presente.
Un’avvertenza messa innanzi al volume che esce in elegante edizione Treves, dice le ragioni della pubblicazione malgré tout; e il perché del titolo messo in fronte al libro ad attestare la sua origine in tempi più sereni.
Leggendo ora queste novelle caustiche e leggere, amabilmente scettiche, talvolta amare e toccanti, si è quasi sorpresi di ritrovarci, ancora noi, nella temperie di vita d’un anno e mezzo fa. Ma siamo ancora noi? Il colore del mondo può esser così mutato nel volger di pochi mesi? E tale contrasto con lo stato d’animo presente, dà alla lettura un sapore singolare, una attrattiva in consueta…