20 maggio 2016
Scompare un aereo sulla rotta Parigi-Il Cairo • È morto Marco Pannella • La compagna dell’uomo che avrebbe ucciso la piccola Fortuna tenta il suicidio • Una modella racconta delle offerte di Antinori per avere i suoi ovuli • L’ex generale Mori assolto anche in appello • Sta per aprire il tunnel ferroviario più lungo del mondo
Aereo È precipitato il volo MS804 della compagnia di bandiera EgyptAir diretto da Parigi al Cairo. Aveva lasciato il terminal 1 dell’aereoporto parigino Roissy - Charles de Gaulle alle 23.09 di mercoledì, e 10 minuti dopo è decollato alla volta del Cairo. A bordo c’erano 66 persone, delle quali 10 membri dell’equipaggio e 56 passeggeri (30 egiziani, 15 francesi, 2 iracheni, e un britannico, belga, portoghese, canadese, kuwaitiano, saudita, sudanese, ciadiano, algerino). Alcuni erano bambini. Dell’equipaggio facevano parte tre agenti di sicurezza. L’ultimo contatto verbale alle 1.50, quando il pilota ha detto «nessun problema» al controllore aereo greco, mentre sorvola l’isola di Kea. «Era di buon umore e ha ringraziato parlando in greco», ha fatto sapere il caposquadra Constantin Litzerakos. Alle 2.26 i greci hanno tentato di nuovo di parlare al pilota per comunicargli che stava entrando nello spazio aereo egiziano, ma non hanno ottenuto risposta. Tre minuti dopo l’aereo è entrato sotto la gestione egiziana. Alle 2.37, secondo il ministro della Difesa greco Panos Kammenos, «l’aereo ha compiuto una virata di 90 gradi a sinistra poi di 360 gradi a destra precipitando da 37 mila a 15mila piedi (da 11mila a 4.500 metri). Poi la sua immagine è andata perduta». Alle 2.39 il contatto radar è stato definitivamente interrotto. L’Airbus, atteso al Cairo alle 3.15, è scomparso. Dopo ore di ricerche, frammenti (giubbotti di salvataggio e pezzi di plastica) sono stati avvistati nel pomeriggio al largo dell’isola greca di Karpathos, ma in serata il governo di Atene ha smentito che si tratti dei resti del volo MS804. Le ottime condizioni meteo, il velivolo relativamente recente (2003) , la mancanza di segnali di allarme prima del disastro fanno pensare a un’improvvisa esplosione in volo (Montefiori, Cds).
Ipotesi La prima ipotesi è che l’aereo abbia subito un attacco terroristico. Se davvero è stato un attentato si dovrà scoprire come l’ordigno sia sfuggito ai controlli. Gli Shabaab somali hanno cercato di distruggere un Airbus usando un computer bomba: si è salvato perché deflagrato a bassa quota. L’Isis, invece, ha abbattuto il Metrojet russo grazie alla complicità di addetti ai bagagli a Sharm El Sheikh. Il jet, prima di arrivare a Parigi, aveva visitato l’Asmara (Eritrea), Il Cairo, Tunisi. L’intelligence sta ora esaminando con attenzione la lista dei passeggeri e le identità di chi è entrato in contatto con il velivolo. E in Francia è emerso che numerosi dipendenti dello scalo De Gaulle avevano rapporti con ambienti estremisti. Un’altra ipotesi è l’avaria improvvisa, testimoniata dalle disperate manovre del pilota per riprendere il controllo. Oppure molti hanno pensato a un dirottamento finito in tragedia, con una colluttazione in cabina tra pirati e i tre sceriffi del cielo che erano a bordo del volo. O al tradimento dell’ufficiale. Qualche similitudine c’è anche con il mistero del 777 malese svanito a marzo 2014: la virata inattesa di 90 gradi, la sparizione nel punto di passaggio tra due centri di controllo (Olimpio, Cds).
