Corriere della Sera, 20 maggio 2016
Paramount, affibbiare l’immagine di un nuovo canale a un frammento della vecchia Mtv non è una grande idea. Sopprattutto se si tratta di un incerto Mandelli e di una Crescentini che giocano a fare i piccoli cineasti
In tutta sincerità, come biglietto da visita mi aspettavo qualcosa di più sostanzioso. Quando si apre un nuovo canale, in questo caso Paramount Channel, il network di intrattenimento di Viacom International Media Networks Italia, visibile sul 27 del Dtt, la prima preoccupazione è quella di imporsi con una nuova identità, diversa dalla concorrenza. Tenendo anche presente che una decina di anni fa su Sky si poteva vedere «Paramount Comedy».
Paramount è un marchio storico di Hollywood («If it’s a Paramount Picture, it’s the best show in town», era il suo motto): cento anni di storia e migliaia di film di successo ( Titanic, Forrest Gump, Shrek, Indiana Jones, Star Trek …). Una leggenda, qualcosa di più di una leggenda, vuole che sia stato un emigrante torinese, un operaio specializzato in scenografie o un fotografo, a sottoporre ai creativi della Paramount una bozza del Monviso, divenuto poi marchio. Personalmente avrei insistito su questo racconto popolare.
E invece abbiamo Francesco Mandelli e Carolina Crescentini che giocano al piccolo cineasta: «Lost in Paramount», una striscia della durata di 5 minuti a puntata. I due, rinchiusi in una baita di montagna, sono costretti a seguire le istruzioni di un misterioso maestro, un certo Lars, «il più grande regista del cinema d’autore di tutti i tempi», il quale deve insegnare loro i canoni fondamentali della ripresa cinematografica: la location, il primo bacio, il piano d’ascolto, la profondità di campo… È un gioco di citazioni molto forzate, non c’è spensieratezza cinefila, ma solo furbizia, giusto per promuovere il canale.
Francesco Mandelli si trova poi in uno stato di incertezza, diviso tra i cinepanettoni e le mene autoriali (il deludentissimo «La solita commedia-Inferno»), avendo abbandonato il suo solo vero successo, I soliti idioti. Affidare l’immagine di un nuovo canale a un frammento della vecchia Mtv non mi è sembrata una grande idea.