Corriere della Sera, 13 maggio 2016
Il mondo visto con gli occhi di James Bond
A scuola non andava un granché. Ribelle già da piccolo. Di quelli «intelligente, ma non si applica». Tirato su da una zia perché i genitori non c’erano più. Così il collegio calvinista gli andava stretto. Troppe regole, professori senza un angolo di sorriso. Il cielo imbronciato della Scozia faceva il resto. Quando ha cominciato a viaggiare avrà pensato a quegli anni chiuso tra i muri della scuola di Fettes. È nato così il desiderio compulsivo di fare e disfare la valigia. Il lavoro lo aiutava. Nel motto di un suo (presunto) antenato c’era proprio scritto: Orbis non sufficit, il mondo non basta. E James Bond l’ha visitato quasi tutto. Quando ha cominciato a girare i Paesi avevano nomi che adesso non ci sono più. La Jugoslavia e l’Unione Sovietica, per esempio. Ma lui al di là del muro non c’è andato troppe volte. Per un agente inglese poteva essere un viaggio senza ritorno. Erano le spie russe che venivano di qua. Per ucciderlo. Ma di solito finiva in un’altra maniera. La prima volta nell’Impero del Male è datata 1985, in «Bersaglio mobile». È Roger Moore il primo a sconfinare nella terra dei rubli. I diari di viaggio raccontano di un Bond prima e dopo la Guerra fredda. Nelle ultime versioni è chiamato in missione anche in posti fuori dalle sue location consuete: Sean Connery non c’è mai stato in Haiti, Uganda e Azerbaigian. Pierce Brosnan e Daniel Craig, sì. Ma ci sono anche luoghi che ritornano. Non si può dire che gli siano rimasti nel cuore. Un agente segreto non ha un muscolo cardiaco. O forse ne ha uno troppo sensibile, nonostante le apparenze. Certe strade gli ricordano incontri indimenticabili. Impossibili da replicare. Meglio non tornarci. O farlo con una faccia e una storia diversa. La Istanbul della «Russia con amore» ritorna in «Skyfall». Quasi mezzo secolo dopo per accorgersi che il fascino non è cambiato. Come quando rivedi la tua compagna di classe del liceo. E le rughe la fanno più bella.
L’Italia di Bond è quella delle brochure turistiche: Roma, Venezia, Cortina, Siena e Sardegna. Location nate per gli intrighi dai tempi del Rinascimento. Qui James quasi si perde. E ti viene il sospetto che quando andrà in pensione magari una casetta una Toscana. Come il più scontato degli inglesi, lui che del resto è scozzese. Abita a Londra, a due passi da Kings Road, quartiere di Chelsea. Zona bene, per intenderci. Un po’ snob lo è sempre stato. Non frequenta le strade dei romanzi di Dickens, per intenderci. Questione di classe, anche. Quando si sposta è solo per andare nel quartier generale dell’MI6, il palazzo che ospita i servizi di sicurezza britannici o per qualche puntata nelle campagne attorno alla capitale. La Scozia, però, è un’altra cosa. In «Skyfall» si fa il viaggio con la sua Aston Martin vintage. Le strade con le nuvole basse. I campi di erica che ti riempiono gli occhi. Il verde che lì è un altro colore. E quando arriva è il momento di mettersi in contemplazione. Il mondo, magari, non basta ma se hai visto la Scozia, potresti rinunciare al passaporto. Il suo dice che è originario di Glencoe, dove le Highlands ti accarezzano le guance. Ci sono venuti anche per girare delle scene di Harry Potter e Braveheart. Ma sono solo ospiti. Il posto ha un solo padrone. E lui ci tornerà un giorno. Con la giacca di tweed e un whisky in mano. A confondere i suoi occhi di ghiaccio con i blu di questi laghi. Un briciolo di romanticismo ci vuole sempre.
Il lavoro dell’agente segreto è fatto di spiagge con la sabbia bianca e nevi eterne. Ma i tempi oscuri che stiamo vivendo lo costringono anche ai quartieri periferici dei Paesi in via di sviluppo. Non ci sono più le Ursule Andress che emergono dal mare turchese dei Caraibi e ti tocca inseguire sui tetti di lamiera un nemico che in altri film non avrebbe fatto neanche lo spettatore al cinema. Poi magari ti capita anche una Monica Bellucci, ma sono gli incerti piacevoli del mestiere. E poi se ti mandano a Roma non puoi che aspettarti il meglio.
A guardare gli appunti di viaggio di 007 il Sud del mondo appare come un aeroporto desolato. Bond le sue missioni le porta a termine dall’altra parte. Gli capitano spesso i Caraibi. Posto che agli inglesi piacciono un sacco dai tempi di Francis Drake e dei corsari. Bahamas, Giamaica. Non disdegna l’Estremo oriente, più il Giappone che la Cina, al limite Hong Kong e Macao. Gli Stati Uniti li conosce piuttosto bene. Da New York alla California con una puntata interessante in Louisiana. I posti misteriosi, come in un romanzo d’appendice dell’Ottocento. In «Spectre» c’è persino una puntata in piazza San Pietro. L’unico precedente in un luogo religioso erano state le Meteore in «Solo per i tuoi occhi». E poi c’è sempre la moschea di Santa Sofia di Istanbul, che però, non è più adibita al culto. Insomma sta allargando gli orizzonti. Negli anni Sessanta era come girare nei posti di vacanza degli italiani del boom: mare e montagna. Anche se per James voleva dire Montecarlo ed Andermatt. Un agente segreto frequenta anche molto i casinò. La vita, del resto, spesso è peggio di una roulette e tu hai solo un numero su cui puntare. Montecarlo e il Montenegro. Ma anche a Baku, Azerbaigian. Una sorta di campo neutro dove le regole sono le stesse e anche la divisa è quella d’ordinanza. Nei viaggi di Bond ci sono le capitali di mezzo mondo e una sorta di attrazione fatale per i castelli. Dicono che tra i suoi antenati ci fosse tale sir Thomas Bond, XVII secolo, Dorset. I retaggi di classe che riaffiorano sempre. Una volta che avrà fatto il tagliando, per James il destino di viaggiatore non è finito. Un anticipo c’è già stato in «Moonraker». La prossima destinazione è lo spazio. Per lui che è abituato a tenere i piedi per terra cambiare non sarà facile.