la Repubblica, 18 maggio 2016
La rovinosa parodia della superstizione anti-vaccinazioni
È importante approfondire i meccanismi della superstizione anti-vaccinazioni che sta prendendo piede, purtroppo, anche in sedi teoricamente autorevoli (vedi l’ormai famigerato sproloquio di Red Ronnie su Rai due). Perché quella superstizione è una delle espressioni più emblematiche (e pericolose) di molti dei mali psicologici del nostro evo, a partire dalla sfiducia preconcetta per qualunque tipo di autorità e di sapere sedimentato. Se tutto è truffa di pochi contro molti, bugia del potere, trama contro il popolo inerme, perché mai la ricerca scientifica e la medicina “ufficiale” dovrebbero essere immuni dal sospetto? Inutile opporre statistiche, sciorinare dati, far parlare chi di quelle cose si occupa, con competenza e passione, da una vita. È saltato (o è seriamente in crisi) uno dei meccanismi primari dell’organizzazione sociale: la fiducia. Nel potere, nei partiti, nelle élite di qualunque livello e di qualunque natura. Ovvio che di questa caduta dell’autorità portano qualche responsabilità anche le autorità medesime. Altrettanto ovvio che se la critica del potere (che in sé è il sale della democrazia) diventa l’arma finale dei ciarlatani, o peggio ancora il pretesto dei mediocri per sentirsi meno mediocri, alle porte non c’è una rivoluzione, ma solo una sua rovinosa parodia.