Corriere della Sera, 14 maggio 2016
Eterologa, otto domande e otto risposte per chi non ci sta capendo niente
1 Qual è il problema della fecondazione eterologa in Italia?
È sempre lo stesso. A due anni dalla sentenza della Corte Costituzionale del 9 aprile 2014 che cancella il divieto di fecondazione eterologa dalla legge 40, mancano donatrici di ovuli. Gli ospedali pubblici, tranne rari casi, annaspano: i cicli eseguiti, secondo le stime, non arrivano a 500, la metà al Careggi di Firenze. Anche per i centri privati i numeri dell’eterologa restano bassi: i cicli finora eseguiti superano di poco i mille. Così avere un figlio con la fecondazione eterologa in Italia resta un’odissea.
2 Perché servono gli ovociti?
Con la fecondazione eterologa, alle coppie viene riconosciuto il diritto di fare un figlio con ovociti e spermatozoi che non appartengono a uno dei due partner. Il 70% delle richieste proviene dalle donne. Ma il loro desiderio di avere un bambino con gli spermatozoi del proprio compagno e gli ovuli donati da un’altra si ferma davanti all’assenza di donazioni.
3 Perché mancano donazioni?
Non è un caso che manchi chi a titolo volontario e gratuito regali i propri ovociti: le norme non ammettono nessun rimborso spese per il tempo investito nelle procedure mediche e non sono neppure riconosciuti dal servizio sanitario gli esami e i controlli necessari per sottoporsi all’espianto (tranne che in Toscana). Difficile trovare chi, a tali condizioni, può accettare di sottoporsi a cure ormonali pesanti e a entrare in sala operatoria per aiutare un’altra donna ad avere un figlio.
4 In che modo viene aggirato l’ostacolo?
Per reperire gli ovuli gli ospedali italiani che eseguono la fecondazione eterologa oggi seguono principalmente due strade: l’ egg sharing (condivisione di ovociti) oppure l’acquisizione degli ovuli da banche estere.
5 In che cosa consiste la condivisione di ovociti?
Con l’ egg sharing una donna che si sottopone alla fecondazione omologa (in cui gli ovuli sono suoi e gli spermatozoi del compagno) regala gli ovuli in eccesso a un’altra. Gli ospedali principali che in Italia utilizzano l’egg sharing sono il Sant’Orsola di Bologna e l’ospedale Cervesi di Cattolica.
6 Per gli ospedali è possibile procurarsi ovuli in banche estere?
È possibile acquisirli, ma non acquistarli. Non ci può essere nessun passaggio di denaro. Il mercato di gameti è vietato dalla legge. Uno dei primi ospedali a rivolgersi a banche estere è stato il Careggi di Firenze, pioniere a livello nazionale, dove sono nati già 15 bambini con la fecondazione eterologa. Oggi altri centri stanno seguendo il suo esempio, come l’ospedale di Udine.
7 A quali con condizioni gli ospedali possono procurarsi ovuli all’estero?
I centri fornitori devono garantire la tracciabilità dei campioni biologici. Ogni coppia deve essere abbinata a una donatrice, che viene appositamente stimolata. Per l’abbinamento vanno seguiti criteri come il rispetto dell’etnia e del gruppo sanguigno.
8 Quali sono le pratiche illegali?
Non possono essere pagate le donatrici. Non possono essere reperiti ovuli all’estero senza la tracciabilità della loro provenienza e condizioni di sicurezza del trasporto. Né possono essere prelevati ovuli contro la volontà delle pazienti, come – secondo le accuse della Procura – ha fatto il ginecologo Severino Antinori.