La Gazzetta dello Sport, 15 maggio 2016
Il Papa ha ribadito una sua vecchia idea, e cioè che è male amare gli animali al punto di dimenticare gli esseri umani

Il Papa ha ribadito una sua vecchia idea, e cioè che è male amare gli animali al punto di dimenticare gli esseri umani. «Quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti e ai cani che poi lascia sola e affamata la vicina». L’altra volta (2 giugno 2014), rivolgendosi a una quindicina di coppie sposate di tutte le età, aveva detto: «Ci sono cose che a Gesù non piacciono: i matrimoni sterili per scelta, che non vogliono i figli, che vogliono rimanere senza fecondità [...] forse è più comodo avere un cagnolino, due gatti e l’amore va ai due gatti e al cagnolino. Ma alla fine questo matrimonio arriva alla vecchiaia in solitudine, con l’amarezza della cattiva solitudine. Non è un matrimonio fecondo».
• Ratzinger non andava matto per i gatti?
Ne aveva in casa almeno tre, o forse cinque, non s’è mai saputo bene perché su questo la Santa Sede aveva l’ordine di un riserbo assoluto. Però ci sono parecchi testimoni, e tra questi il cardinale Bertone, che hanno visto Benedetto XVI parlare in tedesco con qualche gatto incontrato per caso. Gli parlava in tedesco anche se si trattava di un gatto romano. Poi c’è la storia di Chico, il soriano che viveva con lui prima che lo facessero papa. Chiamato a Roma per il conclave, affidò Chico ai signori Rupert e Therese Hofbauer. Divenuto pontefice, i giornalisti si precipitarono da Frau Therese per sapere meglio la storia. «Papa Ratzinger ha visto crescere Chico giorno per giorno. Gli faceva molta compagnia».
• Quindi i papi si contraddicono uno con l’altro.
No, un’altra volta Francesco aveva detto: «Un giorno rivedremo i nostri animali nell’eternità di Cristo», cioè in Paradiso (27 novembre 2014). Non c’è contraddizione, si tratta di stabilire una scala di valori: non puoi amare pazzamente un animale e trattarlo da figlio, ignorando del tutto le tragedie degli esseri umani. La cosa, come sappiamo, è del tutto possibile: le leggi più attente ai diritti di cani e gatti furono emanate da Hitler. E ognuno di noi conosce qualche coppia che al momento del divorzio ha litigato soprattutto sull’affidamento di Fido o di Micio. L’equazione «animale» = «bambino che non abbiamo voluto o potuto avere» ha avuto anche qualche riconoscimento formale. La Kimpton Hotels & Resaurants di San Francisco lascia i dipendenti a casa per tre giorni, se al dipendente muore l’animale di compagnia. Il tempo cioè per elaborare il lutto. Il congedo vale anche per pesci rossi o criceti. Ma è difficile accusare la Chiesa di indifferenza per le nostre bestiole. C’è San Francesco, e ci sono gli uccelli del cielo nel Vangelo. In San Pietro poi sono raffigurati 2.500 animali, compresi delfini, gechi, pipistrelli, lucertole, maiali e salamandre.
• Ho letto anch’io il libro della Colonnelli. Dice che in San Pietro di gatti ce n’è uno solo.
Sì, la Chiesa - a parte Ratzinger - ha avuto problemi con i gatti, in passato. Gregorio IX (bolla Vox in Rama
, 1233) ne decretò lo sterminio. Per un certo periodo la persecuzione riguardò solo i gatti neri, più tardi riguardò tutti i gatti. Battaglia fallita, si direbbe, dato che Roma è piena di gatti.
• Quanti sono, alla fine, i cani e i gatti?
Per ogni dieci milioni di persone ci sono sette milioni di animali domestici. I cani e i gatti sarebbero 14 milioni, con prevalenza dei gatti (51,8% del totale). La gente tiene in casa anche uccelli, pesci, roditori, rettili. Il mercato conferma: le vendite di cibi e altri oggetti per gli animali domestici non hanno subìto flessioni negli ultimi anni, nonostante la crisi. L’ultimo dato dice che gli italiani spendono per i loro animali più di un miliardo e 800 milioni. Questo solo per il cibo. I gatti mangiano per 992 milioni, i cani per 838. Le tartarughe, gli uccelli, i roditori per 18 milioni. Se si guarda un grafico si vede che tra il 2011 e il 2014 la crescita è costante. Gli psicologi assicurano che uomini e donne traggono dal rapporto col loro animale di compagnia benefici psicologici incommensurabili.
• Certo, un cane non pone i problemi che pone un figlio. È più facile amarlo, simpatico com’è.
A Vigone, in provincia di Torino, c’è Federica Trivelli, 43 anni, architetto, bella signora. Vive con una ventina di maiali, da 20 a 400 chili. «I cani e i gatti li amo. Ma i maiali mi hanno preso il cuore. Sono recettivi, intelligenti, protettivi. Sono permalosi se li sgridi, sono puliti, ogni grugnito ha un senso, amano il silenzio, io amo loro e loro amano me, Bombi ha vissuto per un periodo in casa con me, guardava la televisione, Yoda quando è stato male ha dormito nel mio letto». Quando un maiale compie gli anni, Federica gli porta la torta di frutta. Alla domanda su come mai i maiali, a loro volta, la amino tanto, Federica risponde: «Mi considero parte di un branco in cui sono stata accettata. Loro per me sono i miei figli».