la Repubblica, 25 maggio 2016
Amministrative low-cost, ecco quanto spendono i candidati per farsi eleggere
Campagna “low cost” per le amministrative di giugno. Con budget e spese ridotte rispetto a cinque anni fa. Scelte obbligate, spesso. Tra crisi economica e disaffezione dalla politica, praticamente ovunque le cifre stanziate dai candidati sindaco e dai partiti che li appoggiano sono in calo. E comunque lontani dalle spese milionarie delle tornate precedenti. In alcune città le previsioni di spesa sono dimezzate in confronto al 2011.
Milano si riconferma capitale economica. Eppure, anche qui, si sta assistendo a un ridimensionamento. Un abisso, se si considera che l’ex sindaco Letizia Moratti investì solo per la sua riconferma (mancata) circa 7 milioni di euro, anzi 12 milioni sommando anche tutte le liste che allora la appoggiavano. Altri tempi, sicuramente faraonici. Questa volta, tra i due principali aspiranti a Palazzo Marino, Giuseppe Sala per il centrosinistra e Stefano Parisi per il centrodestra, sembra esserci un testa a testa anche sul fronte delle spese. Lo staff dell’ex Mr Expo – ieri anche il Consiglio di Stato ha giudicato inammissibile il ricorso del Movimento 5 Stelle sulla sua ineleggibilità – aveva previsto inizialmente un budget per l’intera campagna «inferiore al milione di euro». Una stima che, dicono dal quartier generale, è già stata ridotta del 20 per cento. Al massimo, quindi, si arriverà a 800mila euro: un traguardo da conquistare anche puntando su cene con potenziali grandi finanziatori (Sala è volato a Londra per un appuntamento organizzato dal finanziere Davide Serra, ne ha un altro sponsorizzato dal patron di Eataly Oscar Farinetti) e che rimarrà al di sotto degli 874mila euro di Giuliano Pisapia cinque anni fa. Un segnale: a oggi, a poco più di dieci giorni dal voto, le cifre investite si aggirano attorno ai 400mila euro. Si punta (molto) sui volontari che distribuiscono materiali porta a porta. O, come ha fatto una delle liste che lo appoggiano, si fa ricorso a colpi di inventiva: Sinistra x Milano ha messo all’asta i calzini rossi portafortuna indossati proprio da Pisapia durante la precedente campagna. L’acquirente, manco a dirlo, lo stesso Mr Expo per 550 euro. Sull’altro fronte, anche Parisi finora è sotto quota 500mila euro: 150mila in manifesti e affissioni, altri 100mila per eventi, altrettanti in merchandising e ulteriori 50mila in analisi e ricerche. Decisamente più “francescano” il candidato del Movimento 5Stelle Gianluca Corrado, che dichiara 25mila euro, e quello di Milano in Comune, lo storico volto della sinistra Basilio Rizzo, che non arriva ai 20mila euro.
Passiamo a Torino. Tutti i candidati spenderanno complessivamente quasi due milioni di euro. Di questi, 810 mila euro sono da intestarsi al sindaco uscente Piero Fassino del Pd e alla coalizione che lo sostiene. La quota riservata al solo candidato sindaco è di 370mila euro.
A Roma, il partito che investe di più è Fratelli d’Italia, con 360mila euro a sostegno di Giorgia Meloni. La lista che appoggia l’imprenditore Alfio Marchini conta di arrivare, tra manifesti e altro, a 220mila euro.
Il Partito democratico a sostegno del vice presidente della Camera Roberto Giachetti ha messo a bilancio 202mila euro. Arriva a 150mila euro la spesa del comitato elettorale dello stesso candidato. Il Movimento 5Stelle per la campagna di Virginia Raggi finora ha previsto 160mila euro. I Radicali si fermano a 15 mila euro. A chiudere la classifica, c’è il Popolo della Famiglia che per Mario Adinolfi stanzia di 5mila euro.
Anche a Bologna budget più magri rispetto al passato. Il totale si aggira sui 600mila euro: circa la metà della precedente tornata quando i candidati di allora, Cazzola e Delbono, dichiararono rispettivamente 1,2 milioni di euro e 400mila. Il budget più alto è del sindaco uscente Virginio Merola del Pd. Le liste della sua coalizione spendono complessivamente 225 mila euro, a lui sono dedicati 95mila euro che probabilmente saliranno a 110mila da qui al 5 giugno. «Meno della metà comunque rispetto al 2011», sottolineano i democratici di Bologna.