La Gazzetta dello Sport, 14 maggio 2016
Ibrahimovic dice addio al Psg. Chi se lo prende?
Un mese per capire se arrIbra (davvero) o no. Ieri mattina Zlatan ha usato Twitter per congedarsi dal Psg dopo 4 anni e aprire l’asta per il suo futuro. «Sarà la mia ultima partita con il Psg. Sono arrivato come un re, me ne vado da leggenda». Stavolta non ha scomodato la Tour Eiffel, ma ha voluto sottolineare come la scelta sia stata essenzialmente sua. Non a caso poco dopo il club francese ha ufficializzato la separazione (concordata) con un appuntamento: «Quando finirà la sua carriera, Zlatan tornerà nel management della società con un incarico di responsabilità». Nella stessa nota il Psg riferisce il pensiero dello svedese: «Sono molto fiero di questa esperienza ma è arrivata l’ora di prendere una nuova strada: non è un addio, soltanto un arrivederci».
LA SVOLTA Da mesi Mino Raiola è in contatto con Nasser Al-Khelaifi (a proposito: Maxwell, l’amico di Zlatan, sta per rinnovare), ma lo scoglio economico è stato meno insormontabile della voglia del gigante di Malmoe di affrontare una nuova sfida. Ora andrà via a costo zero, ma il suo cachet rimane sempre di 12 milioni netti all’anno. Ha tante opportunità, ma lui preferisce restare in Europa. In Mls lo vorrebbero in tanti (Galaxy compresi) e la pista che porta a Los Angeles non va sottovalutata. Tuttavia non più tardi di un mese fa Ibra era stato netto con i suoi amici: «Prima di andare in Usa o in Cina voglio vincere ancora qui».
TENTAZIONI Nello scorso gennaio, per l’appunto, dalla ricca Cina sono arrivate numerose proposte. Una addirittura da 70 milioni di euro netti. E al telefonino del suo agente anche nelle ultime settimane si sono fatti vivi un bel po’ di intermediari. Insomma il tam tam porta soprattutto a oriente e ovatta anche i clamori della Premier. Nonostante i 35 anni ormai all’orizzonte il capitano della Svezia è nei pensieri di più di una big in Premier: segnatamente il Manchester United. Lì il problema economico non si pone.
L’AIUTO È altrettanto noto il feeling della famiglia Ibrahimovic con Milano. Non a caso Zlatan ed Helena hanno ancora casa nel capoluogo milanese, dove tornano sempre volentieri. Da qui la traccia che svela le trame per un suo ritorno. Proprio ieri Mancini ha avuto belle parole per il cannoniere dei suoi scudetti nerazzurri: «Ha sempre fatto bene, quest’anno poi è stato straordinario. È strano che il Psg lo lasci andare via, fa ancora la differenza». Ma è chiaro che i nerazzurri non possono permettersi un simile lusso, a meno che gli aspiranti soci cinesi non contribuiscano a questo importante affare.
STRATEGIA È più o meno quel che accade al Milan, con una sola differenza: i rossoneri appaiono in una fase più avanzata nella trattativa per il cambio della guardia in via Aldo Rossi. E a questo riguardo emerge una coincidenza tra la tempistica concordata da Silvio Berlusconi con i suoi interlocutori asiatici e le aspettative del goleador di Malmoe. L’esclusiva per la cessione del Milan, infatti, scade il 15 giugno. Proprio in quei giorni in Francia prende il via l’Europeo che vedrà Ibra fronteggiare gli azzurri. E lui al suo entourage ha fatto sapere che vorrebbe scegliere la sua nuova strada prima del via alla kermesse francese. Né si dimentichi il suo recente messaggio d’amore ai rossoneri.
INTRECCI Mentre proseguono in silenzio i contatti tra i vertici di Fininvest e i rappresentanti degli acquirenti cinesi, emerge sempre più la sensazione che l’offerta per l’acquisizione del 70% della società possa davvero far traballare Berlusconi. In questo lasso di tempo l’a.d. per l’area sportiva, Adriano Galliani, deve concordare ogni mossa con i compratori. Strada facendo potrebbe nascere una sinergia proprio partendo da Ibra. È ipotizzabile che l’attuale Milan possa permettersi uno stipendio dimezzato (sui 6 milioni), mentre i cinesi potrebbero far diventare Zlatan un loro testimonial colmando la differenza. Non resta che aspettare.