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 2016  gennaio 26 Martedì calendario

Pipì bevute, cosce incise col bisturi, colli di gallina strappati a mani nude: ecco la routine della «coppia dell’acido»

• Alexander Boettcher, avendo scelto il rito ordinario, è ancora in attesa di conoscere la sua condanna. Stamattina sono stati mostrati in aula su richiesta di uno dei legali di parte civile, l’avvocato Paolo Tosoni, nell’ambito del processo a carico dell’ex broker, cinque video. In uno l’obiettivo riprende Boettcher concentrato e sicuro mentre con un bisturi incide l’iniziale del suo nome nell’interno coscia sinistro di Martina Levato. Lei guarda in camera, sospira, tradisce un lieve dolore. Lui al termine del “lavoro” guarda dritto in camera con aria soddisfatta. I cinque filmati sono stati definiti dal pm Marcello Musso «sadismo puro». In uno c’è «Martina Levato che beve l’urina dell’imputato» da una bottiglia e scherza con lui dicendo: «E se poi vomito?». In un altro si vede Boettcher che «strappa la testa di una gallina che perde sangue che cola sul pavimento». Per entrambi i video il ragazzo ha minimizzato dicendo che «quella non era urina, era uno scherzo» e che l’animale era stato ucciso «per essere mangiato». Boettcher continua a professarsi innocente ed estraneo alle aggressioni. Ha negato di aver «mai acquistato sostanze esplosive o corrosive» e che l’acido serviva solo per fare le pulizie in alcuni appartamenti di sua proprietà. Ha negato di aver «mai parlato di acido» con Elena Agostoni, una ragazza con cui ha avuto una relazione e che ha fornito questo dettaglio durante la deposizione. Infine, rispondendo alle domande dei legali di parte civile, ha detto che «il padre di Pietro Barbini pensa che io c’entri con l’aggressione e quindi vuole farmi più male possibile».È sicuro che Gherardo Barbini, il padre del ragazzo sfigurato, abbia fornito una versione molto diversa dalla sua solo perché ormai si è convinto della sua colpevolezza sebbene lui non abbia fatto nulla. A suo dire, dunque, Barbini padre mente quando dice di averlo sentito incitare Martina a lanciare l’acido e averlo visto rincorrere suo figlio con un martello. Il motivo? «Perché vuole farmi il più male possibile». Prima del filmato in aula ha giurato di non aver mai fatto scarnificazioni sulla sua amante Martina. La madre di suo figlio, il bambino nato il 15 agosto scorso e di cui non si conosce ancora il destino, se sarà dato in adozione a una famiglia esterna, se sarà affidato ai nonni, o se resterà a loro (con le ovvie difficoltà che la loro lunga detenzione comporterà). Con la solita espressione impassibile ha spiegato così il motivo per cui alle prime ore del 2 novembre 2014, giorno dell’aggressione a Savi, il suo cellulare è stato agganciato a una cella vicina all’appartamento del complice Magnani: «Forse quella notte, come altre volte, ero passato all’Ortomercato dove facevo la spesa all’ingrosso da un amico prima che aprisse il mercato e compravo di solito mirtilli, more e frutti di bosco» [Salvatore Garzillo, Libero 27/1/2016].