la Repubblica, 16 maggio 2016
Dai «600 euro di reddito di cittadinanza» assicurati da de Magistris, ai «48mila posti di lavoro in più» di Lettieri, passando per la «città a misura di bambini e anziani» della Valente. A Napoli lo scontro elettorale è povero di contenuti ma prodigo di promesse
I clan tornano a sparare, colpire simboli, rialzare la testa. E i turisti a invadere musei, piazze, vicoli. In mezzo, la città che assiste a uno scontro elettorale povero di contenuti, ma prodigo di insulti e promesse. Dai «600 euro di reddito di cittadinanza» assicurati dal sindaco uscente Luigi de Magistris, ai «48mila posti di lavoro in più» garantiti dall’imprenditore Gianni Lettieri. Come se quella restasse la prima sfida, l’inestinguibile fame. È una Napoli più che mai in bilico quella su cui irrompe un esercito di quasi diecimila candidati, e nove aspiranti sindaci, quattro degli schieramenti maggiori. Eppure è all’incrocio della sfida per Palazzo San Giacomo che la vigilia delle amministrative offre il braccio di ferro più teso, forse anche più personale, per il Pd di Matteo Renzi: alle prese con il ribellismo di de Magistris, in cerca del doppio mandato e dell’ultima chance per un’investitura nazionale della sinistra antagonista.«Noi abbiamo mani pulite, abbiamo cacciato la camorra dei colletti bianchi e la corruzione da Palazzo San Giacomo e lavoriamo per la gente senza potere. Altri come argomento hanno solo il dileggio e la diffamazione: ma noi ripartiremo dalla nostra passione e cultura per fare di Napoli la capitale del riscatto e della dignità», è il manifesto del 48 enne de Magistris. L’ex pm d’assalto che incita alla rivoluzione di Che Guevara e Zapata e spesso punta a un anti-renzismo agitato, più farsesco che minaccioso («Vattene Renzi, ti devi c... sotto!», il picco dell’ultimo comizio), figura da mesi in testa: in tutti i sondaggi. Tra i suoi volti simbolo, Alessandra Clemente, 29enne figlia di una vittima innocente di camorra. «Noi puntiamo a chiuderla il 5 giugno», sorride de Magistris nel tono usuale da guascone. Obiettivo audace, il primo turno. Potrebbe invece toccargli, al ballottaggio, il duello bis del 2011, visto che a inseguirlo c’è il 58enne Lettieri, il self-made-man nato nei vicoli tuttora degradatissimi del rione Duchesca e approdato a Posillipo,imprenditore scugnizzocome dice la sua biografia, candidato ufficiale di Fi e già sconfitto cinque anni fa, ma rigorosamente bipartisan: vicino tanto a Renzi, quanto al governatore dem Vincenzo De Luca. Staccata di poco, punta sulla rimonta la candidata Pd Valeria Valente, 39 anni, deputata vicina a Orlando e Orfini, nata come studentessa Ds negli anni del Rinascimento partenopeo. Anche per questo, dopo le primarie del parricidio contro Antonio Bassolino, e lo strascico di polemiche per i voti pagati un euro, è stata abbandonata al suo destino dall’ex sindaco e governatore. L’ultimo post di fuoco amico è arrivato alla notizia che nel caos delle liste cancellate per errori o irregolarità, 13 in tutto – le liste Pd sono cadute proprio nelle municipalità roccaforte della sinistra, l’area est di San Giovanni in cui dovrà arrivare Apple e la Bagnoli da risanare su cui sta puntando tutto il Renzi in versione super- sindaco. «Troppe connivenze e protezioni – scrive Bassolino -. Da tempo si era messo in conto di perdere, pur di mantenere il potere delle correnti. Bisognava commissariarli prima che facessero tanti guai».Così si giocano il podio i due “finti” avversari, Lettieri e Valente. Mentre per Lettieri, capolista Mara Carfagna, si schierano ex simboli della sinistra come l’artista Peppe Lanzetta, con la Valente scendono i campo i verdiniani di Ala: e chissà se è davvero un caso che i rispettivi comitati elettorali si affaccino nella stessa piazza Bovio, stesso palazzo. Solo diciassette gradini di distanza tra un renziano di destra e una renziana di sinistra per provare a fermare il mandato bis del sindaco che non ha mai smesso la bandana. E la solidarietà tra Valeria e Gianni è scattata in più di un’occasione: quando lui denunciò alla polizia intimidazione «sui miei ragazzi ai gazebo» nell’area ovest; quando lei fu letteralemente cacciata dal corteo del 25 aprile da attivisti vicini al sindaco o quando sul suo comitato, giorni fa, c’è stato il lancio di uova e sputi.Meno insidioso, per de Magistris, sembra essere il candidato del Movimento Cinque Stelle, l’ingegnere di origini lombarde Matteo Brambilla, scelto all’esito di tormentatissime comunarie, con immancabile ricorso in Tribunale. Non a caso nel mirino dei 5Stelle c’è soprattutto Lettieri, che già minaccia querele. «Questo signore ha fatto fallire decine di aziende, non ama Napoli, sa solo ricevere investimenti e fondi», lo accusa Brambilla che ha al suo attivo le durissime contestazioni anti-discarica di dieci anni fa a Chiaiano, periferia nord dove vive con famiglia e ha aperto la campagna con parolacce contro Salvini e De Luca. Una corsa che rischia di scontare non tanto i natali brianzoli (e la fede juventina), quanto le ruggini con l’ex pm grillino e la crisi di crescita del Movimento.La Valente si presenta come «la vera novità, oltre ogni demagogia: sono una madre e una politica che sa come funziona la macchina, che farà di Napoli la città a misura di bambini senza spazi né cure, di giovani che non dovranno emigrare, di anziani che sono senza welfare. E abbiamo con noi una Regione finalmente ben guidata e un premier che sta già attuando con la riqualificazione di Bagnoli la sfida più forte del Mezzogiorno». Lettieri la incalza: «Sarò io il sindaco che utilizzerà tutti i fondi europei e le opportunità di sviluppo che de Magistris ha fatto cadere, perché lui non a fare due conti». Il sindaco, di contro, lo chiama «prenditore». Lo folgora con battute al vetriolo. Quando l’industriale ha invocato le analisi del sangue per condannare gli insulti del primo cittadino contro Renzi, de Magistris fulminante: «Io l’antidoping? E Lettieri faccia l’antiriciclaggio. Lui e il premier due volti della stessa cosa. Ma noi abbiamo le mani pulite». L’antirenzismo come ultima sfida del sindaco. Perché la posta in gioco,stavolta, è più grande di Napoli. Città sospesa tra clan sanguinari e promesse di futuro.