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 2016  maggio 14 Sabato calendario

La leggenda di Nordahl, per chi non la conoscesse

Nella notte che incorona Gonzalo Higuain re del gol per distacco torna a illuminarsi la stella Nordahl, lo svedese del Milan detentore del record di reti nei tornei a venti squadre: 35 in 37 presenze, stagione 1949-50. Il Pipita va all’attacco del Frosinone sapendo che con una doppietta farà meglio: 35 reti in 35 gare. La stessa favolosa media tenuta dall’altro argentino Antonio Valentin Angelillo nel campionato 1958-59, che era a diciotto squadre: 33 reti su 33 presenze in maglia interista (senza scudetto, guarda un po’...).
A VALANGA Gunnar Nordahl seppe viaggiare su ritmi strabilianti per l’intero periodo milanista durato sette stagioni e mezza in quanto l’avventura inizia all’alba del 1949: 16 gol in 15 gare il suo biglietto da visita per i tifosi italiani, abbagliati dal fresco titolo conquistato dalla Svezia all’Olimpiade londinese con 7 gol in 4 partite di Nordahl. Quando sbarca a Milano non è più giovanissimo (27 anni). Il Milan lo preleva dal Norrköping che lo aveva ingaggiato garantendogli un posto da pompiere nella caserma cittadina. Abituato alle valanghe del nord Europa, Gunnar scatena bufere nelle aree avversarie grazie a una stazza poderosa (90 kg per 182 cm) che si sposa però con velocità e agilità: il suo repertorio di goleador è completo. Ecco quindi che vince la classifica marcatori cinque volte e quando non è primo arriva secondo: succede nel 1951-52 (30 gol dello juventino John Hansen, lui fermo a 26) e nel 1955-56 (il bolognese Gino Pivatelli 29 gol, Nordahl a 23).
SCUDETTI Quel Milan torna allo scudetto dopo 44 anni di attesa nel torneo 1950-‘51, spinto dai 34 gol di Nordahl, e bissa il successo nel 1954-55, quando le reti del nostro Gunnar sono 27. La squadra del primo titolo fa leva su altri due campionissimi svedesi, padroni a centrocampo: Gunnar Gren detto «il Professore» per la precisione nei passaggi e la sagacia tattica e Nils Liedholm, «il Barone» per l’eleganza dell’incedere a testa alta e l’estrema correttezza nei contrasti. Molto prima della Fi-Pi-Li, trafficatissima superstrada toscana, è il Gre-No-Li ad assicurare un veloce collegamento da una porta all’altra.
PRO PATRIA Naturalmente il calcio di Higuain è assai diverso da quello di allora. Intanto per la varietà di sistemi di gioco dei tempi moderni (tanti allenatori con idee molto diverse, quasi opposte, tante piccole variazioni anche a partita in corso), laddove negli anni Cinquanta-Sessanta le squadre erano tutte costruite sul WM e una marcatura a uomo a tutto campo. La Serie A che trovò Nordahl quando stabilì il suo record vedeva in lizza anche la Pro Patria, che con Lucchese, Novara, Como, Padova, Bari, Triestina e Venezia dava consistenza alle nostre province. Le altre erano società che pure Higuain ha dovuto affrontare: Atalanta, Bologna, Fiorentina, Genoa, Inter, Juve, Lazio, Palermo, Roma, Samp e Torino. Il Pompiere fece gol a tutte tranne Sampdoria e Bari, contro il quale a San Siro saltò la sua unica gara il 18 dicembre 1949, sostituito da Aurelio Santagostino autore di quattro delle nove (!) reti del Milan. Un poker, Nordahl lo calò contro il Torino del post Superga, sepolto da un 7-0 a San Siro col quale i rossoneri intesero vendicare il 2-3 dell’andata. Triplette al Como (4-1) e nientemeno che alla Juve in un memorabile 7-1; poi doppiette alla Pro Patria (4-2, con l’unico rigore calciato, e 7-1), alla Roma (6-2), Triestina (5-2), Genoa (5-0), Fiorentina (4-1). Visto che punteggi? Ci fosse stata la pay tv, il nonno avrebbe trascorso ore davanti alla giostra del gol.