Pannella/1 A 86 anni poco prima delle due di ieri è morto in clinica a Roma Marco Pannella. Era da tempo malato: aveva un tumore al fegato, un altro al polmone e innumerevoli metastasi. Oggi pomeriggio in una sala di Montecitorio verrà allestita la camera ardente. Poi il feretro verrà portato nella sede del Partito Radicale, alle spalle del Pantheon, dove passerà la notte, vegliato dai suoi compagni di partito. La mattina di sabato dalla sede dei Radicali sarà portato con un piccolo corteo a piazza Navona per un funerale laico. E domenica mattina partirà per il suo ultimo viaggio, direzione Teramo, la sua città natale, dove verrà tumulato nella tomba di famiglia (Arachi, Rep).
Pannella/2 «La morte di Marco Pannella mi addolora profondamente», ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella. Matteo Renzi ha voluto ricordare Pannella come «il leone delle libertà», ma anche «un grande leader politico, il leader radicale che ha segnato la storia di questo Paese con battaglie talvolta controverse ma sempre coraggiose». L’ex leader della Lega Umberto Bossi che ieri è scoppiato in un pianto dopo aver saputo della sua morte. Anche Silvio Berlusconi è rimasto toccato dalla scomparsa di Pannella, e ha voluto salutarlo con un «grazie ti sei sempre battuto per la libertà», con una curiosa sintonia con padre Federico Lombardi che ai microfoni di Radio Vaticana ha detto: «Marco Pannella è una persona con cui ci siamo trovati spesso in posizioni discordanti, ma di cui non si poteva non apprezzare l’impegno totale e disinteressato per nobili cause, come quella dei carcerati». La presidente della Camera Laura Boldrini: «È un uomo che ha dato molto al dibattito parlamentare». Pietro Grasso, presidente del Senato, ha ricordato il leader politico con un post su Facebook: «Marco Pannella ha affrontato la sua malattia con la stessa fierezza con la quale, per decenni, si è battuto per le cause in cui credeva» (ibidem).
Pannella/3 Emma Bonino, per tanti anni al fianco di Pannella nelle sue battaglie, ha detto a Radio Radicale: «Mancherà a tutti, penso, persino ai suoi avversari. È stato molto amato ma poco riconosciuto nei suoi meriti in questo Paese che tanto gli deve. Credo che il suo modo di essere, la sua irruenza, il suo modo per rompere conformismi incrostati debba far riflettere molti, ci mancherà e mancherà al Paese piu che a noi Radicali che lo abbiamo fatto nostro: mancheranno il senso delle istituzioni, delle regole e dello Stato di diritto, che serve ai più deboli e fragili, perché i potenti lo ritengono spesso un intralcio». Il loro sodalizio risale agli anni 70 e si consolida nel 1976 quando Emma Bonino, capolista radicale in molte circoscrizioni, viene eletta alla Camera a soli 28 anni con Pannella, Mauro Mellini e Adele Faccio. Ci sono stati anche i distacchi. Quando Bonino si candidò al Quirinale nel 2013, tanti notarono una freddezza di Pannella. Ma la frattura più profonda risale al 28 luglio 2015, quando Pannella in diretta da Radio Radicale disse: «Tunisia, Marocco... Emma Bonino corre da una parte all’altra. Ma che cosa faccia davvero lo sappiamo da indiscrezioni, si comporta come se non avesse nulla a che fare con i Radicali...» (Conti, Cds).
Pannella/4 «Pannella mandò Rutelli a farsi arrestare davanti alla base Usa della Maddalena insieme con Gaetano Quagliariello. Se sentiva che uno dei pulcini si era organizzato il week end con la fidanzata, il venerdì sera chiamava a casa: «Domani dobbiamo andare a Rebibbia per una manifestazione. Questione di vita o di morte». Daniele Capezzone, con cui ruppe in una delle prime dirette streaming, quando parlava con Marco stava sull’attenti. Giovanni Negri, che oggi è uno stimato produttore di vino, veniva costretto a digiuni ancora più feroci di quelli di Pannella (…) E lo storico tesoriere Paolo Vigevano, che adesso è un manager con casa ai Parioli, si doveva spogliare nudo su un palco per promuovere una delle mille lotte radicali» (De Marchis, Rep).
