libero , 22 maggio 2016
I voucheristi dovrebbero lavorare 126 anni per maturare una pensione minima. Lo ha calcolato la Cisl Veneto
Lavorare per 126 anni e 6 mesi per maturare una pensioncina di 673 euro al mese. È questa la prospettiva dei voucheristi, il popolo multiforme e vario che dal 2008 svolge piccoli lavoretti per un periodo di tempo ridotto (dalle pulizie domestiche alla raccolta di frutta e verdura), e viene retribuito con titoli al portatore del valore nominale di 10 euro lordi. L’esplosione nell’utilizzo di questo sistema di pagamento e gestione dei rapporti occasionali di lavoro – con effetti peggiori, secondo i detrattori, della precarizzazione galoppante di fine anni ’90 – ha costretto recentemente anche il giocondo Giuliano Poletti, ministro del Welfare con un passato importante al vertice delle coop, ad ammettere che il sistema ha bisogno di correttivi anti truffa. Ma non subito, per carità: con calma. E così nei prossimi 2 mesi via Flavia dovrebbe introdurre una sorta di tracciabilità preventiva all’utilizzo dei voucher: in futuro, quando i tecnici di Poletti saranno comodi – e magari sarà passata la stagione dei raccolti, i datori di lavoro dovranno comunicare, via sms o via mail, un’ora prima codice fiscale del lavoratore e luogo della prestazione. Un controllo per evitare che si utilizzino i buoni solo quando arriva un controllo o addirittura a posteriori quando il voucherista ha un piccolo o grande incidente sul lavoro.
TUTTO VIRTUALE
Truffe a parte, il problema è che se è vero che il lavoratore a voucher può intercettare i picchi di domanda di lavoro ed essere pagato subito (si possono riscuotere il giorno stesso), la prospettive di incassare un giorno la quota di contributi previdenziali che viene trattenuta (tra tasse, contributi e assicurazione Inail il singolo voucher d 10 euro si riduce a 7,5 euro netti), è aleatoria. Meglio ancora: virtuale. La Cisl Veneto – regione che ha il primato nazionale nell’utilizzo dei voucher – ha fatto di conto e scoperto che per maturare una pensione minima (673 euro), l’ipotetico lavoratore a gettone che svolga solo questi tipo di attività dovrebbe faticare per la bellezza di 126 anni e 5 mesi. Il lavoro mantiene giovani, certo, però nonostante tutte le conquiste della scienza e della medicina difficilmente si arriverà in questo secolo a campare 150 anni.
TASSA MASCHERATA
Di più: i contributi previdenziali trattenuti al momento dell’incasso altro non sono che una tassazione mascherata che alimentano il gettito complessivo dell’Inps, però non aggiungono molto alla singola posizione del lavoratore. Insomma, lo Stato tra tasse e contributi si tiene 2,5 euro per ogni 10 euro di voucher, salvo poi non garantire alcun tipo di prestazione. Spiga l’ufficio previdenziale della Cisl Veneto: «Con sei mesi di lavoro pagato con voucher (9.333 euro lordi, il tetto annuo) si accantonano all’Inps gli stessi contributi previdenziali che si maturano in due mesi di lavoro pagato mille euro», chiarisce Vanna Giantin, esperta della Cisl in materia di previdenza, «senza contare che non si ha diritto agli Assegni famigliari, alla Naspi né, se si e poveri, all’Asdi». In pratica si ha diritto solo a campare, nella speranza di superare i più longevi centenari. Ma non basta. Su ogni voucher pesa un contributo di 0,70 centesimi (su quelli standard da 10 euro, ne esistono anche da 50 euro), che copre in teoria l’assicurazione per i rischi sul lavoro. Basta infatti avere in tasca un singolo voucher, per una singola ora di lavoro per essere coperto dalla polizza pubblica. Bene per il lavoratore, benissimo per l’impresa, un po’ meno bene per lo Stato (e la fiscalità generale) che a fronte di 70 centesimi deve garantire prestazioni a volte molto onerose: «Il lavoratore», spiega il segretario dalla Fai Cisl del Veneto, Onofrio Rota che contro l’abuso dei voucher ha aperto il primo maggio scorso una guerra personale, «beneficia di indennità e rendite pari a quelle di cui ha diritto un lavoratore. Bene per il voucherista, male per la collettività che si assume tutti i costi a fronte di un versamento all’Inail di 0,70 centesimi, ma soprattutto bene per il datore di lavoro che si assicura con 10 euro rispetto ad ogni evenienza, infortunio in itinere e mortale compreso».
CORRETTIVI
Insomma, una bomba innescata sul pianeta lavoro/previdenziale.Ora Poletti promette correttivi, intanto l’utilizzo dei voucher, dal 2008 al 2015 ne sono stati scambiati 278 milioni con incrementi di vendite a due cifre (oltre il 70% anno su anno), e fra 30 anni la collettività si troverà a pagare milioni di giornate lavorative non adeguatamente coperte da una contribuzione generosa. Proprio un’idea geniale, ma tanto tra 30 anni all’Inps non ci saranno più gli attuali timonieri e neppure a via Flavia...