Il Messaggero, 17 maggio 2016
Va all’asta la prima copia di Alice nel paese delle meraviglie
Il prossimo 16 giugno, a mezzogiorno, verrà messa all’asta – in una vendita indipendente – una delle ventitré copie rimaste della prima edizione de Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, da Christie’s, la più grande casa d’aste del mondo, al Rockefeller Plaza di New York. Come sostiene Francis Wahlgren, direttore internazionale del Science & Books di Christie’s, la più grande passione di Lewis Carroll, che era anche docente di matematica a Oxford, era quella di raccontare storie. E questa prima edizione, che risale al lontano 1865, stimata tra i due e i tre milioni di dollari, rivela diversi indizi, diverse tracce, che permettono di ricostruire la storia che c’è intorno a uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale, per bambini e non solo.
L’INIZIO
Tanti lettori sono convinti che tutto abbia inizio un giorno d’estate, da una bambina annoiata che sogna di seguire un coniglio bianco. E invece la vera storia comincia il 4 luglio 1862, quando Charles Dogson, per i lettori Lewis Carroll, insieme al reverendo Robinson Duckworth, con Lorina, Edith e Alice, le tre figlie dell’amico Dean Liddel, escono per fare un giro in barca sul Tamigi. Durante il pomeriggio Carroll racconta loro la prima parte delle avventure di Alice sotto terra, che sarebbe diventato poi Alice nel paese delle meraviglie. Sulla via del ritorno, proprio Alice, quasi riconoscendosi nelle avventure di un personaggio immaginario con il suo stesso nome, chiede a Carroll di mettere per iscritto la sua storia.
Carroll ci lavorò tre anni, a fianco del celebre illustratore John Tenniel della rivista “Punch”. D’altronde, come si legge proprio nell’incipit di Alice: «Alice cominciava a sentirsi assai stanca di sedere sul poggetto accanto a sua sorella, senza far niente: aveva una o due volte data un’occhiata al libro che la sorella stava leggendo, ma non v’erano né dialoghi né figure, – e a che serve un libro, pensò Alice, – senza dialoghi né figure?».
LA PROVA
Nel giugno 1865, la prima edizione – la stessa che gli aspiranti proprietari troveranno all’asta il 16 giugno – fu stampata con l’intenzione, da parte di Carroll, di pubblicarla con McMillan & Co. il 4 luglio, esattamente tre anni dopo quel viaggio reale e immaginario sulle acque del Tamigi. Carroll richiese cinquanta copie per sé, da dare in giro, ma pochi giorni dopo Tenniel gli disse che era insoddisfatto di come erano stati stampati i suoi disegni. Carroll, quindi, fu costretto a ritirare le duemila copie, già stampate, e a richiedere indietro quelle che aveva appena spedito. Di quelle duemila copie, oggi ne sono rimaste ventitré, di cui solo cinque appartengono a privati.
INTATTA
«Una di quelle ventitré copie – racconta Wahlgren – la metteremo all’asta il 16 giugno, e in centocinquant’anni è rimasta integra, intatta, nelle condizioni ideali per un collezionista. Presenta ancora la sua rilegatura originale, nella veste rossa, con il frontespizio e i titoli pensati da Carroll. Questo libro è la ragione per cui faccio il mio lavoro qui, da Christie’s».
Avevano ragione Eco e Calvino, a pensarci bene. Il primo quando diceva che la lettura, in fondo, non è altro che un’immortalità all’indietro. Il secondo, quando diceva: «Io credo questo, le fiabe sono vere».