18 maggio 2016
I vescovi contro la legge sulle unioni civili • Sì europeo alla flessibilità di bilancio chiesta dall’Italia • Guerriglia in piazza a Parigi contro il Jobs act di Hollande • Una ventiquattrenne accoltellata dall’ex • In futuro i treni potranno viaggiare senza il macchinista • La «seconda pelle» del Mit che ci ringiovanirà per 24 ore
Unioni civili Nell’assemblea generale dei vescovi, ieri il cardinal Bagnasco ha condannato senza appello contro la legge sulle unioni civili, approvata l’11 maggio scorso: «La legge sulle unioni civili sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia anche se si afferma che sono cose diverse: in realtà le differenze sono solo dei piccoli espedienti nominalisti, o degli artifici giuridici facilmente aggirabili, in attesa del colpo finale, l’utero in affitto». le sue parole hanno scatenato una ridda di polemiche. Persino il ministro Alfano ha trovato il modo di dissentire dal presidente della Cei: «Lo dico con il rispetto che ho sempre avuto e continuerò ad aver per il cardinale Bagnasco, ma la sua interpretazione della legge sulle unioni civili con il lasciapassare per l’utero in affitto non corrisponde a quanto nella legge c’è scritto. Nella legge che abbiamo votato le unioni civili sono un nuovo istituto nettamente e non nominalisticamente diverso dal matrimonio, non sono previste le adozioni per le coppie omosessuali né nella forma diretta né nella forma indiretta della stepchild adoption. Meno che mai nella legge si accenna all’utero in affitto che non potrà certo essere introdotto in futuro nella nostra legislazione in base a questa norma. Di questo i tribunali dovranno necessariamente tenere conto: c’è un nuovo istituto, le unioni civili, che ha diritti e doveri, e tra i diritti non è contemplato quello dell’adozione» (Arachi, Cds).
Flessibilità Uno scambio di lettere tra Padoan, Moscovici e Dombrovskis ha aperto la strada alla flessibilità di bilancio chiesta dall’Italia per il 2016. Oggi la Commissione europea dovrebbe autorizzare una flessibilità fino a 0,85% del Pil, stimabile in 14 miliardi. Resta invece in discussione il problema principale della mancata riduzione del maxi debito pubblico. I dati tecnici inviati dal vicepresidente lettone della Commissione europea e dal commissario francese per gli Affari economici, Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, hanno ribadito questi orientamenti già espressi mercoledì scorso a Strasburgo dall’organismo del lussemburghese Jean-Claude Juncker. E che sono stati influenzati da trattative tra i governi perché, oltre all’Italia, anche Spagna, Portogallo e Francia rischiano deviazioni di bilancio. «Abbiamo ottenuto un accordo significativo e importante — ha commentato il premier Matteo Renzi —. Non è la soluzione di tutti i mali, ma afferma un principio: sulla flessibilità l’Europa c’è». Dombrovskis e Moscovici scrivono che oggi a Bruxelles intendono «raccomandare» ai 26 colleghi di approvare flessibilità per l’Italia fino a 0,85% del Pil (stimabile in 13-14 miliardi). Copre i costi per riforme (0,5%), investimenti (0,25%), emergenze migranti (0,04%) e antiterrorismo (0,06%). «Nessun altro Stato membro ha mai chiesto, né ricevuto questa flessibilità» sottolineano nella lettera a Padoan, sollecitando in cambio «un impegno chiaro e credibile che l’Italia rispetti i requisiti del patto di Stabilità nel 2017». A Bruxelles temono una deviazione di 1,5-2% del Pil. Sul maxidebito, che nel 2016 è stimato dalla Commissione ancora al picco del 132,7% del Pil (come nel 2015), Dombrovskis e Moscovici rinviano prudentemente a un rapporto tecnico in elaborazione basato «sull’articolo 126 (3) del Trattato» (Caizzi, Cds).
