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 2016  maggio 13 Venerdì calendario

Lavorare in Russia costa caro

Vuoi lavorare in Russia? Per ottenere tutti i documenti e le autorizzazioni, tra scartoffie varie e visite mediche, devi essere disposto a tirare fuori circa 1.000 euro all’anno. Due mesi e mezzo di stipendio per un manovale o un operatore agricolo, tanto per dare un metro di misura. Insomma, un’esagerazione.

Tanto che i flussi di lavoratori dalle ex repubbliche sovietiche verso la madre Russia si stanno attenuando: fino a qualche anno fa erano milioni i cittadini di Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan – le più povere tra le ex repubbliche Urss – che varcavano i confini nazionali alla ricerca di uno stipendio nella Federazione e poter così mantenere la famiglia a casa. Ora, tra la crisi economica, il crollo del rublo e le misure prese dal governo di Dmitri Medvedev, il numero di lavoratori pronti a emigrare in Russia è diminuito. Meglio una meta più vicina, tipo il Kazakhstan, alla ricerca di bassa manovalanza in edilizia; oppure tentare la fortuna in India, in Cina, Corea del Sud o negli Emirati Arabi, dove gli stipendi sono molto più alti e possono superare i 1.000 euro al mese.
Di questo fenomeno se ne è occupato il portale Eurasianet, focalizzando in modo particolare l’attenzione sull’Uzbekistan, perché alcuni giorni fa il presidente Vladimir Putin ha incontrato il suo omologo uzbeko Islam Karimov e tra le varie cose i due presidenti hanno discusso sulla possibilità di semplificare le normative sull’immigrazione.
Secondo le ultime statistiche sui flussi migratori, in Russia lavorano 1,9 milioni di uzbeki, il 15% in meno rispetto al 2015; mentre la Banca Centrale ha rilevato il crollo delle rimesse: da 5,6 miliardi del 2014 ai 3 miliardi dello scorso anno.
Aprile e maggio sono i mesi in cui, tradizionalmente, i lavoratori uzbeki partono dal loro paese per raggiungere la Russia. La paga media si aggira tra i 250 e i 350 euro, ma ne servirebbero almeno 450 per riuscire a pagare le spese e mandare qualche soldo a casa.
Anche in Russia c’è un caldo dibattito su immigrazione e criminalità. Il presidente Putin ha recentemente tenuto un incontro con le forze di polizia a cui ha chiesto di fare il massimo per contenere i crimini degli stranieri che, sull’opinione pubblica, hanno un forte impatto. Nel 2015 sono stati 58 mila i reati commessi da cittadini stranieri in Russia, il 6% in più rispetto all’anno precedente. E tra chi commette più reati in Russia ci sono proprio gli uzbeki, seguiti dai tajiki e dai kirghizi. Proprio i lavoratori che Putin vuol tenere fuori dalla porta.