il Fatto Quotidiano, 22 maggio 2016
Cronaca di una giornata di campagna elettorale di Denis Verdini
Quando la giovane turca del Pd incontra il vecchio fiorentino di Ala, il gioco si fa duro e ci va di mezzo la mamma di una senatrice democratica che vive sotto scorta per le minacce del clan dei Casalesi. L’arrivo di Denis Verdini a Napoli e il bacio e l’abbraccio con la candidata sindaca renziana Valeria Valente producono un effetto surreale: i valori si stravolgono, gli schemi saltano. A cominciare dai principi dell’anticamorra in politica.
Le pagine partenopee di Repubblica hanno appena rivelato che tra i candidati di Ala c’è (ed è in sala) Vitale Calone, figlio di un presunto boss del Rione Traiano già condannato per spaccio di droga, ma per Verdini “la lista è pulita, non cambio idea, le persone rispondono per quello che hanno fatto loro, non per quello che hanno fatto gli altri, e poi esiste il diritto all’oblìo per chi è stato condannato e ha scontato la pena”. Se ne può discutere. Ma quando una cronista ricorda al plurimputato toscano l’intervista della senatrice Rosaria Capacchione all’Huffington Post e la stravolge con una domanda sul “Verdini simbolo delle collusioni con le mafie”, lui sbotta: “Collusa ci sarà la mamma della Capacchione”.
È fatto così, l’uomo. E i suoi discepoli campani, in primis il senatore Vincenzo D’Anna, che ancora ieri esibiva come foto profilo dei social una immagine in Parlamento affianco a Nicola Cosentino, imputato in quattro processi per contiguità con il clan che ha intimidito la Capacchione per le sue inchieste giornalistiche anticamorra nel Casertano.
Per Cosentino, tra le cui imputazioni ce n’è una di concorso esterno in associazione camorristica – il processo Eco 4 – nessun richiamo alla signora che lo ha messo al mondo, solo le carezze garantiste di Verdini (“mille giorni di carcerazione preventiva non sono una cosa seria”) e di un partito che a Napoli altro non è che la Fenice di ‘Forza Campania’, il movimento fondato dall’ex sottosegretario di Berlusconi per contrastare all’interno della maggioranza l’allora governatore azzurro Stefano Caldoro.
Era il gennaio 2014, tre mesi prima del suo ultimo arresto. La prima sentenza su Cosentino dovrebbe arrivare a fine estate. Nel pubblico c’è uno dei suoi ex collaboratori, ora lavora nello staff di un senatore di Ala. Rimescolanze. Contaminazioni. Eredità politiche. Un percorso con il Pd che non è iniziato ieri ma nel 2015 con la candidatura a governatore di Vincenzo De Luca. Lo sottolinea la Valente: “Sinceramente non capisco questo imbarazzo da parte di alcuni del mio partito, ricordo che Ala, anche se si chiama ‘Campania in rete’, è in Regione da tempo. La mia coalizione è di centrosinistra, riformista che apre a forze di sinistra e moderate”.
Antonio Bassolino, da un altro convegno napoletano, la pensa diversamente: “Con Ala a Napoli questo non è più centrosinistra”. Poi scrive con ironia su Verdini: “Non cambia idea sulla lista a Napoli? E ci mancherebbe, il problema è che non cambia idea il Pd”. Il partito, sul caso Calone, per ora è fermo alla posizione espressa dalla Valente: “Quel candidato di Ala è un incensurato, aspettiamo le verifiche sui rapporti di questa persona”. Verdini apprezza le parole della candidata sindaca: “La ringrazio per la franchezza con cui ci ha tolto dall’imbarazzo, lodando la scelta di non nasconderci dietro una lista civica”.
È tutto sin troppo chiaro. Come gli obiettivi di Ala, illustrati dal senatore Antonio Milo: “Puntiamo al 5 per cento, a diventare la prima forza della coalizione dopo il Pd”. Con quel che ne conseguirebbe in caso di vittoria della Valente (che però i sondaggi danno molto improbabile): l’attribuzione del vice sindaco, deleghe di peso in giunta.
Uno scenario che andrebbe oltre quello romano, all’appoggio esterno al governo Renzi. In linea però con quegli equilibri: “Senza sotterfugi o ragionamenti di potere – dice Verdini – solo coerente con la scelta fatta a livello nazionale e con gli investimenti del governo Renzi su Bagnoli. Il partito della nazione non c’entra niente”. È il partito di Napoli.