Il Fatto Quotidiano, 16 maggio 2016
Dalla minacciosa campagna porta a porta di Renzi al giudice politico che dice che i giudici non devono fare politica. Il frasario di Marco Travaglio
Porta a porta. “Per il Sì al referendum di ottobre faremo una gigantesca campagna elettorale porta a porta, casa per casa” (Matteo Renzi, Pd, presidente del Consiglio, 2.5). Mancano ancora 5 mesi, e già siamo alle minacce: più che una campagna elettorale, un rastrellamento.
LaDucia. “Corro con Marchini per archiviare il ’900” (Alessandra Mussolini, capolista di Forza Italia a Roma, Il Messaggero,7.5). In effetti fu un pessimo secolo: prima il nonno il politica, poi lei.
Cervelli in fuga. “I magistrati devono fare i magistrati, i politici devono fare i politici” (Angelino Alfano, Ned, ministro dell’Interno, La Stampa, 8.5). Ecco, appunto: evitate di rubare il mestiere ai ladri.
Passi Carrai. “E Carrai, aspettando Renzi, fa affari con il Cavaliere. Fusione tra la sua Cgnal e l’olandese Eligotech, fondata con i soldi arrivati da Arcore” (la Repubblica,5.5). E il suo premio di consolazione.
Pronti, via! “Corsia preferenziale per i reati di corruzione. Prova d’intesa Pd-N- cd” (La Stampa,11.5). Dopo il Parlamento, bisogna velocizzare anche le mazzette, se no i carabinieri arrivano prima.
Le Grandi Riforme. “Magistrati, meglio il silenzio? Ecco quattro pareri a confronto” (La Stampa,11.5). Non a caso Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ultimamente sono popolarissimi: è dal 1992 che non dicono più una parola.
Degasperitano. “Sono maturi i tempi di una difesa comune europea: se ne discute dal 1952” (Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica, Corriere della sera,3.5). Per la verità ne discuteva De Gasperi: Napolitano la difesa comune europea voleva affidarla all’Armata Rossa.
Anticorruzione omeopatica. “Non servono le manette per fermare la corruzione” (Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità antocorruzione, Libero,9.5). Giusto: terrorizziamo corrotti e corruttori lasciandoli fuori.
Allegro ma non troppo. “Ue: in Italia continua la crescita moderata, nel 2016 Pii +1,1” (l’Unità,4.5). Ecco, il governo a ottobre aveva previsto un +1,6%, poi però ha pensato che fosse una crescita troppo estremista.
Liste di prescrizione. “Prescrizione, caos sulla riforma. Gli avvocati: tre giorni di sciopero” (Il Messaggero, 10.5). Geniale: così i loro processi si prescrivono tre giorni prima.
Slurp. “Oltre le battute, fuori dai tweet. Maria filena Boschi Boschi icona del femminismo. Iol segreto della ministra: linguaggio semplice e lagnarsi mai… Là dove altre belle della politica hanno fallito pensiamo a Mara Carfagna o Maria Stella Gelmini che solo al prezzo del silenzio pubblico sono riuscite a conservare una decente andatura politica Maria Elena Boschi sembra avere fatto centro… Tira dritto, la ministra Boschi, e malgrado le osservazioni su tacchi capelli e decolleté siano entrate a pieno titolo nel dibattito che la riguarda, il messaggio che lancia è post-seduttivo… La precisione con cui non si perde dietro alle battute che le vengono rivolte si può chiamarle molestie? è segno di un’autentica professionalità di genere… Diciamolo, se fosse una pop star afroamericana sarebbe Beyoncé, e se avesse vinto due Grammy Awards sarebbe Taylor Swift” (Francesca Sforza, La Stampa, 13.5). E se votasse No al referendum starebbe con Casa Pound. E se avesse le ruote sarebbe un tram.
Il titolo della settimana. “Giuseppe Ayala: ‘I giudici non devono fare politica’” (l’Unità, 13.5). Parola di un giudice che nel 1992 fu eletto deputato nel Partito repubblicano italiano, nel 1993 passò ad Alleanza democratica, nel 1994 fu rieletto deputato nel Pds, nel 1995 trasvolò nell’Unione democratica di Antonio Maccanico con cui fu rieletto alla Camera nel 1996 e divenne sottosegretario alla Giustizia del governo Prodi, nel 1998 approdò ai Ds e restò sottosegretario in entrambi i governi D’Alema, per essere eletto senatore nel 2001. Nel 2006, uscito dal Parlamento, rientrò subito in magistratura come presidente della Corte d’appello dell’Aquila fino alla pensione nel 2011. Dunque, per tutti questi motivi, i giudici non devono fare politica.