ItaliaOggi, 14 maggio 2016
In Cina si specula sulle uova
Cos’hanno in comune le uova, l’aglio e il minerale di ferro? La speculazione. Almeno in Cina.
Da febbraio le autorità cinesi hanno aperto i rubinetti del credito per tentare di rilanciare l’economia. Ma Pechino non aveva spiegato che il denaro reso disponibile dalle banche sarebbe finito nei future sulle uova di gallina o avrebbe fatto salire il prezzo dell’aglio.
Per premunirsi contro le incognite del «meteo» e per disporre di un reddito prima del tempo, gli agricoltori vendono il loro raccolto in anticipo: si possono dunque acquistare oggi le uova che saranno prodotte tra sei mesi.
Secondo il New York Times, il prezzo di questi contratti è aumentato di un terzo dalla metà di marzo.
Inoltre si fa sempre più ampio lo scostamento tra il credito concesso dalle banche e il denaro che circola nell’economia. «Da un lato le banche hanno aumentato il credito in maniera aggressiva. Dall’altro i beneficiari di questo credito non vogliono investire nell’economia reale. Cercano piuttosto opportunità di investimento finanziario», spiega Zhiwei Zhang, analista in Deutsche Bank.
Gli speculatori acquistano contratti a termine sulle uova, ma i consumatori non necessariamente mangiano più omelette di prima. Pechino è dunque costretta a reagire per evitare la formazione di una bolla la cui esplosione potrebbe essere fatale.