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 2016  maggio 16 Lunedì calendario

Primoz Roglic, tra i più misteriosi vincitori di tappa della storia del Giro d’Italia

L’uomo senza passato non ha grandi certezze nemmeno sul futuro. «Mi batterò per vincere una tappa in montagna? Non so. Punterò a far bene nella cronoscalata dell’Alpe di Siusi? Vedremo. Cosa farò dopo il Giro? Non ho idea. Olimpiadi? Boh». Primoz Roglic, 26 anni, sloveno, è tra i più misteriosi vincitori di tappa della storia recente del Giro d’Italia. È atterrato sul ciclismo dai trampolini del salto con gli sci, dove spiccò gli ultimi voli cinque anni fa dopo qualche buon piazzamento internazionale.
Stanco di rischiare l’osso del collo (un suo schianto dal terribile K185 di Planica è in tutte le compilation del genere «catastrofi sulle neve» di Youtube), nel 2011 si prese due anni sabbatici e dal 2013 decise di optare per la bicicletta. Dal nulla? «Dal nulla – spiega il corridore della LottoNL Jumbo – perché non pedalavo da bambino e nemmeno la usavo per allenarmi quando ero sciatore: i saltatori si preparano in palestra. Tifoso? Mai stato». Roglic viene ingaggiato da un team sloveno di terza categoria, l’Adria Mobil, che partecipa a piccole corse in ogni angolo del pianeta in cambio di alberghi pagati e rimborsi spese: Qatar, Iran, Albania, Romania, Azerbaigian e Cina. Cronoman? Macché: nelle dieci prove contro il tempo disputate prima del Giro 2016 (nessuna più lunga di 10 chilometri) galleggia nelle posizioni di rincalzo, a dispetto di avversari non trascendentali. Roglic sembra piuttosto un decoroso scalatore. La squadra olandese Lotto Jumbo lo nota a fine 2015 al Giro di Slovenia, dove aveva stracciato il forte spagnolo Nieve, e lo ingaggia al volo trascinandolo dal dilettantismo al World Tour per fare da gregario a capitan Steven Kruijswijk.
La carriera di Roglic cambia faccia lo scorso febbraio, al Tour de l’Algarve, quando in salita stacca Aru e Contador. Il mese dopo in Catalogna s’improvvisa fuggitivo (quasi vincente) battendo Froome e Quintana. Roglic prosegue la sua mutazione in Olanda, nella prima cronometro del Giro, arrivando a 1 centesimo da Dumoulin, per poi lottare contro il tempo massimo nelle sette tappe successive. Ieri, per questo Zelig delle due ruote, è arrivato il trionfo. Merito del meteo favorevole (la pioggia l’ha risparmiato, al contrario dei big) ma anche di ottime gambe.
Ad aggiungere mistero (o ingenuità) all’impresa il fatto che Roglic si sia presentato al via della cronometro con una bici fuori misura, subito sgamata dai commissari Uci. Provvidenziale l’intervento del meccanico che gli ha passato al volo una bici di riserva permettendogli di partire e di vincere. Dettaglio curioso: il «muletto» utilizzato da Roglic era anch’esso un telaio da cronometro quando di solito i gregari, in caso di problemi dell’ultimo secondo, utilizzano una bici normale. Ora Zelig Roglic potrebbe stupirci sulle Dolomiti. O magari in una volata: con un tipo del genere, nulla è scontato.