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 2016  maggio 16 Lunedì calendario

Higuain e Suarez, anatomia di due mostri

Si possono paragonare le stagioni di Higuain e Suarez? Si può provare a stabilire chi ha meriti maggiori, se non proprio chi è più forte? Prima di provarci, tracciando parametri che ci aiutino a tirare un ponte tra Liga e Serie A e tra Napoli e Barcellona, facciamo un lungo passo indietro.
LA FAMIGLIA Anno di grazia 1987. In gennaio a Salto, in Uruguay, Rodolfo Suarez, modesto giocatore della regione, accoglie al mondo senza entusiasmo alcuno il suo sesto figlio, Luis Alberto. In dicembre a Brest, dove si guadagna la vita difendendo con ardore nella sua unica stagione europea, il «Pipa» Higuain si commuove per l’arrivo del terzo dei suoi 4 figli, Gonzalo Gerardo. Rodolfo Suarez preferirà la lunga relazione con l’alcol a quella con sua moglie Sandra che abbandonerà lasciandole anche i 6 ragazzi. Il «Pipa», assieme al suo primogenito Nicolas, gestisce la carriera di Gonzalo, nel frattempo catapultato nell’olimpo del calcio. Storie opposte, un comune incondizionato amore per la propria famiglia. Gli Higuain lavorano insieme e dietro alla grande stagione dell’ex scapolo d’oro Pipita c’è anche la fioritura dell’amore con Lara, la ragazza che piace tanto a mamma Nancy. Suarez si fa guidare da Sofia Balbi, la ragazzina bionda di cui si innamorò quando aveva 15 anni. E lei 13. Sono venuti insieme in Europa quando potevano ancora andare a scuola e hanno fatto due figli.
L’EUROPA Siamo partiti da casa, dagli affetti per parlare dei due migliori 9 del calcio mondiale, Scarpa d’Oro e d’Argento: 40 gol in 35 partite di Liga per Suarez, 36 in 35 di Serie A per Higuain. Sono arrivati in Europa entrambi a 19 anni: il primo nell’estate del 2006 a Groningen, squadra di bassissimo profilo e paese governato da lingua e clima ostili. Il secondo 6 mesi dopo, nel luccicante Real Madrid di Capello, con il Fenomeno Ronaldo e Beckham, Raul e Cannavaro. Luisito si è fatto largo sgomitando dal basso e scalando montagne sempre più alte: Ajax, Liverpool e Barcellona. Il Pipita non si è fatto prendere dalle vertigini dell’alta quota, ha conquistato il Real superando scetticismo e critiche ingiuste, poi ha fatto un passo indietro andandosi a prendere il Napoli quando nel 2013 Florentino Perez decise di sostituirlo investendo 100 milioni su Bale.
L’ANNATA Quest’anno le grandi prestazioni di Higuain hanno trovato buona eco sulla stampa spagnola. Gonzalo è andato a segno in 25 partite, Luis in 22. Un primo interessante vantaggio. Che aumenta, in termini di capacità di incidere sulle sorti della squadra, quando si guarda alle volte nelle quali i due hanno segnato la prima rete della propria squadra: 18 volte Higuain, 9 Suarez (con Messi a 10 e Neymar a 6). Higuain ha fatto una sola tripletta, Suarez 4 più due poker. Higuain ha segnato il triplo del secondo marcatore del Napoli, Insigne (12), e oltre 5 volte più del terzo, Callejon (7). Per Messi (26) e Neymar (24) 50 gol.
COMPAGNI E ASSIST In Italia si pensa che sia più facile segnare in Liga, dove è addirittura abituale per Barça e Madrid seppellire di gol gli avversari, però se è valida questa teoria bisogna ricordare che col Real il Pipita in una Liga ha fatto al massimo 27 reti. Senza voler mancare di rispetto a nessuno, nel confronto sembra essere più probante il fatto che l’argentino scambia la palla con Insigne, Callejon e Hamsik mentre l’uruguayo lo fa con Messi, Neymar e Iniesta. Legato ai compagni e incredibilmente a favore di Suarez c’è il dato relativo agli assist: 17 passaggi decisivi (top in Liga), quasi 6 volte in più dei 3 del Pipita.
AL CENTRO Qui bisogna però tirare in ballo la grande evoluzione sperimentata da Higuain nel passaggio dalle mani di Benitez a quelle di Sarri. Il nuovo tecnico lo ha messo per la prima volta in maniera indiscutibile al centro del villaggio offensivo. Rispetto allo scorso campionato Higuain ha raddoppiato i gol, da 18 a 36, e più che dimezzato gli assist: da 8 a 3.
VASSALLO INTELLIGENTE Suarez nella sua prima stagione in blaugrana aveva fatto solo 16 reti, perché la squalifica post morso a Chiellini gli ha fatto iniziare la Liga a fine ottobre. L’adattamento non è stato facile ma Luisito è stato intelligente. Ha lasciato il potere a Messi, ha comprato casa vicino a lui, iscritto i figli alla stessa scuola e innaffiato la relazione tra le mogli. Un sodalizio fortissimo e senza dubbi di sorta su chi tra i due sia il vassallo. Suarez, con il decisivo aiuto di Luis Enrique, ha però convinto Messi a farsi da parte sul campo lasciandogli l’area: Leo quest’anno (anche perché è stato fermo 2 mesi) ha fatto 17 gol in meno. Ibra, solo per fare un nome, non era riuscito a smuovere il piccolo re e aveva mollato dopo un anno.
LEADERSHIP Suarez al Barcellona sta benissimo perché lui, timido, non ha bisogno di essere leader: ci sono Mascherano, Piqué, Iniesta, lo stesso Messi. Può concentrarsi su ciò che gli riesce meglio: segnare e fare a sportellate. A Higuain invece si richiede qualcosa in più sotto questo aspetto e la cosa forza in parte la sua natura tranquilla. Suarez in carriera ha morso tre volte gli avversari: sempre quando aveva su di sé il peso della squadra o addirittura della nazione. È il suo modo di sfogarsi. Gonzalo quando esplode piange: pensiamo alle lacrime dopo la vittoria con l’Arsenal e l’assurda eliminazione dalla Champions 2013 o più recentemente dopo la lite con Irrati a Udine. Perché è indubbio che il Pistolero sia più cattivo del Pipita, cosa questa che lo ha portato a essere fondamentale per la sua nazionale più di quanto succeda a Higuain con l’Argentina e a segnare con maggior regolarità nelle gare decisive. La sfida però è aperta: in Copa America, poi forse in Champions e sicuramente nella prossima Scarpa d’Oro.