ItaliaOggi, 17 maggio 2016
Quando la contraffazione arriva nell’aldilà neanche Gucci può fare niente. Succede a Hong Kong dove la gente si fa seppellire con falsi di lusso
Non si scherza con la morte e sui suoi riti, a Hong Kong. Ora lo sa bene Gucci, marchio italiano del lusso che appartiene al gigante francese Kering. Nel voler difendere la propria opera in Asia, ha impermalosito gli abitanti di Hong Kong. Tutto è iniziato un mese fa, quando, con una lettera ha chiesto ai negozi specializzati in articoli per riti funebri di smettere di vendere copie di carta delle sue borse con tanto di logo.
Alcuni hanno accettato. Molti, invece, hanno letto nella missiva di Gucci un’ingerenza nei loro riti di saluto ai defunti. Gucci si è scusato pubblicamente, la settimana scorsa, assicurando di non aver voluto offendere nessuno, ma che lo scopo era soltanto quello di difendere i propri diritti di proprietà intellettuale come fa in tutto il mondo. Nessuna azione giudiziaria è stata promossa. I commercianti non pensavano di far danni. Infatti, questi articoli di carta venduti nei loro negozietti sono destinati a essere bruciati in onore dei defunti. Come avveniva nell’antico Egitto quando per garantire una buona sorte al defunto si accompagnava il suo viaggio verso l’aldilà con tutto quello che, simbolicamente, gli era caro o utile. Oltre a questi Gucci, Louis Vuitton, Burberry falsi, vi si trovano, alla rinfusa, cesti con New Balance, calze, dentiere, auto, telefoni. Una moltitudine di prodotti contraffatti per l’oltretomba che possono far sorridere in Occidente, ma non in Asia. «Ci rammarichiamo per questo malinteso, ha insistito Gucci, garantendo di avere «immenso rispetto» per i riti funebri.