Parigi Ancora una giornata di proteste ieri in tutta la Francia contro la legge El Khomri, il Jobs Act in salsa francese. E ancora poliziotti con i caschi e gli scudi anti-sommossa da una parte, a lanciare gas lacrimogeni in piena Parigi. E, dall’altra, i manifestanti che si proteggevano con i fazzoletti sulla bocca e gli occhiali da piscina sugli occhi. Alcuni di loro, vicino alla metropolitana di Vavin, in uno dei quartieri più chic della città, hanno lanciato oggetti contundenti e pietre, divelte dal pavé delle strade, contro le forze dell’ordine. François Hollande, accusato di essere troppo debole debole nei confronti del movimento, ieri mattina, prima che iniziasse la sesta giornata nazionale di proteste in poco più di due mesi, ha preso la parola alla radio Europe 1: «Non cederò su questo progetto di legge». Che prende il nome dalla ministra del Lavoro, Myriam El Khomri, e punta a introdurre maggiore flessibilità e a rendere più facile il licenziamento di tipo economico. Ieri, secondo le autorità, sono scese in piazza in tutta la Francia 68 mila persone, che sono meno delle 390 mila del 31 marzo scorso. Ma che rappresentano sempre un numero elevato. E a causa delle violenze ci sono stati anche 87 manifestanti fermati dalla polizia. Secondo l’ultimo sondaggio dell’istituto Bva, il 54% dei francesi appoggia le proteste (Martinelli, Sta).
Delitto Debora Fuso detta Debi de-de, 24 anni. Residente a Magnago (Milano), una passione per il canto, per quattro anni aveva convissuto, tra alti e bassi, con Arturo Saraceno, 33 anni, operaio, originario di Potenza, da lei affettuosamente soprannominato Pisolo. Si dovevano sposare il mese prossimo ma siccome da qualche tempo discutevano di continuo qualche giorno fa lei l’aveva lasciato ed era tornata a casa dei genitori. Martedì scorso tornò nell’appartamento forse per un chiarimento, forse per prendere qualcosa ma subito scoppiò lite e lui afferrò un coltello da carne. Lei alla vista della lama si precipitò fuori casa ma lui la raggiunse sul pianerottolo e la colpì quindici volte in tutto il corpo. Poi scese le scale e e davanti all’androne del palazzo la stessa lama se la conficcò nello sterno, senza però riuscire a morire. Primo pomeriggio di martedì 17 maggio in via Cardinal Ferrari 3 a Magnago, comune di novemila abitanti del Milanese.
Treni Tra le novità che saranno presentate a Milano al congresso mondiale sul «railway research» (29 maggio-2 giugno) i treni che potranno viaggiare senza il macchinista. In Australia, la sperimentazione è a un livello avanzato: nella regione di Pibara il colosso minerario Rio Tinto ha messo sui binari AutoHaul, il treno a totale automazione controllato nella centrale di Perth, a migliaia di chilometri di distanza. Ancora più lontano, sulla direttrice terra-cielo, l’esperimento chiamato Ersat: in questo caso il percorso del convoglio è monitorato dal satellite Galileo. Idea italiana all’avanguardia e test condotti su una linea locale in Sardegna. E ancora: sul fronte della velocità, si torna a parlare di Hyperloop, l’avveniristico mezzo di trasporto che vuole portare i passeggeri da San Francisco a Los Angeles in 30 minuti dentro capsule lanciate a 1.200 chilometri all’ora (Sottocornola, Cds).
Second skin Al Massachusetts Institute of Technology dopo nove anni di test hanno inventato «Second skin», un polimero in grado di mimare le proprietà dell’epidermide di un giovane: elastico e riflettente, si applica sul viso cosparso di una speciale crema. Il «film» così ottenuto è iper-sottile e permette alla pelle sottostante di respirare. Per almeno 24 ore si indossa senza problemi. L’effetto di ringiovanimento, secondo il team americano, è stupefacente. Scompaiono le rughe e le borse sotto gli occhi si attenuano, ma i lineamenti non si alterano. Sebbene non ancora approvata dalla Food&Drug Administration (l’ok dell’ente federale sarà indispensabile nel caso «Second Skin» sia venduta come cosmetico), la «maschera» potrebbe arrivare presto sul mercato Usa. Al Mit si sostiene che l’utilizzo migliori la pelle «originale», agendo sul collagene e sulle fibre di elastina (Beccaria, Sta).
(a cura di Roberta Mercuri)