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 2016  maggio 14 Sabato calendario

Severino Antinori è stato arrestato per rapina di ovuli

Rapina e lesioni aggravate. Questi i reati per cui è stato arrestato il ginecologo Severino Antinori, accusato di avere espiantato ovuli con la violenza a un’infermiera spagnola 24enne, che aveva lavorato per lui. Secondo quanto ricostruito dal Nas dei carabinieri, la ragazza si sarebbe rivolta ad Antinori per farsi curare una cisti, ma lui le avrebbeprelevato gli ovuli, per venderli l’indomani a pazienti sterili che si rivolgono a lui per restare incinte. Antinori, già al centro di polemiche per aver realizzato il primo intervento di fecondazione eterologa in Italia, è stato arrestato ieri all’aeroporto di Fiumicino di Roma, dove è ai domiciliari. L’episodio è avvenuto a Milano lo scorso 5 aprile nella sua clinica Matris, in via dei Gracchi, ora sotto sequestro. Antinori è stato sospeso per un anno dalla professione medica. Per due suoi assistenti è scattato il divieto di dimora a Roma. A emettere l’ordinanza è stato Giulio Fanales, gip a Milano. L’inchiesta è stata condotta dal pm Maura Ripamonti e coordinata dal procuratore aggiunto Nunzia Gatto.
Alla donna Antinori avrebbe somministrato una cura ormonale senza che lei lo sapesse. Quando le è stata comunicata la necessità di operarsi, la donna ha capito di essere in trappola, dato che i trattamenti per la cistite non prevedevano interventi. Si sarebbe dimenata, venendo immobilizzata con la forza. Svanito l’effetto dell’anestesia, è riuscita a chiamare il 112, poi il cellulare le è stato sottratto. Al centro anti violenza della clinica Mangiagalli ha fatto denuncia, è stata curata per lividi ed echimosi, ed è stata dimessa dopo cinque giorni. «Sono contenta che Atinori sia stato arrestato, così altre donne non dovranno subire lo stesso orrore, mi sono sentita violata – dice la ragazza, assistita dall’avvocato Roberta De Leo –. Sono contenta che i miei ovuli non siano stati impiantati». I campioni sono stati sequestrati. E mentre la Regione Lombardia annuncia «verifiche sui requisiti di accreditamento della clinica», l’indagine nei confronti di Antinori prosegue. «Negli ultimi mesi ho incontrato almeno 20 ragazze che nella clinica hanno subìto di tutto. La giovane spagnola non è l’unica alla quale sono stati sottratti ovociti», dice l’avvocato Giovanni Pizzo. Antinori era solito circondarsi di “collaboratrici” sotto i 30 anni e con difficoltà economiche: “materia prima” per la fecondazione eterologa, che negli ospedali lombardi continua a non decollare. Fino a qualche mese fa aveva un ruolo chiave Barbara Bella, organizzarice di eventi con il compito di trovare donatrici. «Offriva mille euro in contanti per ogni prelievo», dicono le ragazze. E con un solo intervento si potevano prelevare fino a 15 ovuli.