Corriere della Sera, 23 maggio 2016
Una giovane mamma troppo stanca per pensare di farcela. Uccide il suo bambino e poi si impicca
Erano una macchia nella pineta. Il volontario della protezione civile di Celleno, spedito a cercarli, giura che parevano alberi e foglie. Pensava di lasciarseli alle spalle in cerca di un indizio migliore ma poi ha guardato meglio. Lei era appesa al ramo di un albero basso. Lui era sotto un giaccone. La corda? Una fascia porta-bebè. Nessun giallo dicono gli investigatori di Montefiascone, in provincia di Viterbo, dov’è avvenuto il ritrovamento. Ma solo il mistero di una giovane mamma che si vedeva sconfitta. E che avrebbe soffocato il figlio prima di impiccarsi.
Si chiama depressione post partum e colpisce dall’8 al 12 per cento di mamme secondo le statistiche. È dura anche se tutti sono dalla tua parte. Ma se sei sola, allora, forse, neppure vuoi ammettere di avere un problema.
Cecilia Frassine, 22 anni, italo-austriaca, figlia di genitori divorziati, studentessa universitaria, madre sola, era, probabilmente, una di loro senza neppure saperlo. Un caso comune. La separazione dei suoi l’aveva spinta a farsi autonoma prima del tempo. A cercare anche un figlio, ma poi, chissà, il progetto dev’esserle sembrato una scorciatoia.
Dall’Austria, dove studiava, la ragazza era venuta qui per una vacanza sul lago di Bolsena. Lei, sua madre e Matteo di 4 mesi. Un bungalow nella pineta del campeggio dove veniva da piccola, qualche escursione e alla sera pizza e gelato al ristorante Isola Blu. Da martedì 17 maggio era questa la sua routine. Ma sabato sera dopo la cena, il bungalow si era riempito di urla di Matteo. Il bambino aveva ancora energie, non voleva dormire e pareva, anzi, volesse svegliare il resto del mondo. Anche in quel momento Cecilia ha preso l’iniziativa, da sola senza chiedere una mano, rassegnata a quel compito: «Lo porto fuori e cerco di farlo dormire».
Qualche ora dopo la madre, davanti ai carabinieri della stazione locale, s’è detta angosciata. Ha descritto la figlia, ha raccontato com’era, ha riferito del piercing sul labbro superiore, ha dato informazioni su com’era vestita, spiegato il taglio dei capelli, detto il motivo che l’aveva spinta a uscire. L’intenzione era quella di passeggiare in silenzio con il bambino, fino a farlo addormentare: «Ha lasciato anche lo smartphone, pensava di stare fuori solo pochi minuti».
Poi però la donna, 48 anni, separata – ieri i carabinieri hanno chiesto aiuto alla polizia austriaca perché rintracciasse e informasse l’ex marito – ha parlato di sé e del proprio divorzio, di suo marito, il padre di Cecilia. Insomma la donna ha tirato fuori tutta la sua preoccupazione: «Matteo è nato quattro mesi fa e porta il nostro cognome, mia figlia è una madre sola con una storia già finita alle spalle. Anche per me, a volte, è difficile capire a cosa sta pensando in questo periodo» ha detto ai carabinieri della stazione di Viterbo, guidata dal colonnello Mauro Conte. Fuori duecentocinquanta uomini di unità della Croce Rossa e della protezione civile, associazioni di volontariato e carabinieri la cercavano già. L’hanno trovata al mattino appesa a un albero dal fusto largo e i rami bassi. Sul corpo di Matteo, che indossava una tutina, c’era la giacca. Cecilia ha camminato un chilometro circa, dicono gli inquirenti, per trovare quell’albero basso.
Gli investigatori ora hanno acquisito anche lo smartphone della ragazza, per capire se un sms o una chiamata può averla spinta in qualche modo a cercare quel ramo. La Procura di Viterbo si è messa in contatto con quella austriaca. In questa storia senza padri bisogna ancora avvisare tutti e due, il papà di Cecilia e l’altro, quello di Matteo. Chiara Capezzuto, il pubblico ministero della procura di Viterbo ha fatto il sopralluogo e preparato l’incarico per il medico legale. Le autopsie saranno due, ma la pista dell’assideramento del neonato sembra improbabile. Da un primo accertamento dei medico legale, tutto sarebbe stato deciso poco dopo l’uscita dal bungalow: forse Cecilia Frassine si era convinta che le cose non potessero funzionare.