MilanoFinanza, 20 maggio 2016
Ultime sulla corsa per Rcs
La sfida per il controllo di Rcs Mediagroup non si gioca solo nelle stanze del potere bancario, ma anche in borsa. E la giornata di ieri ne è stata la dimostrazione. Perché il titolo Cairo Communication, la società che l’8 aprile ha annunciato l’ops sul gruppo di via Rizzoli (azione valutata 0,527 euro), dopo diverse sedute in calo e un lieve assestamento ha ripreso a correre.
Le azioni del gruppo controllato (73%) da Urbano Cairo sono rimbalzate a 4,66 euro (+5,52%), per una capitalizzazione di 365 milioni che la riavvicina sensibilmente a quella della potenziale preda. Rcs, con 380 milioni di market cap, dal canto suo continua a salire arrivando a 0,73 euro (1,7%), allontanandosi dal valore dell’opa (0,7 euro) promossa da Andrea Bonomi assieme agli alleati Diego Della Valle, Pirelli, UnipolSai e Mediobanca, che al momento pare essere premiante. Rincorsa simbolica ma significativa, quella a Piazza Affari, perché proprio sulla valutazione delle due aziende si gioca il successo o meno dell’offerta carta-contro-carta lanciata da Cairo. E se il 5 aprile quest’ultima capitalizzava 371 milioni, con un gap a suo favore di 156 milioni su Rcs (215 milioni), tale distanza si è andata via via assottigliando fino a registrare lunedì 16 maggio, giornata nella quale è stata ufficializzata la contro-opa, una netta inversione di tendenza a favore del gruppo editoriale guidato dall’ad Laura Cioli (oggi il cda si esprimerà sull’opa di Bonomi&Co) che aveva chiuso con una market cap di 362 milioni contro 340 della Cairo Communication.
Ora pare essere ripartita la controffensiva finanziaria volta a ribilanciare i pesi in campo. Anche se pure ieri è passato di mano quasi il 2% di Rcs per un saldo da inizio settimana del 15%, a dimostrazione che alcuni soci si stanno riposizionando in attesa di futuri sviluppi. Che dovrebbero passare da un miglioramento delle condizioni dell’ops lanciata dal patron di La7 e del Torino calcio, con la revisione dei parametri d’offerta, la possibilità di prevedere un conguaglio cash e la fusione tra le due società. Tutte condizioni da valutare da parte di Cairo, perché in questo caso la diluizione nel capitale dell’azienda che oggi controlla saldamente sarebbe significativa.
Intanto il mercato si interroga su chi possa entrare in scena a fianco dell’editore piemontese e di Intesa Sanpaolo, primo creditore di Rcs, azionista al 4,18% e advisor con Banca Imi di Cairo. I nomi circolati finora (la Sator di Matteo Arpe, il fondo Clessidra del nuovo corso targato Pesenti o il fondo Neuberger Berman) non hanno trovato conferma. Ma è certo che Ca’ de Sass si stia muovendo per trovare l’equity necessario. E se non sarà la famiglia Rotelli (3,48%), che per ora resta alla finestra, chissà che il partner finanziario non possa essere Palladio Finanziaria, partecipata da Intesa al 9%.