CorrierEconomia, 23 maggio 2016
Il lusso promette bene, da Moncler a Lvmh, passando per Ferragamo e Cucinelli. La top ten delle migliori performance
Il 2016 sarà un anno di lusso. Almeno questa è l’opinione di alcune autorevoli case di investimento che hanno espresso un giudizio favorevole sulle prospettive dell’andamento dei profitti delle società del settore. Per il momento il mercato conferma abbastanza le attese: da inizio anno l’indice S&P 500 global luxury perde «solo» il 7% in un contesto ancora molto negativo per la maggioranza delle più importanti piazze finanziarie mondiali, con l’eccezione degli Usa, in attivo da inizio anno. Un contesto dove a mettersi in mostra è proprio una società italiana, Moncler, che con un guadagno del 18,7% si posiziona tra le prime 10 dell’indice mondiale della categoria. L’ultimo attestato di fiducia è arrivato da Credit Suisse che in un report diffuso lo scorso 10 maggio ha alzato il giudizio sul settore da underweigth (sottopesare in portafoglio ndr ) a overweigth (sovrappresare ndr ). A fare cambiare idea alla prestigiosa banca d’affari svizzera è stato il venire meno della bolla di aspettative che nel corso degli ultimi anni si era creata sui tassi di crescita attesi dei profitti.
Le idee«Abbiamo consigliato di sottopesare il comparto – si legge nello studio – dall’aprile del 2014, ora vediamo una serie di ragioni positive per cambiare idea. La prima è che le attese di crescita degli utili nei prossimi 12 mesi è scesa a +5%, rispetto al +10% di un anno fa (un dimezzamento ndr ), valore che ci sembra finalmente realistico. Si sta inoltre stabilizzando l’andamento della domanda in Cina che aveva sofferto negli anni più recenti a causa delle politiche anti corruzione del Paese». La Cina ha un ruolo fondamentale sui consumi mondiali di prodotti di lusso rappresentando circa il 30% del fatturato di settore. Correre Economia ha messo in rassegna le principali società del settore per capire l’umore degli investitori sulle prospettive di questa categoria di titoli che ha una forte rappresentanza tra le blue chip di Piazza Affari e più in generale in Europa.
Lvmh il gruppo francese proprietario di 70 marchi del lusso internazionale che comprendono alcolici, abbigliamento, gioielli e profumi, è la principale società quotata nel Vecchio Continente con una capitalizzazione di 73 miliardi. Da inizio anno il titolo è invariato facendo meglio dell’indice di riferimento a livello mondiale. Su Lvmh Credit Suisse ha un giudizio d’acquisto così come su Swatch Group. Ma è la pattuglia di titoli italiani la più numerosa tra quelli monitorati dalla banca d’affari svizzera, tra cui svettano Salvatore Ferragamo, Tod’s e Brunello Cucinelli. Ferragamo ha riportato i conti del primo trimestre 2016 all’inizio del mese di aprile: utile netto pari a 34 milioni in crescita del 10,2% e un risultato operativo 49 milioni. Dati che si confrontano con un fatturato però in lieve contrazione. Sul titolo della maison fiorentina Credit Suisse ha portato il giudizio a neutral (neutrale ndr ) dal precedente outper form (farà meglio del mercato ndr ) limando il prezzo obiettivo a 22 euro da 24.
Le proiezioniMentre Mediobanca sul titolo ha un giudizio neutrale con target 23 euro. In ogni caso su 24 analisti censiti da Bloomberg prevale la fiducia: 9 consigliano di acquistare, 13 di tenerlo in portafoglio, e solo 2 di venderlo. Il prezzo obiettivo medio è di 28,83 euro. I primi a scommettere sul comparto del lusso sono stati però gli analisti di Goldman Sachs. In un report di fine gennaio scorso annunciavano una svolta rivedendo al rialzo il giudizio su Lvmh, Kering, e Burberry. Ma la scommessa più forte della banca d’affari statunitense è stata Moncler giudicata la più promettente sul piano della crescita. Una scommessa vinta due volte: da inizio anno Moncler è la migliore blue chip di Piazza Affari con un rialzo superiore al 18% e tra i primi 10 nella lista dell’indice mondiale S&P 500 global luxury. Mentre dal punto di vista dei fondamentali la società ha chiuso il primo trimestre con un rialzo dei ricavi del 18%. Un incremento ottenuto in un contesto di mercato non favorevole e molto più forte delle aspettative. Dato ancora più notevole se si pensa che nel primo trimestre del 2015 la crescita era stata di oltre il 30%. Sono andate meglio le vendite in Nord America ed in Asia. Risultati che hanno portato con se una raffica di promozioni. Su 22 analisti censiti da Bloomberg, ad oggi ben 18 hanno ancora un giudizio d’acquisto. Il target price medio è di 17,85 euro.