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 2016  maggio 17 Martedì calendario

Moby Dick, la storia della balena che finì nel reno

Quando abitavo a Bonn, dall’inizio della primavera fino all’autunno, tre volte al giorno una balena passava sotto le mie finestre che davano sul Reno. Anzi si fermava quasi sotto casa mia. Per poi ripartire. E naturalmente sul fianco portava il nome: Moby Dick. E continua a farlo per la gioia dei turisti che compiono una mini crociera, meno di otto chilometri da Bonn a Königswinter, risalendo la corrente.
Un battello truccato da balena, secondo me piuttosto orripilante, che ricorda uno storico evento. Esattamente mezzo secolo fa, il 18 maggio del 1966, due marinai di una chiatta, Bernd Albrecht e Willi Dethlev, chiamarono la polizia fluviale a Duisburg: «C’è una balena nel Reno». Per prima cosa i poliziotti li sottoposero a un alcol test. Siete ubriachi già la mattina?
Avevano ragione Willi e Bernd. Una balena bianca, un beluga, stava nuotando per il grande fiume, dal Mare del Nord, attraverso l’Olanda, fino alla Ruhr. E si scatenò un’isteria collettiva che contagiò non solo tedeschi e olandesi ma gran parte degli europei. Io lavoravo al desk degli esteri alla Stampa e ogni giorno passavo gli articoli del nostro corrispondente Tito Sansa dalla Germania. Divertenti e appassionanti. Che fine avrebbe fatto Moby Dick? Sarebbe riuscito a ritrovare l’orientamento e tornare al mare, o avrebbe perso la vita nelle acque inquinate del Reno? Una storia che va ricordata, come fanno i giornali tedeschi, perché per molti segnò la nascita del movimento ecologico in Germania. Se trent’anni dopo i verdi giunsero al governo in una Berlino riunificata lo si deve anche a Moby Dick.
La balena era stata catturata nelle acque dell’Artico per essere destinata a uno zoo inglese. La nave che la trasportava fece naufragio al largo della Gran Bretagna, e il cetaceo riconquistò la libertà. Forse, un po’ stordito, finì nel fiume risalendo la corrente per oltre 300 chilometri. Wolfgang Gewalt, 38 anni, direttore dello zoo di Duisburg da un paio di mesi, facendo onore al suo nome (Gewalt, violenza), tentò con tutti i mezzi di catturate la balena, con reti da tennis, e con frecce anestetizzanti. Giovani attivisti a loro volta cercarono di sabotare i tentativi di Herr Gewalt. Nelle città tedesche si scese per strada a manifestare: salvate Moby Dick. «Stop Doktor Gewalt!» intitolò in prima pagina la popolare Bild Zeitung.
Il direttore dello zoo è scomparso nel 2007, a 81 anni, ma il suo assistente di allora, Franz Schramke, lo difende: «Lo chiamarono Capitano Achab, ma non voleva il male della balena, eravamo tutti convinti che non sarebbe sopravvissuta più d’una settimana nelle acque del Reno. Il fiume era una cloaca». La balena giunse fino a Bonn, e la sua apparizione interruppe una conferenza stampa del governo: politici e giornalisti si precipitano sulla riva per ammirare il cetaceo.
Moby Dick riprese a scendere la corrente, l’11 giugno era a Colonia, poi tornò indietro a Bonn. Un vagabondaggio che durò quasi un mese: per l’ultima volta la balena fu avvistata nei pressi di Hoeck in Olanda, a poca distanza dal mare aperto. Un lieto fine. Il Reno non è più una cloaca, anche se è sempre sconsigliabile tuffarsi nelle sue acque.