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 2016  maggio 20 Venerdì calendario

Il fascismo è nato in Francia

A proposito degli intellettuali, lei ha scritto che l’Italia e la Francia hanno fatto una doppia esperienza: quella del fascismo e quella del comunismo. Ma in realtà il fascismo ha conquistato il potere soltanto in Italia, mentre in nessuno dei due Paesi il comunismo ha realizzato i suoi obiettivi. Forse ho capito male: vuole spiegarsi meglio?
Elisabetta Raggi
Pavia

Cara Signora,
Il fascismo ha conquistato il potere, in Italia nell’ottobre del 1922 o, più precisamente, dopo l’assassinio di un deputato socialista, Giacomo Matteotti, nel giugno del 1924. Ma le sue radici sono soprattutto francesi. Uno storico israeliano, Zeev Sternhell, ha brillantemente ricostruito il percorso di una ideologia nazionalista, sociale, anti-positivista e anti-liberale che comincia a manifestarsi dopo la disfatta francese del 1870, prende corpo durante il caso Dreyfus (il capitano ebreo ingiustamente accusato di spionaggio per la Germania), trova un fertile terreno di coltura nelle vie di Parigi durante gli scontri con le sinistre nella prima metà degli anni Trenta, esercita una considerevole influenza sul regime del Maresciallo Pétain dopo la sconfitta del 1940.
Mussolini non ha mai negato il debito del fascismo verso gli intellettuali francesi fra Ottocento e Novecento. Considerava Ernest Renan un precursore e ammirava, in particolare, Georges Sorel, teorico del sindacalismo rivoluzionario. Dopo la morte di Sorel, dette istruzioni all’Ambasciata d’Italia a Parigi perché vigilasse sulle condizioni della sua tomba.
Quanto ai comunisti, cara Signora, è certamente vero che non sono andati al potere né in Francia né in Italia. Ma vi è stata una fase storica (più lunga in Italia) durante la quale il partito riuscì a esercitare una sorta di egemonia culturale, soprattutto nel mondo accademico e nella editoria. Il merito fu soprattutto di Palmiro Togliatti. Dopo il suo ritorno da Mosca nel 1944, garantì una calorosa accoglienza ai giovani che avevano fatto le loro prime esperienze giornalistiche nella stampa dei Guf (Gruppi universitari fascisti) e raccolto i primi allori nelle gare culturali dei Littoriali, una iniziativa di Giuseppe Bottai e Alessandro Pavolini avviata nel 1934. Soltanto una parte di quei giovani divenne comunista, ma la politica di Togliatti riuscì a creare l’impressione che il comunismo italiano sarebbe stato alquanto diverso da quello sovietico.