Pannella/5 Ai militanti ha lasciato un messaggio registrato di 40 secondi: «ragazzi, niente tristezza, non mollate mai, sappiate che alla fine abbiamo vinto noi» (Clemente J. Mimun) (La Mattina, Sta). [Sull’agomento leggi anche il Fatto del Giorno]
Fortuna Marianna Fabozzi, compagna di Raimondo Caputo, che avrebbe gettato dal palazzo del Parco Verde di Caivano la piccola Fortuna dopo averne abusato per anni, ha provato a impiccarsi nel carcere di Pozzuoli. Aveva appena visto e sentito le figlie ribadire a giudici e avvocati che subivano abusi sessuali da Titò, il patrigno Caputo, mentre la mamma era in casa. La prima, Anna, 11 anni, pur cercando di salvare sua madre, ha ricordato che a violentare e far volare giù la piccola Fortuna Loffredo, detta Chicca, nel giugno 2014, era stato Titò. E che sua mamma aveva saputo. «Questo è il nostro segreto, mi disse lei» (Sannino, Rep).
Ovuli Lucia Sciliberto, 20 anni, modella, è nell’elenco di un dossier riservato con le 23 ragazze donatrici di ovuli nella clinica Matris (sequestrata) del ginecologo Severino Antinori, arrestato. La ragazza nega d’essersi prestata all’intervento chirurgico e alla terapia preparatoria. Dice di essere stata contattata, appena finito il liceo, da una «organizzatrice di eventi» che l’ha accompagnata alla clinica: «Ho appena vent’anni, la vita e il mondo davanti; non voglio dire di no a niente e nessuno senza prima vedere, valutare di persona. Mi hanno promesso 1.500 euro. Pochi. Hanno rilanciato, arrivando a duemila. Ma qualcosa non mi rassicurava. Hanno insistito, con decisione. Mi hanno spiegato tutto, compreso il bombardamento ormonale. Ho domandato se potevo interrompere la cura nel caso in cui avessi iniziato a star male. Hanno risposto che non se ne parlava neanche, se il contratto partiva dovevo arrivare fino in fondo. Allora ho rinunciato. Sono scappata e non mi sono più fatta trovare». Comunque la foto della ragazza è tra quelle che Antinori mostrava come donatrice di ovuli agli aspiranti genitori che si rivolgevano a lui (Galli, Cds).
Mori La corte d’appello ha confermato l’assoluzione dell’ex generale dei carabinieri ed ex prefetto Mario Mori e del colonnello dell’Arma Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento per la mancata cattura di Bernardo Provenzano nel 1995. È un pezzo della trama della cosiddetta “Trattativa” fra Stato e mafia al tempo delle stragi, che già il tribunale aveva negato tre anni fa, dichiarando innocenti gli imputati (Bianconi, Cds).
San Gottardo Il 1 giugno verrà inaugurato in Svizzera il nuovo tunnel ferroviario del San Gottardo: con i suoi 57,1 chilometri è il più lungo del mondo, battendo quello di Seikan, in Giappone (53,9 chilometri). Gli svizzeri sono riusciti a finire i lavori con un anno di anticipo rispetto ai tempi previsti e hanno rispettato il budget preventivato di 23,5 miliardi di franchi. Quando l’11 dicembre la galleria entrerà in funzione definitivamente, potranno circolare sino a 260 treni merci (erano 180) e quelli passeggeri impiegheranno 20 minuti per attraversare il tunnel. I convogli potranno, infatti, raggiungere una velocità massima di 249 km/h (160 km/h quelli merci). Questo consentirà, entro il 2020, di far risparmiare ai passeggeri 45 minuti tra Milano e Zurigo (Ribaudo, Cds).
(a cura di Daria Egidi)