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 2016  maggio 13 Venerdì calendario

Il punto sul caos delle adozioni

Adozioni, avanti adagio. La strategia del governo è improntata al realismo politico e alla massima cautela, perché il tema è delicatissimo e procedere per strappi rischierebbe di rivelarsi un azzardo. Come ha ammesso Matteo Renzi ieri sera a Porta a Porta, in Parlamento «in questo momento non ci sono i numeri». Ma se il fronte dei cattolici integralisti preme perché la legge non si faccia mai, nel Pd e in Parlamento il cantiere è aperto.Il mandato di Palazzo Chigi sta nelle due parole scandite dal premier in tv: «Discutere serenamente». Il che vuol dire provare a sminare il terreno dagli ordigni ideologici, tranquillizzare chi teme aperture per legge alla maternità surrogata, all’utero in affitto e al mercato degli embrioni, procedere con i piedi di piombo, un passo alla volta.
L’iter è avviato. La commissione Giustizia della Camera ha messo in calendario le audizioni dei ministri che partiranno già lunedì prossimo. Andrea Orlando per la Giustizia, Enrico Costa per la Famiglia, Beatrice Lorenzin per la Salute, il sottosegretario Enzo Ame ndola delegato alle adozioni internazionali e la sottosegretaria Franca Biondelli, su designazione del ministro Giuliano P oletti. A giugno toccherà a Maria Elena Boschi, delegata di fresco alle Pari opportunità e alle adozioni internazionali.
Nel team sulle adozioni, oltre alla Boschi e alla presidente della commissione Giustizia, Donatella Ferranti, lavorano gli onorevoli Verini, Ermini e Campana e il traguardo minimo è realizzare una approfondita «indagine conoscitiva». Per sbrogliare una matassa intricatissima, capire come si possa accelerarne l’iter e alleggerire gli oneri economici a carico degli aspiranti genitori, visto il drammatico calo degli ultimi anni. Un’istruttoria completa che, male che vada, resterà in eredità per la prossima legislatura.
Se non si è partiti da una proposta di legge è perché i tecnici hanno suggerito di procedere con estrema prudenza, per non rinfocolare l’incendio divampato al Senato sulla stepchild adoption. Il piano dei «dem» prevede dunque che il tema sia affrontato gradualmente, partendo dallo stallo delle adozioni italiane e internazionali per poi trovare una cornice legislativa ai 600 e più minori che vivono in famiglie omogenitoriali.
«Vogliamo riconoscere dei diritti a quei bambini, già nati, che non possono restare figli di nessuno – spiega Walter Verini, capogruppo del Pd in commissione Giustizia di Montecitorio —. Questo governo vuole arrivare a un risultato concreto, ma senza guerre ideologiche, senza mettere le dita negli occhi a chi la pensa diversamente». Ecco di cosa parlava Renzi quando ha auspicato, in tv, che da qui al 2018 si trovi il modo di «discutere serenamente» di questioni cruci ali in una società che cambia.
Il percorso delle audizioni durerà per tutto il mese di giugno e in autunno, questa la tabella di marcia, il Pd proverà a calendarizzare il disegno di legge, che tratterà anche il tema del bisogno di genitorialità delle coppie gay. «Lo faremo come punto di arrivo di un percorso», tranquillizza Verini, invitando tutti i partiti ad abbassare le bandiere ideologiche perché «ci sono milioni di bambini nel mondo che aspettano dei papà e delle mamme, basti pensare ai figli di tanti migranti morti». E Micaela Campana, responsabile welfare nella segreteria di Renzi, assicura che «c’è la volontà di mettere mano alla riforma complessiva, perché le adozioni non siano più un percorso a ostacoli».
I cattolici frenano e anche nel Pd i contrari si fanno sentire. «Non facciamo rientrare dalla finestra quel che è uscito dalla porta – avverte il moderato Giacomo Portas —. Sento parlare di adozioni e questo non mi piace». Stop anche dai centristi di Ncd-Ap e la ministra Beatrice Lorenzin aumenta il carico: «Visti i numeri parlamentari, le unioni civili sono il punto di caduta che si poteva raggiungere. Io sono contraria alle adozioni e alla stepchild». Parole che fanno intuire come, per quanta cautela il governo Renzi ci voglia mettere, evitare che lo scontro divampi sarà difficile.
«Non ho molta fiducia che si arrivi a una legge» rivela tutto il suo pessimismo Nicola Fratoianni di Sel, dopo aver sentito Renzi affermare «se si poteva fare in questa legislatura, lo avremmo già fatto». Analogo sentimento sembra animare il sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto, il quale, grazie alle nuove norme sulle unioni civili, sposerà il suo compagno: «Il tema delle adozioni gay non è stralciabile, i bambini che già esistono non possono essere ignorati». Pensa che il governo Renzi ce la farà? «Se non dovessimo farcela in questa legislatura – sospira Scalfarotto – spero che nella prossima, grazie alla riforma del Senato e ai numeri che l’Italicum darà alla maggioranza, ci siano le condizioni per portare a casa tutto». Sempre che a vincere le elezioni sarà il Pd.